Mattarella: “Grazie Rai”. Giampaolo Rossi: “Un viaggio a 360° nella storia del nostro Paese”

100 anni di radio e 70 di tv in mostra al Maxxi

ROMA – «L’augurio che rivolgo alla Rai, ai suoi dirigenti, ai tanti che vi lavorano è di continuare a essere specchio fedele della ricchezza inestimabile della società italiana e, insieme, impulso di progresso nel solco dei valori di libertà, democrazia, giustizia, solidarietà e pace sanciti dalla Costituzione repubblicana». Parole di Sergio Mattarella.

Sergio Mattarella

Due eventi, in particolar modo, rimarranno legati per sempre alla storia del 100 anni della Radio e ai 70 della Televisione: il primo, è il messaggio del Presidente della Repubblica affidato alla agenzie di stampa ai giornali il 6 ottobre scorso, giorno in cui ricorreva il primo secolo di vita della Radio. Il secondo, è la Grande Mostra della Rai al Maxxi di Roma fortemente voluta dall’amministratore delegato Giampaolo Rossi per far toccare con mano la storia della radio e della televisione di Stato. Per giunta, la Mostra di cui parliamo rimarrà aperta fino al prossimo 13 dicembre e l’ingresso è assolutamente gratuito per tutti.
Ma partiamo dal messaggio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 100° anniversario della Radio Rai, che è un elogio incondizionato e senza rete di cosa è stata la radio in questo nostro Paese.

Il Maxxi di Roma

«Il 6 ottobre del 1924 dalla stazione di Roma dell’Unione Radiofonica Italiana si diffuse nell’etere il primo programma quotidiano di trasmissioni radiofoniche in Italia. Un secolo – ricorda Mattarella – di imponenti trasformazioni politiche, sociali, tecnologiche è trascorso da quelle pioneristiche trasmissioni».

Radio e televisori in mostra al Maxxi di Roma

Ma perché la radio prima e la televisione dopo sono oggi così amate dagli italiani?
«Perché con la nascita della Repubblica – spiega il Capo dello Stato – la radio e, successivamente, la televisione, divennero un pilastro della costruzione civile e democratica del nostro Paese, diffondendo il pluralismo, promuovendo il dialogo e la partecipazione, trasmettendo alfabetizzazione e cultura».
Sergio Mattarella lo sintetizza in una battuta: «Il lessico della televisione contribuì alla nascita della lingua italiana moderna, agevolando la formazione di una comunità linguistica e di valori condivisi, in cui tutti gli italiani potevano riconoscersi».
Da allora, di acqua sotto i ponti ne è passata tantissima, ma oggi – osserva il Presidente della Repubblica – la Rai, «erede di una storia di così grande rilievo, si misura con altre sfide, in un contesto caratterizzato dal pluralismo delle emittenti televisive, dalle piattaforme digitali e dai social, in cui la Rai continua ad avere come missione quella di operare per la promozione della libera informazione e della cultura».
Per il Capo dello Stato, oggi la Rai è tantissime cose insieme: «Indipendenza, autorevolezza, pluralità delle opinioni, originalità, professionalità, innovazione, queste le doti che hanno permesso all’azienda, negli anni, di raggiungere prestigiosi risultati e di diventare voce affidabile e ascoltata nel panorama editoriale italiano e uno dei maggiori centri di produzione e diffusione dell’arte e della cultura».
Guai a pensare diversamente. «Il servizio pubblico televisivo – precisa ancora il Capo dello Stato – sa di essere al servizio esclusivo dei cittadini – in conformità al Media Information Act della Unione Europea – garantendo la pluralità delle voci, la qualità del prodotto e operando una rigorosa verifica delle fonti nel flusso delle informazioni, anche per fronteggiare quella vera e propria guerra ibrida caratterizzata dalla diffusione delle fake-news».

Microfoni e apparecchi radio in mostra al Maxxi

Che dire di più bello? E ora spostiamoci al Maxxi di Roma, uno dei musei più belli e più moderni d’Europa e dove, fino al prossimo 3 dicembre, sarà possibile gustarsi una mostra esclusiva sulla Storia della Radio e della Televisione. Per la storia della Rai un evento da non perdere e senza precedenti.

Giampaolo Rossi

«Questa mostra – spiega l’amministratore delegato della Rai, Giampaolo Rossi – è il frutto di una meticolosa ricerca e selezione di materiali – sapientemente custoditi e catalogati da Rai Teche – che offrono un viaggio a 360° nella storia del nostro Paese: un’immersione dal passato al presente e uno sguardo verso il futuro, come dimostra la sezione curata dal Crits – Centro Ricerche, Innovazione Tecnologica e Sperimentazione della Rai, che ci mostra la Rai del domani. Ma “70 anni di Televisione, 100 anni di Radio” è anche un’occasione per risvegliare emozioni e ricordi, scorrendo tra fatti, momenti e scene che hanno segnato la vita quotidiana degli italiani. I filmati, i documenti, i manufatti e i costumi esposti saranno lo specchio nel quale si riflettono le immagini della nostra storia, delle nostre passioni e del nostro essere italiani».
«Questo viaggio – conclude l’amministratore delegato della Rai – nella storia della radio e della televisione non è solo un omaggio al passato, ma un invito a guardare avanti, perché la Rai continuerà a raccontare l’Italia anche nei prossimi cento anni».
Questa mostra non è altro, dunque, che il racconto dell’Italia e della Repubblica attraverso la storia del Servizio Pubblico radiotelevisivo, e per vedere tutto quello che è in mostra questa volta non bisognerà pagare nessun biglietto di ingresso. Tantissime le chicche della mostra, una per tutte la storica Fiat 1500 della Rai, anno 1966, che ha seguito per radio e tv il Giro d’Italia, sino agli anni Settanta.

La storica Fiat 1500 della Rai che dal 1966 ha seguito il Giro d’Italia di ciclismo su strada

La vettura è “tornata in servizio”, grazie al Protocollo d’Intesa firmato da Rai con Asi – Automotoclub Storico Italiano, e che ha riconosciuto alla Fiat 1500 la Targa Oro n. 12610. Andatela a vedere la mostra, ne vale davvero la pena. (giornalistitalia.it)

Pino Nano

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