ROMA – Nel giorno dello sciopero dei giornalisti Rai, il 6 maggio 2024, il direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci non violò le prerogative sindacali dei giornalisti scioperanti mandando in onda un’edizione straordinaria del telegiornale incentrata sulla strage di Casteldaccia. Lo ha stabilito il Tribunale del Lavoro di Roma, che con l’ordinanza odierna ha rigettato il ricorso presentato dall’Associazione Stampa Romana, assistita dall’avv. Bruno Del Vecchio, nella parte relativa all’accertamento della condotta antisindacale da parte del direttore della testata del Tg1.
Il giudice Laura Cerroni, infatti, nell’ordinanza stabilisce che la Rai, assistita dagli avvocati Mattia Persiani, Roberto Pessi, Maurizio Santori e Giovanni Beretta, «ha mandato in onda un’edizione straordinaria del Telegiornale della testata Tg1 senza fare ricorso al personale scioperante, potendo utilizzare quello regolarmente in servizio». In tal caso, stabilisce il tribunale, «la comunicazione al Comitato di Redazione, avvenuta solo nei ristretti tempi di organizzazione dell’edizione straordinaria, ma, per vero, certamente, dopo la decisione di mandarla in onda, non violi le prerogative sindacali di cui al punto 3, lett. f) dell’Accordo del 4/12/2000».
I fatti: il 6 maggio scorso, nel giorno dello sciopero indetto dall’Usigrai, si verificò un gravissimo incidente sul lavoro con plurimi esiti mortali a Casteldaccia (Pa), in esito al quale il direttore della testata Tg1 predispose un’edizione straordinaria del telegiornale alle ore 16.49, poi andata effettivamente in onda alle ore 16.55.
L’Associazione Stampa Romana si era rivolta al giudice perché fosse accertata l’antisindacalità della condotta tenuta dalla Rai spa, poiché in violazione del disposto di cui al punto 3, lett. f) dell’Accordo del 4/12/2000, che stabilisce che, nel corso dello sciopero, «in caso di calamità naturali o eventi di cronaca di rilevante impatto sociale che costituiscono eventi imprescindibili per l’utenza dell’informazione radiotelevisiva pubblica, i Comitati di redazione garantiranno la riattivazione del servizio non appena possibile mediante tempestiva comunicazione ai giornalisti interessati».
La Rai, si legge nell’ordinanza, si è difesa opponendo che «in considerazione della contenuta percentuale di adesione allo sciopero, pari al 56% sul totale del personale in organico e al 71% sul totale del personale previsto in turno nella giornata, è stata in grado di organizzare l’edizione straordinaria del Telegiornale della testata Tg1 senza limitare il diritto di sciopero dei giornalisti quel giorno aderenti alla agitazione sindacale, avendo comunque avvisato il Comitato di Redazione, offrendogli di condurla».
«La gravità dei fatti – spiega il giudice motivando la sua decisione – si pone, in tali casi, quale limite al diritto costituzionale di sciopero dei giornalisti, i quali saranno richiamati in servizio, con interruzione dello sciopero in corso, dovendo il Comitato di Redazione garantire la riattivazione del servizio pubblico di informazione, nel minor tempo possibile», spiega il giudice Laura Cerroni. Che stabilisce così che «in relazione alla seconda censura mossa dall’organizzazione sindacale ricorrente alla Rai spa, non si ravvisa, pertanto, alcuna condotta antisindacale».
Il tribunale del Lavoro di Roma ha, invece, ravvisato l’antisindacalità della condotta della Rai nell’altra questione sollevata dal ricorso di Stampa Romana, ovvero la condotta tenuta dalla Rai spa «consistente nella omessa lettura del comunicato sindacale durante lo sciopero del 6 maggio 2024 in talune edizioni di Telegiornali della testata Rainews24».
La Rai aveva opposto di aver agito «in ossequio alla prassi applicativa consolidata circa il perimetro entro cui diffondere i comunicati sindacali, ricavabile dalle precedenti richieste di lettura, allegate in atti. Ha dedotto, invero, che in occasione dei precedenti scioperi le Associazioni Sindacali avevano sempre richiesto la lettura dei comunicati indicando specificamente i Telegiornali nei quali la richiedevano, tra i quali non figuravano quelli della testata Rainews24 in cui il 6 maggio 2024 è stata omessa». Ma la censura non è stata ritenuta condivisibile dal Tribunale del Lavoro.
Nel commentare l’ordinanza, Francesco Palese, segretario di Unirai, il dipartimento Figec Cisal dei liberi giornalisti Rai, sottolinea che «i colleghi che il 6 maggio scorso hanno lavorato per garantire la messa in onda dei Tg della Rai hanno esercitato un diritto costituzionalmente garantito. Mandare in onda i Tg, anche con edizioni straordinarie, come fatto dal Tg1, non ha nulla di antisindacale. La condanna del tribunale riguarda la mancata lettura del comunicato sindacale nell’edizione Lis, sportiva e in inglese, dei notiziari andati in onda su Rainews24».
Insomma, afferma il segretario di Unirai, «la montagna ha partorito il topolino. Aspettiamo fiduciosi anche i pronunciamenti attesi a Pescara e Bari. Come abbiamo detto il 6 maggio il muro è caduto. Il monopolio è finito. Qualcuno si metta l’anima in pace. E come abbiamo detto sempre il 6 maggio auguriamo altre 100 (o centomila) di queste “vittorie”». (giornalistitalia.it)