Arrestata il 19 dicembre durante un servizio. La Farnesina impegnata per riportarla a casa

La giornalista Cecilia Sala è in carcere a Teheran

Cecilia Sala

ROMA – La giornalista Cecilia Sala, 29 anni, del quotidiano Il Foglio, dal 19 dicembre scorso è rinchiusa, in una cella di isolamento, nel carcere di Evin a Teheran dopo essere stata arrestata dalla polizia mentre svolgeva servizi giornalistici in Iran. Lo ha reso noto Il Ministero degli Affari Esteri precisando che il ministro Antonio Tajani, l’ambasciata e il consolato d’Italia a Teheran «stanno seguendo il caso con la massima attenzione sin dal suo inizio».

Il ministro Antonio Tajani

In coordinamento con la Presidenza del Consiglio, la Farnesina ha lavorato con le autorità iraniane per chiarire la situazione legale di Cecilia Sala e verificare le condizioni della sua detenzione. Oggi l’ambasciatrice d’Italia in Iran, Paola Amadei, ha effettuato una visita consolare per verificare le condizioni e lo stato di detenzione della giornalista e la famiglia è stata informata dai risultati.
Nata a Roma il 26 luglio 1995, Cecilia Sala nel 2015 ha iniziato a collaborare come inviata e reporter con Vice per poi lavorare con Michele Santoro a Servizio pubblico su LA7. Giornalista professionista, ha collaborato con Vanity Fair, L’Espresso, Rai, Will Media e Otto e mezzo su LA7. Dal novembre 2019 è nella redazione del quotidiano Il Foglio. Nel 2020 ha pubblicato per Huffington Post Polvere il podcast sull’omicidio di Marta Russo in collaborazione con Chiara Lalli. Nel maggio del 2021 la serie audio diventa anche un libro, “Polvere. Il caso Marta Russo”, edito da Arnoldo Mondadori Editore Strade Blu.

Cecilia Sala

Dal 10 gennaio 2022 è autrice e voce di un nuovo podcast, Stories, di Chora Media, che racconta ogni giorno storie dal mondo.
«Il 12 dicembre scorso – spiega Chora Media – Cecilia Sala era partita da Roma con un regolare visto giornalistico e le tutele di una giornalista in trasferta. Aveva fatto una serie di interviste e realizzato tre puntate del suo podcast Stories di Chora News. Sarebbe dovuta rientrare a Roma il 20 dicembre, ma la mattina del 19, dopo uno scambio di messaggi, il suo telefono è diventato muto. Conoscendo Cecilia, che ha sempre mandato gli audio per le puntate del podcast con estrema puntualità anche dal fronte ucraino nei momenti più difficili, ci siamo preoccupati e, insieme al suo compagno, il giornalista del Post Daniele Raineri, abbiamo allertato l’Unita di Crisi del Ministero degli Esteri. Abbiamo chiamato i suoi contatti iraniani, ma nessuno sapeva dove fosse finita. La mattina di venerdì non si è imbarcata sul volo di ritorno e la situazione si è fatta ancora più angosciante».
«Poche ore più tardi – aggiunge Chora Media – il suo telefono si è riacceso: Cecilia ha chiamato sua madre e le ha detto che era stata arrestata, portata in carcere e che aveva avuto il permesso di fare una breve telefonata. Non ha potuto dire altro.

Cecilia Sala a Kabul

Da quel momento è cominciata l’attività delle autorità italiane, in cui riponiamo tutta la nostra fiducia e con cui siamo in costante contatto, per capire cosa sia successo e per riportarla a casa. Solo dopo otto giorni, venerdì 27 dicembre, Cecilia ha potuto ricevere la vista in carcere dell’ambasciatrice italiana a Teheran. Cecilia Sala è una giornalista professionista che lavora per Chora News e per Il Foglio, e si trovava in Iran per fare il suo lavoro con lo scrupolo, la cura, la passione e la professionalità che tutti le riconoscono. La sua voce libera è stata silenziata e l’Italia e l’Europa non possono tollerare questo arresto arbitrario. Cecilia Sala deve essere liberata subito».
«Il punto – aggiunge, dal canto suo, il direttore del Foglio, Claudio Cerasa – è tanto semplice quanto drammatico: il giornalismo non è un crimine, e per una volta tanto scriverlo non è retorica ma è una realtà viva, reale e spaventosa. Quello che segue è un articolo che non avremmo mai voluto scrivere ma la dinamica dei fatti ci costringe a dover dar conto di un fatto grave che riguarda anche questo giornale.

Cecilia Sala

Il 19 dicembre, la nostra giornalista Cecilia Sala è stata arrestata in Iran ed è rinchiusa nel carcere di Evin, nel nord della capitale. Cecilia era in Iran, con un visto regolare, per raccontare un paese che conosce e che ama, un paese in cui l’informazione viene soffocata a colpi di repressione, di minacce, di intimidazioni, di violenza, di detenzioni, spesso ai danni degli stessi giornalisti. Abbiamo deciso di dar conto della storia di Cecilia dopo aver avuto rassicurazioni, dai capi della nostra diplomazia, che mettere al corrente i lettori della notizia del suo arresto non avrebbe rallentato gli sforzi diplomatici per riportarla a casa».
Cerasa ricorda che «l’Iran, come forse saprete, è uno dei posti peggiori al mondo dove essere giornalisti. È uno dei paesi più repressivi del pianeta in termini di libertà di stampa, il famoso Press Freedom Index del 2024, pubblicato da Reporters Without Borders, lo classifica al 176° posto su 180 paesi valutati.

Claudio Cerasa

Dal 2022, da quando cioè è iniziata la protesta “Donna, vita, libertà”, sono stati arrestati 79 giornalisti, alcuni condannati a pene severe. Solo nella prima metà del 2024 le autorità iraniane hanno arrestato o condannato almeno 34 giornalisti».
«L’Iran – conclude il direttore del Foglio – vuole utilizzare la vita di Cecilia per mostrare quanto è forte il regime. Facciamogli vedere noi quanto siamo forti facendo tutto il possibile per non far sparire per un solo giorno la sua storia dalle pagine dei nostri giornali, facendo tutto il possibile per ricordare alle autorità competenti quanto sia pericoloso cavillare intorno a un attentato alla libertà di stampa e facendo tutto il necessario per riportarla a casa. Il giornalismo non è reato, nemmeno nei paesi che reprimono tutte le libertà, compresa quella di stampa. Riportatela a casa». (giornalistitalia.it)

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