Il premio alla carriera per il giornalismo a Gianni Letta è stato la ciliegina sulla torta

Premio Mozia, cronaca di un successo annunciato

Premio Mozia 2024 (Foto Giornalisti Italia)

ISOLA DI MOZIA (Trapani) – “L’apostolo” Rosa Rubino e “il mecenate” Salvatore Lombardo, come li ha definiti Gianni Letta sin dal giorno della conferenza stampa di presentazione, al Circolo Canottieri Aniene di Roma, hanno dato forma al loro sogno di accelerare l’inserimento della “Civiltà Fenicio-Punica dell’Isola di Mozia e di Lilybeo” nella World Heritage List dell’Unesco “patrimonio dell’umanità”.

Salvatore Lombardo, Gianni Letta e Rosa Rubino (Foto Giornalisti Italia)

Il battesimo del Premio Internazionale Mozia, nell’incantevole isola dello Stagnone di Marsala, non ha fatto altro che confermare l’altissimo livello di un evento organizzato nei minimi dettagli dai coniugi Lombardo-Rubino con un presidente di giuria d’eccezione, Gianni Letta, al quale a sorpresa – e a sua insaputa – al termine della manifestazione è stato consegnato il Premio Mozia alla carriera giornalistica.

Pino Nano, Gianni Letta e Gerardo Sacco

Riconoscimento quale “giornalista di razza” e indimenticabile direttore responsabile del quotidiano romano Il Tempo, uno dei giornali in assoluto più importanti e più influenti d’Italia. Poi per lui, poi è arrivata la politica e ancora oggi è un uomo chiave del dibattito politico del Paese. A Mozia, però, Gianni Letta è stato premiato come giornalista per “una vita spesa all’insegna del giornalismo, al servizio della comunicazione e della crescita sociale del Paese”. Storia, la sua, di una “Eccellenza” che non è solo una Eccellenza Italiana.
Insieme a Gianni Letta, il “Premio Internazionale Mozia 2024” è andato ad altri grandi protagonisti della scena italiana che rendono onore e prestigio al nostro Paese.

Salvatore Lombardo, Incoronata Boccia, Gianni Letta e Rosa Rubino

Con lo storico direttore de Il Tempo, 89 anni meravigliosamente ben portati, sono stati premiati anche la giornalista Incoronata Boccia, vice direttore del Tg1 Rai, “autentica immagine dei 70 anni della Rai”, che insieme a Rosa Rubino, direttore da 45 anni del Vomere, il più antico giornale siciliano è stata la madrina di questa prima edizione del Premio;

Stefania Battistini “paparazzata” da Rino Barillari (Foto Giornalisti Italia)

l’inviata di guerra del Tg1 Stefania Battistini, icona del giornalismo Rai nelle aree di crisi più calde del mondo, in ultimo in Russia e in Ucraina ma pronta per ripartire;  la giornalista Paola Saluzzi, “regina del salotto televisivo di Tv 2000 Paola Saluzzi, accompagnata per l’occasione dal marito Gabriele Romagnoli, scrittore e giornalista di grande fascino letterario; la psicologa, psicoterapeuta, scrittrice e giornalista Maria Rita Parsi, straordinaria icona degli studi sulla psiche umana e sui grandi misteri della mente, grazie alla quale migliaia di bambini, donne e uomini hanno ritrovato il sorriso e la gioia di vivere; Rino Barillari, che Federico Fellini aveva incoronato “The King of Paparazzi”, il Re dei fotoreporter italiani conosciuto in tutto il mondo che sul palco del Mozia, con i suoi aneddoti ha divertito e incantato il numeroso pubblico.

Incoronata Boccia, Rino Barillari e Rosa Rubino (Foto Giornalisti Italia)

«Una leggenda vivente», ha ricordato il direttore di Giornalisti Italia, Carlo Parisi, mentre Gianni Letta ha sottolineato che “The King” non è solo il poeta della Dolce Vita, perché le sue fotografie sono lo specchio della storia di mezzo secolo del nostro Paese»;

Stefania Battistini e Carlo Parisi

Ibrahim Faltas, vicario della Custodia di Terra Santa durante il Capitolo 2022, instancabile testimone della guerra in Israele; gli stilisti Dolce&Gabbana (Domenico Dolce è nato a due passi da Marsala), straordinari interpreti della concretezza del Made in Italy  che li ha resi protagonisti indiscussi delle passerelle di tutto il mondo; l’orafo delle dive Gerardo Sacco che a Mozia, rivivendo con le lacrime agli occhi la sua infanzia nella Calabria che non ha mai voluto lasciare, ha commosso tutti; il prof. Rosario Coluccia, famoso italianista dell’Accademia della Crusca; lo scrittore napoletano e “giallista” di grido Maurizio De Giovanni; il prof. Gian Luigi Greco, guru dell’Intelligenza Artificiale all’Università della Calabria; l’archeologo Paolo Matthiae; il prof. Francesco Musumeci, uno dei padri della cardiochirurgia italiana;

Incoronata Boccia, Gianni Letta, Paola Saluzzi e Rosa Rubino

l’enologo Marco Stefanini che viene oggi considerato uno dei massimi esperti dei vini italiani nel mondo. Infine, premio alla memoria del compianto Gregory Bongiorno, il presidente di Sicindustria, morto per un arresto cardiaco nel gennaio 2023, a soli 47 anni, «che – ha ricordato Salvatore Lombardo – ha lasciato in tutti noi un esempio di trasparenza e di impegno che nessun siciliano potrà mai dimenticare».

Incoronata Boccia, Maria Rita Parsi e Rosa Rubino

«Con delle indiscusse eccellenze come quelle premiate, scelte con cura dalla giuria presieduta da un grande maestro come Gianni Letta,  in uno scenario unico come l’isola di Mozia e con la regia di due straordinari cultori del bello, come Rosa Rubino e Salvatore Lombardo, il “Mozia” si è già meramente conquistato un posto in prima fila nel panorama dei premi che antepongono il valore e il merito all’interesse e al clientelismo, purtroppo ampiamente diffusi in questo genere di eventi».

Salvatore Lombardo, Mario Nanni, Giulio Francese, Incoronata Boccia, Carlo Parisi, Ibrahim Faltas e Pino Nano (Foto Giornalisti Italia)

Questo il commento del direttore di Giornalisti Italia Carlo Parisi, segretario generale della Figec Cisal, sul palco per la consegna del premio a «Maurizio De Giovanni, straordinario interprete del cuore e dell’anima nobile di Napoli, che attraverso i sui racconti, di speranza e di riscatto, contribuisce a suonare la carica di un Sud, laborioso, solidale e ricco di talenti riconosciuti in tutto il mondo che da culla della cultura e della civiltà è stato, per troppo tempo, abbandonato dallo Stato costringendo i suoi figli migliori ad emigrare».

I protagonisti del Premio Mozia 2024

La cerimonia del Premio Mozia si è, dunque, conclusa con la consegna del prestigioso riconoscimento alla carriera al giornalista e uomo di Governo Gianni Letta. «La presidenza del Premio Mozia 2024, alla unanimità, e senza che lui ne sapesse nulla – spiega patron Salvatore Lombardo – ha deciso di assegnare il riconoscimento dell’anno, come Premio alla Carriera, al presidente del comitato scientifico del premio stesso, Gianni Letta, giornalista, avvocato, uomo di governo e punto di riferimento di mille relazioni istituzionali della storia della Repubblica».

La platea del Premio Mozia 2024

La motivazione letta da Incoronata Boccia, vice direttore del Tg1, alla presenza delle massime autorità culturali e istituzionali siciliane, con in testa la Fondazione Whitaker, racchiude straordinariamente bene il senso della vita del personaggio e la sua storia pubblica: «A Gianni Letta e alla sua storia.

Salvatore Lombardo, Gianni Letta e Rosa Rubino

Al suo ruolo istituzionale. Alla sua indipendenza intellettuale e morale che gli ha consentito di mettere a disposizione del paese il suo carisma e la sua ormai proverbiale capacità di mediazione e di collegamento posizioni e stagioni politiche diverse tra di loro.

Il Giovinetto di Mozia (Foto Giornalisti Italia)

A Gianni Letta, per il suo alto senso dello Stato, e per il grande equilibrio nella sua azione di Uomo di Governo al servizio della Comunità nazionale. A Gianni Letta per l’esempio imprescindibile di serietà e di rigore morale che da 70 anni dà al Paese, nel riconoscimento e nella stima trasversali di differenti versanti della società e della politica».
Non finisce qui. Lui è molto impacciato, ed è raro vederlo così, ma quando non ti aspetti una “celebrazione” così importante, allora la cosa diventa complicata anche per un intellettuale e un giornalista navigato come lui.
Dietro il Premio a lui dedicato, si diceva sottovoce a Mozia, c’è lo zampino non solo di Rosa Rubino, direttore de Il Vomere, ma anche quello di Mario Nanni, giornalista parlamentare, scrittore, oggi docente al master che si tiene alla Lumsa di Roma per la Scuola di Giornalismo, ma soprattutto storico responsabile del servizio politico dell’Ansa.

Le saline dello Stagnone di Marsala

«A Gianni Letta – è scritto ancora nella motivazione del Premio –, per questo suo eterno sorriso conciliante che dà ai giovani di oggi certezze che altri non hanno saputo dare. A Gianni Letta, che continua ogni giorno, con giovanile entusiasmo e alta abnegazione, con la sua presenza fisica e il suo impegno sociale, a raccontare il Paese nella sua evoluzione sociale e culturale suggerendo di confidare nell’avvenire, in un futuro di pace vera e di concordia sociale».

Premio Mozia 2024 (Foto Giornalisti Italia)

Questa è, invece, la storia che lega oggi Gianni Letta al Premio Mozia. Giornalista e uomo politico come pochi altri, dopo una laurea brillantissima in giurisprudenza, nel 1958, Letta diventa giornalista e redattore de Il Tempo, assumendone in seguito la direzione.

L’incantevole scenario dello Stagnone di Marsala (Foto Giornalisti Italia)

Sarà direttore responsabile de Il Tempo, che allora era uno dei giornali più prestigiosi d’Italia, dal 1973 al 87. Vicepresidente e direttore editoriale di Fininvest Comunicazioni dal 1987, è stato sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri nel corso del secondo e terzo governo Berlusconi (2001-2006), incarico in cui è stato riconfermato anche nel quarto Governo (2008-2011). Insignito delle onorificenze di cavaliere di Gran Croce (2002) e di cavaliere della Legione d’onore (2009), oggi continua a rimanere protagonista di primissimo piano della vita politica italiana, e punto di riferimento assoluto di intere generazioni di politici e uomini di Governo». «Elencare tutti i suoi incarichi – osserva Giuseppe Sciacca, storico regista di Rai 1 – significa ripercorrere la storia della Repubblica da cima a fondo».

Rino Barillari, Giuseppe Sciacca e Carlo Parisi

Che dire di più? Salvatore Lombardo e Rosa Rubino danno appuntamento all’anno prossimo per la seconda edizione della festa di Mozia, “sempre sull’isola”, e Gianni Letta sorridendo commenta: «Speriamo di poterci tornare, non avendo più però, almeno io, un’agenda lunga da poter rispettare». Per lui il 15 aprile prossimo saranno 90 straordinarie primavere. Lunga vita, direttore! (giornalistitalia.it)

Pino Nano

L’incantevole scenario dello Stagnone di Marsala (Foto Giornalisti Italia)

 

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