Storico capo ufficio stampa di Viale Mazzini ricordava tutti e lasciava in tutti un bel ricordo

Ciao Bepi Nava, anima nobile della comunicazione Rai

Bepi Nava

ROMA – Bepi Nava non era solo un giornalista della Rai. Era molto di più. E non era neanche un dirigente di primo piano dell’azienda pubblica Rai. Era molto di più. Lui era la Rai. Lo era per tutti noi che avevamo più o meno la sua stessa età.

Pino Nano

La nostra era la generazione della nascita della Terza Rete e dei primi Tg regionali, 1978-1979 e poi di seguito. Lui per tutti noi era l’uomo di collegamento tra il management della Rai di un tempo, allora irraggiungibile davvero, e noi che eravamo la base della piramide.
Di quella Rai, fatta da direttori generali che hanno fatto storia, da Ettore Bernabei a Biagio Agnes, da Gianni Pasquarelli ad Agostino Saccà in poi, lui era il portavoce ufficiale, era l’uomo della comunicazione aziendale, era la voce del potere ma era anche l’anima più nobile di questa nostra grande casa di vetro.
Non potevi non riconoscerlo, dopo averlo visto la prima volta: questo ragazzone dall’aria pacioccona e sorniona ti restava dentro per sempre, e non c’era una sola immagine televisiva che raccontasse il potere Rai di quegli anni, dove lui non comparisse in fondo alla scena, eternamente discreto, sempre in seconda fila, perfetto uomo ombra di chi allora guidava e governava la grande barca ammiraglia dell’informazione di Stato. Non potevi non volergli bene, e bastava che lui ti avesse incontrato una sola volta per poi ricordarsi di te nelle fasi successive della tua vita. Le carriere di molti di noi rimangono legate a lui, se non altro perché lui era per tutti noi la sola persona al mondo che si potesse chiamare o cercare a Viale Mazzini per chiedergli un consiglio utile.
Ma per molti di noi Bepi Nava era anche una parte importante della politica italiana di allora, figlio anche lui della Prima Repubblica, democristiano anche lui dalla testa ai piedi, Bepi era rimasto sé stesso sempre e dovunque, anche nei momenti in cui avrebbe potuto manifestare un atteggiamento altezzoso e da vertice aziendale. Semplice come un contadino delle nostre parti, rigoroso come un vecchio vescovo di allora, e cordiale come non mai, con chiunque lo avvicinasse o lo cercasse.
Ecco cosa è stato Bepi per tutti noi, un’icona di serietà e di compostezza, quasi una leggenda in un mondo dove la nevrosi quotidiana ha sempre rischiato di distruggere anche i sentimenti più belli e più puri. Non conosceva il senso del rancore, usava la mediazione come arma del confronto quotidiano con gli altri, e degli altri aveva un rispetto quasi sacro. Non conosceva né destra né sinistra, quando si parlava di Rai prima veniva l’interesse dell’Azienda poi tutto il resto, ma per lui l’uomo restava sempre al centro di tutto. Quanti direttori del personale sarebbero scoppiati prima del tempo senza di lui, e chi conosce la storia dell’Azienda e delle sue “arroganze” sa di cosa parlo.
Il team che oggi è diretto dal suo successore, Fabrizio Casinelli, non poteva scegliere dichiarazione più aderente a questa: «Bepi era un uomo con il profondo senso dell’essere al “servizio” della Rai. Questo, nel ricordo di chi lo ha conosciuto e ha condiviso con lui il lavoro, è stato Giuseppe – ma per tutti Bepi – Nava fino al 2010 storico Capo Ufficio Stampa della Rai, scomparso oggi a Roma. Di lui restano indimenticabili il garbo e la pacatezza bonaria che, unite ad autorevolezza, passione e disponibilità umana, sono state una cifra inconfondibile del lavoro svolto sempre nell’interesse del Servizio Pubblico. Un riferimento per tutti, interni ed esterni, dirigenti e giornalisti».

Bepi Nava

Ma la sua permanenza all’Ufficio Stampa della Rai – scrive Fabrizio Casinelli in una nota ufficiale della Rai – «è stata anche più lunga, prima di diventarne il capo più longevo, accompagnata da altre esperienze, come la guida della redazione marchigiana o quella di portavoce della allora potentissima ammiraglia Rai 1. Il suo sigaro perennemente tra le labbra, i suoi comunicati scritti a matita con la sua grafia minuscola, ma precisissima, le lunghe e interminabili riunioni del Cda pre-riforma. I suoi storici colleghi dell’Ufficio Stampa Rai si uniscono, affettuosamente, al cordoglio dei familiari e di quanti gli hanno voluto bene».
Nato il 7 dicembre 1942, Bepi Nava era giornalista professionista iscritto all’Ordine del Lazio dal 2 maggio 1968. È stato segretario del sindacato dei giornalisti Rai prima della costituzione dell’Usigrai.
I funerali saranno celebrati a Roma, mercoledì 28 agosto, alle ore 11.30 nella Chiesa del Cristo Re. Sono sicuro che, anche se non fisicamente presenti, ci saranno tantissimi di noi, che gli hanno voluto bene sin dall’inizio e per tutta la vita.
Alla famiglia il cordoglio del Direttore e della Redazione di Giornalisti Italia. (giornalistitalia.it)

Pino Nano

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