SANTA SEVERINA (Catania) – Consegnato a Youmna Elsayed Mohammed Abdelrahim (giornalista palestinese, corrispondente di Al Jazeera da Gaza, “per la stampa estera”), Cecilia Sala (giornalista di Chora Media e Il Foglio, “per la stampa nazionale”) e Andrea Castorina (“giornalista siciliano emergente” di Messina Today) il XX “Premio internazionale di giornalismo Maria Grazia Cutuli”, la giornalista uccisa nel 2001 in Afghanistan dove si trovava, come inviata del Corriere della Sera, per realizzare l’ennesimo reportage sugli orrori della guerra.
La cerimonia, svoltasi nel Cineteatro Eliseo di Santa Severina, terra natia di Maria Grazia Cutuli, e trasmessa in diretta da Etna Espresso Channel, è stata condotta dalla giornalista Stefania Battistini, inviata del Tg1 Rai, per mesi in prima linea sui fronti di guerra in Ucraina, da dove è stata richiamata poche settimane fa dall’azienda radiotelevisiva pubblica per ragioni di prudenza dopo che le autorità russe avevano emesso un ordine di cattura per lei e per l’operatore Simone Traini, sconfinati in territorio russo al seguito delle truppe ucraine.
«La mia presenza qui – ha esordito Stefania Battistini, che ha ricevuto il premio due anni fa – è il mantenimento di una promessa e un onore. Maria Grazia con questa sua passione bruciante, questa necessità, quasi ossessione, di stare dove la terra brucia, ha tracciato la strada per tanti giornalisti».
Presenti, tra gli altri, il sindaco di Santa Venerina, Santo Raciti, l’ex sindaco Salvo Greco, la sorella di Maria Grazia Cutuli, Sabina, che in mattinata ha accompagnato i premiati al cimitero della frazione di Dagala del Re per un omaggio sulla tomba della giornalista, e il giornalista Francesco Faranda, già segretario di redazione del Corriere della Sera e motore del Premio Cutuli dalla prima edizione. Faranda, nel consegnare il premio alla palestinese di Gaza, Youmna Elsayed Mohammed Abdelrahim, ha sottolineato il valore di «una donna che riesce ad essere mamma di quattro bambini, costretta a cambiare casa sotto le bombe per ben sei volte, e giornalista in quel paese disgraziato per continuare a raccontarci la tragedia di un popolo e l’orrore della guerra». (giornalistitalia.it)