20 anni di racconti raffinati ed esclusivi dal mondo dell’Intelligence adesso anche in rete

Gnosis: il giornale dei Servizi segreti

ROMA – «Il termine Gnòsi deriva dal greco antico γνῶσις (gnòsis), vocabolo comune il cui significato originario era “conoscenza”. Nelle scienza delle religioni, la parola Gnòsi assume un significato particolare, in quanto indica una forma speciale di conoscenza religiosa, che non procede dall’esperienza né a partire da principi o postulati, ma si realizza come dono divino, rivelata agli adepti mediante una sorta di illuminazione interiore, al termine di un percorso, spesso misterico, che garantisce il raggiungimento della salvezza spirituale solo a pochi iniziati».
Questo è il significato che ci dà Wikipedia di Gnosis, e finalmente anche noi abbiamo capito il senso e il significato profondo, che è poi quello della conoscenza pura, a cui si ispira una delle più belle riviste del mondo dell’intelligence, appunto “Gnosis”, rivista dell’Agenzia Informazioni e Sicurezza Interna, che nasce nel 2004 come evoluzione di “Per aspera ad veritatem”, istituita nel 1995 dall’allora Sisde, proprio per promuovere e diffondere la cultura dell’intelligence.
Per questo compleanno così importante esce oggi “Venti di Intelligence”, che è un numero speciale in cui si racconta, e magistralmente bene, la storia di questo magazine che per anni è stato solo appannaggio riservato di una élite molto ristretta di intellettuali e di analisti del settore molto privilegiati.
Una rivista che nel tempo è diventata il fiore all’occhiello dell’Intelligence italiana nel mondo, e che in questi 20 anni si è occupata esclusivamente di sicurezza interna e internazionale, avvalendosi delle opinioni dei massimi esperti del mondo istituzionale, accademico, scientifico e dei grandi analisti del mondo dell’intelligence.
Per noi è stata una vera scoperta. All’interno della rivista troviamo, in ogni suo numero, interviste esclusive, forum di altissimo livello scientifico, saggi inediti, articoli e rubriche su argomenti di estrema e scottante attualità, ma poi ancora commenti, analisi, storia, cultura, e nella sua ultima stagione una chicca finale anche i fumetti, alcuni dei quali raffinatissimi, attraverso i quali per decenni è stato raffigurato e raccontato “l’agente segreto”. «Spioni sì, ma con un sorriso. Perché dove non c’è umorismo non c’è umanità» scriveva Eugène Ionesco, e l’ironia è davvero un “agente” indispensabile per un racconto più sereno di un mondo affascinante quale è quello dei Servizi segreti.
Parliamo di una rivista raffinatissima, elitaria in tutti i sensi, fortemente impegnata nel sociale, documentatissima, soprattutto moderna, nei contenuti e nel racconto, per nulla stucchevole e pesante, ma dinamica e piena di vita, soprattutto ricca di novità e di informazioni di altissimo interesse mediatico. A volte – va anche detto – forse eccessivamente proiettata sul mondo arabo, ma comprendiamo che il tema del terrorismo, per essere ben compreso, ha anche bisogno di una indagine attenta delle aree di crisi del pianeta.

«Con questo numero speciale abbiamo voluto quindi celebrare il passato di Gnosis e proiettarla verso il futuro. Attraverso le voci sapienti di firme illustri, il volume festeggia vent’anni anni di attività editoriale della Rivista e la sua “promozione” a Rivista del Sistema d’informazione: lo fa ripercorrendo i principali temi ed eventi che, nell’arco temporale considerato, hanno dominato il dibattito nazionale e internazionale sul piano istituzionale, geopolitico, economico-sociale, tecnologico e della minaccia criminale e terroristica e provando poi, per quanto possibile, a immaginare criticità ed opportunità legate ai nuovi scenari che sembrano delinearsi all’orizzonte».
A firmare l’editoriale di questo numero speciale di “Venti di Intelligence” è Bruno Valensise, il numero uno oggi dei Servizi Segreti Italiani, dal 19 aprile del 2024 direttore dell’Aisi.

Bruno Valensise

“Informazione, conoscenza e verità”. Con queste tre parole – racconta Bruno Valensise – nel dicembre 2004, il direttore responsabile Alfredo Mantici introduceva la debuttante “Gnosis”, congedando “Per aspera ad veritatem”, rivista del Sisde fondata nel 1994, e sintetizzando le linee strategiche alla base del rinnovato corso editoriale, fortemente voluto dal generale Mario Mori nell’ambito di un processo di “autoriforma” del Servizio».
Così passano i venti, vela alta verso l’orizzonte senza angoli. «La caravella – scrive nel pezzo che chiude questo numero speciale sui 20 anni il direttore di Gnosis Alessandro Ferrara – è stata guidata a lungo da Gianfranco Linzi che, da direttore responsabile, ha raccolto i sogni di molti e le ambizioni di tutti perché si raccontasse l’intelligence con la forza delle pagine e delle parole.

Alessandro Ferrara

Alla Redazione ha aggiunto marinai volontari con pseudonimi e incarichi, offrendo agape prolifica di cultura per l’intelligence. Chi scorra le pagine delle opere citate coglie nell’invisibile con le ali, kairòs, il vento buono di un tempo senza tempo, come quello dell’intelligence…”.
Un riconoscimento direi solenne e dovuto ad uno dei più alti ufficiali dell’Arma dei Carabinieri, appunto il generale Gianfranco Linzi, che in questi ultimi anni ha fatto di Gnosis uno dei punti di riferimento della comunicazione istituzionale dell’Aiese, dando attraverso le pagine patinate ed eleganti del magazine una immagine che il mondo dei servizi segreti in Italia e nel mondo non aveva mai avuto. Non so se qualcuno gli darà mai una medaglia d’oro per questo, ma la sua stagione da direttore della rivista è stata – almeno per il mondo della comunicazione e del giornalismo italiano – una delle più esaltanti di questi 20 anni di Intelligence.

Gianfranco Linzi

Non ha nessun dubbio lo stesso direttore dell’Agenzia, Bruno Valensise: «L’informazione – scrive il capo dell’Aisi – è un importante fattore di riduzione del rischio, perché è capace di illuminare il campo. Churchill sosteneva, del resto, che un uomo politico deve possedere soprattutto una qualità, essere cioè in grado di prevedere ciò che sta per accadere domani, la settimana dopo, il mese successivo e l’anno seguente. E l’abilità di spiegare a posteriori perché non è accaduto nulla di tutto ciò. L’impegno che la Scuola sta profondendo nella creazione di percorsi formativi mirati in materia economico-finanziaria vuole essere un contributo a corroborare la capacità di previsione».
Ma che necessità c’era, 20 anni fa, di una rivista del genere?
Bruno Valensise lo spiega benissimo: «Erano anni – spiega – di grande fermento e preoccupazione a livello internazionale: la presa di coscienza del pericolo rappresentato dal terrorismo di matrice jihadista dopo l’attacco alle Torri Gemelle del 2001, l’affermazione di Internet e l’esordio dei software intrusivi (malware, virus informatici, trojan, ecc.), l’avanzare della globalizzazione, ecc.

11 settembre 2001: l’attacco alle Torri Gemelle

Questioni che agitavano non poco la nostra società, imponendo un cambio di passo sul piano della sicurezza nazionale da realizzarsi, oltre che tramite un rafforzamento delle strutture preposte, anche attraverso l’impostazione di un dialogo continuo tra la Comunità intelligence e la collettività. L’idea, quindi, di una rivista più aperta al mondo esterno rientrò in tale strategia; un tentativo “ambizioso e rischioso” – come ebbe a definirlo lo stesso Mantici nell’editoriale del primo numero – che, invece, poco più tardi, si rivelò un’intuizione vincente».
Il resto è storia contemporanea. Nell’agosto 2007 – lo ricorda ancora meglio Bruno Valensise – entrò infatti in vigore la Legge n. 124 (successivamente integrata dalla Legge n. 133 del 7 agosto 2012) istitutiva del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica così come lo conosciamo oggi, e con essa, il legislatore ridisegnava l’intero apparato di intelligence sulla base di tre pilastri: il concetto di sistema, il controllo democratico e la cultura della sicurezza. «La nuova disciplina – spiega – rispondeva, tra le altre cose, a quell’esigenza sopra richiamata di evoluzione dell’approccio operativo in risposta a minacce multiformi e trasversali».
Apparve subito evidente che la condizione ideale per una buona riuscita della riforma fosse la promozione e il radicamento di una cultura della sicurezza intesa quale conoscenza diffusa delle minacce e delle connesse attribuzioni degli organismi informativi, per lo sviluppo di un rapporto consapevole e cooperativo tra l’Istituzione e l’opinione pubblica.
Ecco allora che nasce e prende sempre più corpo Gnosis e che per il capo dei Servizi segreti Italiani «si legittimò quale vettore nobile di disseminazione di conoscenze, competenze e valori dell’intelligence nazionale, incrementando il proprio impegno a consolidare il legame di comprensione e solidarietà tra Stato e comunità civile, in linea con quanto tracciato dalla Legge 124/2007».

Palazzo Dante Sede unitaria dell’Intelligence italiana

Degne di nota, al riguardo – aggiunge Bruno Valensise – le produzioni editoriali parallele mandate in stampa a partire dal 2015: volumi di piccolo formato e agevole lettura tesi a demitizzare la figura dell’agente segreto per trasmettere un’idea di intelligence più familiare ma anche culturalmente pregiata. Così come la collaborazione sempre più proficua stretta con gli ambienti accademici che, nel tempo, ha portato Gnosis a imporsi quale veicolo di comunicazione scientifica, tanto da essere inserita nell’elenco delle riviste Anvur, l’Associazione nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca vigilata dal Mur.
Non ha dubbi il numero uno dei Servizi segreti italiani: «Oggi, la Rivista può continuare a giocare un ruolo fondamentale, avendo da sempre fatto della ricerca di un’alleanza costruttiva tra l’intelligence e la società civile la propria mission».
Ma come avvenne la scelta della testata?
È con questa domanda che si apre la lunga intervista di Alessandro Ferrara, l’attuale direttore responsabile della rivista, al generale Mario Mori che 20 anni fa tenne a battesimo la nascita di Gnosis.

Mario Mori

«Ho ritenuto – spiega il generale Mario Mori – che Gnosis, col vezzo culturale di pronunciarla con la “g” dura, fosse un termine immediato e innovativo e che, conservando l’aura di riservatezza, evocasse e sintetizzasse l’esigenza della conoscenza quale fondamento ideologico di un Servizio che deve mettere in condizione il proprio Esecutivo di decidere in modo ragionato e consapevole. Mi rifacevo alla lezione del presidente Luigi Einaudi, che nelle sue “Prediche inutili” aveva sottolineato l’importanza essenziale di “prima conoscere, poi discutere, quindi deliberare”. In questo senso, nella dimensione della conoscenza si declina l’“intero ciclo di intelligence, dalla ricerca delle informazioni all’analisi, sino alla diffusione degli esiti informativi verso le autorità competenti”».

Aisi

«È vezzo omografico l’uso doppio del “venti” sulla copertina di questo numero: 20 anni dalla nascita di Gnosis e i venti che accompagnano da sempre le rotte del cambiamento che la Rivista ha perseguito per aderire sempre al mutevole spirito del tempo. La mappa stellata dei venti in sottofondo – spiega nella sua straordinaria ricostruzione storica della vita del giornale il direttore Alessandro Ferrara – è, quindi, il palcoscenico nel quale si muove questo numero, sospeso tra l’avventura culturale vissuta nell’Agenzia Informazioni e Sicurezza Interna e il futuro senza angoli all’interno del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza, voce che raccoglie l’eco delle due agenzie, l’Aisi e l’Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna”.
Ma non è tutto qui. Alessandro Ferrara lo scrive a chiare lettere: «È anche il segno di come le scelte editoriali abbiano percorso tutte le direzioni della sicurezza nazionale, intesa sia quale bussola della cultura dell’intelligence sia quale esplorazione di nuovi spazi tematici che possano offrire spunti o lezioni per meglio interpretare gli interessi del Paese». Sul piano tecnico-normativo, invece, la Redazione ha curato la pubblicazione degli esiti di convegni organizzati dal comparto sui temi dell’intelligence così come ridisegnato dalla Legge 124 del 2007 – segreto di Stato, garanzie funzionali, promozione della cultura e comunicazione istituzionale – cui hanno partecipato gruppi di esperti, delle istituzioni e del mondo accademico, così da cogliere i nuovi orizzonti della sicurezza nazionale e rilanciare il dibattito nella platea dei lettori. Ha ospitato anche l’edizione del Glossario d’intelligence perché «le parole – evidenzia Alessandro Ferrara – sono il significante della segreta attività dei Servizi e possono offrire una scia di senso anche per la comprensione generale della cultura informativa».
Ma la cosa di cui l’intera redazione di Gnosis va fiera e l’angolo speciale dedicato a chi non c’è più, un recupero vero e sostanziale della memoria che è segno di grande civiltà e di grande senso dello Stato.
«Nel viaggio della Rivista il vento si trattiene un attimo sulla vela per ricordare le stelle cadenti che, spegnendosi, lasciano un prezioso testimone di sogni e di ambizioni a chi continui a navigare tra le anse dell’intelligence. Gnosis – ricorda Alessandro Ferrara – ha editato il saggio sul collega Nicola Calipari, morto durante l’operazione in Iraq per la liberazione di ostaggi nelle mani di terroristi islamici: e sono eco magiche le parole dell’autore, l’ambasciatore Giampiero Massolo, che consacra il 2015 all’eroe: “La memoria è un vento che non ci abbandona e che porta identità non sconfitte.

Nicola Calipari

Abbiamo deciso di dedicare il 2015 a Nicola Calipari, dirigente del Sismi caduto in servizio in Iraq. Il suo sacrificio … ha fatto conoscere agli italiani il volto di un mestiere difficile al servizio della libertà”».
Ma di “perle” come queste ne troviamo a decine e decine, frutto della passione infinita che il vecchio direttore, il generale Gianfranco Linzi, aveva per il mondo della pittura, della letteratura, della religione, dell’astronomia, dell’umorismo, delle fiabe, e tutto questo, a Natale soprattutto, diventava la scusa ideale per una strenna particolare ai propri lettori, una rarità assoluta nel mondo della editoria di questi ultimi venti anni. Saggi e numeri speciali da vera collezione.
Quale sarà il futuro del magazine?
Lo scrive, in questo numero speciale, con grande chiarezza e con la determinazione che le è sempre stata congeniale e cara, Elisabetta Belloni – ambasciatore e direttore generale del Dis dal maggio del 2021, fino a ieri Capo dell’Intelligence italiana – che parte da una premessa per niente scontata:

Elisabetta Belloni

«Grazie alla passione dei colleghi che l’hanno curata – prima del Sisde e poi dell’Aisi – e al contributo dei prestigiosi autori che vi hanno pubblicato – scrive Belloni – Gnosis ha costituito uno straordinario progetto editoriale di approfondimento e uno strumento di divulgazione della cultura della sicurezza».
«Oggi però – sottolinea la Belloni – inauguriamo una nuova fase: Dal 2025, infatti, il periodico non sarà più, o meglio non sarà solo, una pubblicazione dell’Agenzia interna, ma sarà la voce dell’intero Sistema di informazione per la sicurezza. La redazione, pur incardinata nel Dis, vedrà la partecipazione ideativa di entrambe le Agenzie».
E qui la “visione” conclusiva che troviamo nella postfazione di Elisabetta Belloni: «Questa fusione ci permette di mantenere intatta l’essenza che ha sempre caratterizzato la rivista, ma con una visione allargata e una capacità ancora maggiore di interpretare le tendenze del presente.

Alfredo Mantovano

Con il digitale, portiamo poi la nostra voce più vicina ad un pubblico interessato ai temi dell’intelligence, riducendo l’impatto ambientale e aprendo nuovi spazi di approfondimento…Benvenuti, dunque, nel futuro della nostra rivista, ora un progetto editoriale collettivo, nato per raccontare il mondo con passione e professionalità».
A dire grazie ai vecchi lettori, e naturalmente ai nuovi, è invece il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Alfredo Mantovano, oggi anche Autorità Delegata per la Sicurezza della Repubblica, che annuncia la vera grande novità della rivista, ovvero che da quest’anno «sarà distribuita esclusivamente on line e che, ne sono certo – scrive il vecchio magistrato – saprà soddisfare in modo ancora più efficace la curiosità intellettuale e le esigenze di conoscenza».
Per chiudere, posso lanciare una provocazione?
Sono certo che sarebbe molto interessante se il mondo ufficiale del giornalismo italiano e della comunicazione più in generale promuovessero degli incontri e dei dibattiti su quello che è stato il ruolo di questa rivista, e su quello che questa rivista ha contribuito a costruire al servizio dello Stato. Perché credo che siano molti i colleghi giornalisti in Italia a non conoscerla, e questo è un vero peccato. Così come il peccato forse più grande è ancora un altro, ed è la morte di questi volumi da biblioteca così belli e così pregiati che ora lasceranno spazio ad una edizione digitale che purtroppo non avrà più né forma, né peso, né dimensioni, né tantomeno il profumo tradizionale della carta patinata, e che nessuno di noi potrà mai più collezionare. Come dire? Che in nome dell’impatto ambientale rischia di morire fisicamente per sempre anche una delle riviste istituzionali più belle della storia della Repubblica. Per 20 anni è stato un bellissimo biglietto da visita per il mondo dell’intelligence. Per fortuna Gnosis continuerà ora a vivere in rete, ma forse non sarà più la stessa cosa.

Luigi Contu con il padre Ignazio

A questo proposito mi viene in mente Luigi Contu, il direttore dell’Ansa, che nel suo ultimo libro, “I libri si sentono soli”, racconta quello che gli ripeteva continuamente suo padre Ignazio Contu: «I libri vivono una vita propria che si incrocia con la nostra. Se li lasci abbandonati sugli scaffali per troppo tempo si intristiscono. Non basta comprarli e leggerli. Vanno vissuti, curati, consumati, soprattutto quelli che ti sono piaciuti di più o che ti hanno colpito, emozionato, magari turbato. Devi continuare a viverli anche dopo che hai finito di leggerli. I libri si sentono soli Luigi, come noi». Dio come è vero tutto questo. (giornalistitalia.it)

Pino Nano

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