La presentazione dei palinsesti a Napoli “festa dell’orgoglio aziendale”. L’ad saluta Unirai

Sergio e Rossi: “La Rai è più viva che mai”

La presentazione dei Palinsesti Rai 2024-2025 all’Auditorium di Napoli

NAPOLI – «Ogni giorno mi sveglio e penso che noi siamo molto fortunati, perché lavoriamo in un settore che è il più bello del mondo: raccontiamo storie, riportiamo notizie, trasmettiamo emozioni attraverso i nostri contenuti e nutriamo pensieri critici che fanno crescere la nostra democrazia. Facciamo tutto questo attraverso la lente e i valori del servizio pubblico.

Marinella Soldi

Grazie a tutti i dipendenti e collaboratori della nostra azienda che ogni giorno lavorano senza sosta per permettere la messa in onda, la copertura delle notizie, il racconto di storie che portano la Rai nella vita dei nostri cittadini: in casa sulla Tv, in tram sul telefonino, sul desktop in ufficio».
Forte e appassionato il messaggio ufficiale del presidente della Rai, Marinella Soldi, per la presentazione dei nuovi palinsesti della Rai 2024-2025, che per l’occasione ha rimarcato quello che è il suo pensiero di sempre: «Sono tempi difficili. Dobbiamo cambiare per rimanere rilevanti nella vita mediatica sempre più frammentata; investire nel tanto di buono che c’è in Rai e fare autocritica costruttiva per trasformare ciò che non serve più. Sono convinta che il ruolo di un servizio pubblico indipendente, moderno, trasparente e meritocratico sia sempre più necessario e richiesto per i cittadini. Ci credo talmente tanto che continuerò a lavorare per il servizio pubblico… anche se all’estero».
Marinella Soldi, perfettamente consapevole che il suo mandato è alla fine, approfitta di questa mega occasione di incontro per il mondo Rai per salutare vecchi e nuovi amici di sempre, lei che all’interno del palazzo si è sempre fatta moto benvolere: «Un caloroso ringraziamento alla sede di Napoli che per il secondo anno ci ospita per questo evento. In effetti questo mio breve saluto è rivolto principalmente ai ringraziamenti, alla gratitudine che si prova alla fine di un percorso impegnativo e gratificante come è stato il mandato di questo Cda. Sarà, invece, l’amministratore delegato a presentare la sua opera. Chi mi conosce sa che credo profondamente che tutti in Rai possano fare la differenza, a prescindere dal ruolo e dalla gerarchia. Dunque, buon vento, ancora un grazie per il vostro lavoro, la vostra dedizione e la vostra attenzione, non smettete di sognare e di osare. Io, da cittadina utente, continuerò a seguirvi».

La sala dell’auditorium di Napoli riserva al suo messaggio un lungo applauso, ma lo stesso accade quando a parlare del futuro della Rai è Roberto Sergio. «La nostra, oggi, è una Rai in salute, ricca di voci e di talenti. È stato fatto un grande lavoro di squadra in questi 14 mesi. Siamo l’unica azienda che può parlare al passato, al presente e al futuro.

La presentazione dei nuovi palinsesti Rai a Napoli

Possiamo dire che siamo il futuro. Con Giampaolo Rossi abbiamo condiviso con impegno, passione e lealtà reciproca questi mesi di duro lavoro. Quattordici mesi intensi, difficili, straordinari. È stata complessa, perché oggettivamente non mi è mai capitato un assedio come quello che l’azienda ha vissuto quotidianamente», afferma con fermezza Roberto Sergio, l’amministratore delegato.

Roberto Sergio, amministratore delegato della Rai

L’occasione è servita al manager Rai per ricordare e salutare uno dei pilastri della storia aziendale Marco Anastasia, morto qualche giorno fa a Roma e che della Rai è stato una sorta di cordone ombelicale tra il cuore del management, le organizzazioni sindacali e le rappresentanze istituzionali, uomo di collegamento e soprattutto di mediazione. L’amministratore delegato della Rai ha, inoltre, voluto salutare in diretta Unirai, il dipartimento Liberi Giornalisti Rai del sindacato Figec Cisal: «Approfitto dell’occasione per fare un saluto a una neonata sigla sindacale, l’Unirai, un nuovo sindacato dei giornalisti».

Il direttore e il capo redattore della Sede Rai di Napoli, Antonio Parlarti e Oreste Lo Pomo

Roberto Sergio, da grande visionario quale è sempre stato, neanche in questa occasione così formale e solenne per la Rai lesina apprezzamenti a chi in queste ore ha preso le difese della Rai, anzi tutt’altro: «Permettetemi di esprimere sincero apprezzamento per le dichiarazioni fatte da Pier Silvio Berlusconi a difesa degli interessi legittimi del servizio pubblico. In particolare, credo che la Rai debba avere risorse certe per assolvere agli obblighi del contratto servizio».

Il direttore generale Giampaolo Rossi

«Un intervento illuminante», gli fa eco il direttore generale Giampaolo Rossi, convinto che «indebolire Rai e Mediaset significherebbe indebolire un’intera filiera industriale nazionale». E anche se questa potrebbe essere per lui l’ultima uscita pubblica, per via del prossimo rinnovo del Cda, Roberto Sergio parla all’auditorium della Sede Rai di Napoli con la consapevolezza piena di essere ancora la guida vera di questa macchina da guerra: «Guardiamo con molta attenzione – risponde Roberto Sergio ai giornalisti di Fanpage – al sentimento del pubblico. Lo facciamo attraverso i numeri di ascolto che dimostrano che la narrazione della Rai forse non coincide con il sentimento delle persone perché i numeri sono stati i più importanti degli ultimi anni. Il Qualitel ci dà medie superiori all’8. Credo si tratti più di una percezione di singoli giornalisti, singole testate, singoli sindacati o singoli politici. Ho invece la sensazione che i numeri indichino l’esatto opposto. Le polemiche che cercano di azzoppare un’azienda composta da 12mila dipendenti probabilmente non sono coincidenti con la realtà dei fatti. Se noi pensiamo che 4 stimatissimi professori universitari milanesi dicono una serie di cose che sono palesemente non vere. Credo si tratti più di una percezione vostra che del pubblico».
Ma fa lo stesso il direttore generale Giampaolo Rossi: «Esiste una Rai vera con 100/200 talent che lavorano quotidianamente, 12mila persone impiegate e una pluralità di generi. Una Rai che firma i rinnovi per i lavoratori con tutte le sigle presenti. Esiste questa Rai, e quella che viene raccontata senza alcun fondamento scientifico e da qualche giornale. Una Rai che non è quella che state vedendo. Non è una Rai staccata dal mondo, è una Rai che racconta il mondo. Vi chiedo lo sforzo di uscire dalla narrazione di una Rai che censura e entrare nella realtà di quello che avete sentito oggi. La Rai è un’azienda viva che bisogna tutelare». Ma non solo questo: «Chi verrà dopo – afferma Giampaolo Rossi – non lo sappiamo. Saranno Mef e Vigilanza a decidere, ma lo vivo con grande serenità, perché sono un uomo Rai, sono arrivato nel 2005 con Cattaneo a Rai Net, sono uscito ed entrato dall’azienda periodicamente. L’importante è puntare non sui singoli ma sulla squadra».
L’Auditorium di Napoli riserva loro una vera e propria standing ovation, nel segno più tradizionale del termine, perché come in ogni festa di presentazione dei palinsesti ancora ieri a Napoli si respirava aria di orgoglio dell’appartenenza, e tutto questo è davvero assi bello. È il segno che la Rai è più viva che mai e soprattutto è più reale di quanto non si immagini. (giornalistitalia.it)

Pino Nano

IL SALUTO DELL’AD ROBERTO SERGIO A UNIRAI

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