PESARO (Pesaro-Urbino) – “Non sono acida, è la gente che mi ha cambiato il Ph”. Ci scherza addirittura su Lucia Annibali, l’avvocatessa 36enne di Pesaro con il volto sfigurato dall’acido “per mano” del suo ex fidanzato, Luca Varani, condannato, sabato scorso, a 20 anni di carcere. Un’ironia che moltiplica la forza di questa donna e che, per l’occasione, il Premio del Circolo della stampa di Pesaro, edizione 2014, si condensa in un fumetto che scorre sotto gli occhi del pubblico, in un video autoprodotto che mostra immagini di Lucia felice, con le amiche, in vacanza, alle cene e alle feste, e poi in ospedale, con il viso bendato, la pelle mangiata dall’acido, gli occhi che non si aprono.
“Non so nemmeno io come ho fatto a sopportare il dolore che avete intuito in quelle foto. Comincio a rendermene conto solo ora”, ha detto Lucia Annibali, salutando le 300 persone, tra amici, parenti, giornalisti e quanti ieri pomeriggio sono riusciti ad entrare nella Sala di Palazzo Montani Antaldi scelta dal presidente del Circolo della stampa di Pesaro, Elio Giuliani, per premiarne il coraggio. E l’esempio.
“Mi sento di dire che la vita è meravigliosa, – ha proseguito Lucia – mi sta andando tutto bene, un giorno più bello dell’altro. Non so nemmeno io perché mi succede questo. Ma so che è fantastico”.
Al suo fianco, ieri, c’era Edoardo Caleffi, il primario del Centro grandi ustionati dell’ospedale di Parma, che non l’ha mai abbandonata dal 16 aprile 2013, giorno dell’agguato con l’acido. Da quella “notte buia e tempestosa” in cui conobbe l’avvocatessa arrivata d’urgenza nel suo reparto. E’ lui stesso a raccontarlo presentando il “film” delle due vite di Lucia, prima e dopo l’aggressione: “Non sapevamo se i suoi occhi potevano tornare a vedere, ma la forza di Lucia è nel cervello, è stata capace di fare come gli attori greci che cambiavano la maschera, ma restavano gli stessi”, ha spiegato ai presenti il primario, che si è definito “il secondo padre di Lucia, perchè Lucia è rinata dopo il 16 aprile dell’anno scorso in questa culla” (il letto dell’ospedale di Parma, reparto ustionati) dove l’avvocatessa è rimasta a lungo, sottoponendosi ad una complicata serie di inserzioni di pelle, di grasso, di fattori di crescita. Insomma “si è prestata a fare da cavia”, ha concluso il professor Caleffi, facendo capire a tutti che il feeling straordinario che lega Lucia al suo “angelo custode” e viceversa affonda le radici in un’indubbia capacità scientifica, a cui, però, la forza dell’ironia aggiunge quel che la medicina, da sola, non può garantire.
Continuano a scorrere sullo schermo le foto di Lucia. Anche quelle del suo volto subito dopo l’agguato. Immagini a colori, mostrate per la prima volta al pubblico. Uno choc, manco a dirlo. E poi pian piano la rinascita, fino al Cavalierato al Quirinale con il presidente Napolitano che le fa il baciamano, il tutto sulle note di “Happy”, la canzone-tormentone di Pharrell Williams.
Lucia Annibali riceve il premio della stampa nella sua Pesaro. Ringrazia e sorride, “lei che si vede così: un leone”, scherza il dottor Caleffi. E lei con lui. Perchè “la vita è meravigliosa”. E se lo dice Lucia Annibali…
Emozionante cerimonia di consegna del Premio del Circolo della stampa di Pesaro