ROMA – Un mese fa é passato, purtroppo, del tutto inosservato il 70° anniversario della morte del giornalista cattolico emiliano e Beato per la Chiesa Odoardo Focherini, l’uomo che nella 2ª Guerra Mondiale salvò oltre 100 ebrei dalla deportazione.
Nato a Carpi (Modena) il 6 giugno 1907 da una famiglia originaria del Trentino, Odo (come era familiarmente chiamato) è una splendida figura di laico, marito e padre di 7 figli, che pagò con la vita la sua coerenza cristiana.
Come giornalista collaborò con l’Osservatore Romano e L’Avvenire d’Italia (di cui fu anche amministratore) e fu socio dell’Aser, l’Associazione Stampa dell’Emilia-Romagna. Sotto il fascismo svolse anche l’attività di ragioniere, assicuratore e dirigente dell’Azione Cattolica. Venne arrestato l’11 marzo 1944 mentre organizzava la fuga di un ebreo dal campo di concentramento di Fossoli e deportato in Germania dove morì a soli 37 anni nel sottocampo di concentramento di Hersbruck tra il 24 e il 27 dicembre 1944.
Papa Francesco lo ha proclamato Beato il 15 giugno 2013. Le Comunità Israelitiche italiane nel 1955 gli concessero la Medaglia d’Oro, mentre la Commissione dello Yad Vashem nel 1969 gli conferì il titolo di “Giusto tra le Nazioni”.
Martedì prossimo 27 gennaio ricorre il 70° anniversario della Shoah per non dimenticare lo sterminio e le persecuzioni del popolo ebraico e i deportati nei campi di concentramento nazisti.
Perché allora non ricordare anche il sacrificio di Odoardo Focherini, altro Eroe della nostra categoria e per di più anche Beato? Sarebbe un’occasione da non perdere per onorarne degnamente la memoria.
Pierluigi Roesler Franz
Consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti