POLIGNANO A MARE (Bari) – Le accelerazioni tecnologiche stanno sconvolgendo, tra l’altro, le metodologie produttive, il cosiddetto “mercato del lavoro”, le strutture sociali; ma stanno anche radicalmente mutando, e con velocità insospettata, le stesse strutture psichiche, collettive ed individuali; il modo stesso di pensare, di vedere e di vedersi. Stanno cambiando del mondo tanto la rappresentazione quanto, e in profondità, la volontà, per rifarci a Schopenhauer.
Fra queste accelerazioni una delle più potenti e “pericolose” è quella che riguarda la cosiddetta “intelligenza artificiale”, ormai nota con la sigla AI. Riguarda campi diversissimi, principalmente quelli nei quali il fattore umano era considerato finora indispensabile ed insostituibile; quello delle professioni intellettuali, per esempio. E per quanto ci riguarda molto da vicino, il giornalismo nei suoi molteplici aspetti: da quello della forza lavoro a quello delle aziende editoriali, dalla tutela del diritto d’autore alla mistificazione informativa difficilmente verificabile, fino alla sopravvivenza stessa della professione giornalistica come lavoro intellettuale contrassegnato da una forte eticità perché collegato al duplice diritto/dovere del giornalista di informare ed al diritto insopprimibile del cittadino di essere informato.
Proprio in considerazione della rilevante importanza sociale dell’informazione – deliberare senza conoscere diventa atto arbitrario, che annulla non solo la “professionalità” tecnica e scientifica di ciascuna deliberazione ma la democrazia stessa – i giornalisti (come gli altri professionisti) si sono dotati, affinandolo negli anni, di un complesso di norme deontologiche che vanno oltre il dettato delle leggi, che devono riguardare la globalità delle persone.
La deontologia del giornalista rischia di essere spazzata via dall’intelligenza artificiale, o da suoi usi indiscriminati? La necessità di normare l’AI è avvertita ormai anche a livello legislativo nazionale e sovranazionale. Per quanto riguarda le sue utilizzazioni, i suoi impatti, i suoi effetti collaterali nel campo del giornalismo, e in particolare della deontologia del giornalismo, sono necessari approfondimenti critici non occasionali. È quello che da oltre un anno sta facendo la Figec Cisal, Federazione italiana giornalismo editoria comunicazione, il sindacato nuovo dei giornalisti e degli operatori dell’informazione, della comunicazione, dei media, dell’arte e della cultura, approfondendo sul campo ed a livello scientifico.
Dell’impatto dell’intelligenza artificiale sul giornalismo e sui giornalisti si dibatterà, infatti, giovedì 6 giugno a Polignano a Mare (Bari) in un evento formativo per i giornalisti della durata di tre ore, dalle ore 15 alle ore 18 (5 crediti formativi per i giornalisti). Il corso si terrà nell’Hotel Covo dei Saraceni, in via Conversano 1/A. Per partecipare sarà sufficiente prenotarsi sulla piattaforma “Formazione giornalisti” del Cnog (selezionando “Corsi disponibili”, organizzatore “Ente Terzo Formatore”, “Associazione InformaGiovani”), ma sarà possibile registrarsi anche in loco, prima dell’inizio dei lavori.
L’evento, promosso dal consigliere nazionale pugliese della Figec Cisal, Vito Scisci, è organizzato dall’ente terzo formatore Associazione InformaGiovani in collaborazione con Figec Cisal e ha per tema “Intelligenza artificiale: fra etica e doveri, cosa cambia per i giornalisti?”. Il corso si propone di mettere a confronto esperienze ed opinioni diverse sull’impatto che le nuove tecnologie digitali ed in particolare l’intelligenza generativa hanno sul lavoro giornalistico e sulle responsabilità professionali dei giornalisti.
Ne parleranno: Carlo Parisi (segretario generale della Figec Cisal e consigliere nazionale dell’Ordine dei Giornalisti), Lorenzo Del Boca (presidente della Figec Cisal e, per tre mandati, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti), Michele Partipilo (esperto di deontologia e diritto dell’informazione, già presidente dell’Ordine dei Giornalisti di Puglia, componente dell’Esecutivo del Cnog e direttore della Gazzetta del Mezzogiorno), Giuseppe Mazzarino (coordinatore della Puglia e membro della Giunta esecutiva della Figec Cisal, componente del gruppo di lavoro sulla deontologia del Cnog, docente di Storia del giornalismo nel master in Giornalismo dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro); Vito Scisci (consigliere nazionale Figec Cisal, già consigliere regionale e nazionale dell’Ordine dei Giornalisti).
Il focus è sulla deontologia, ma inevitabilmente si parlerà di come l’intelligenza artificiale, senza norme chiare e ben studiate, rischi di travolgere, insieme con il lavoro e l’etica del giornalismo, lo stesso concetto di democrazia liberale come si è sviluppato nei millenni nel mondo.
Un percorso, quello sull’Intelligenza artificiale, che la Figec Cisal ha intrapreso da oltre un anno a Trieste con Studium Fidei, grazie al coordinatore del Friuli Venezia Giulia, Andrea Bulgarelli, e mons. Ettore Malnati promotori del convegno “Giornalismo tra digitale e intelligenza artificiale: opportunità e rischi per una professione da riformare” che, nella splendida cornice della Sala Maggiore della Camera di Commercio, ha visto protagonisti, tra gli altri, il segretario generale della Figec Cisal, Carlo Parisi, il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, il presidente della Camera di Commercio, Antonio Paoletti, il responsabile regionale dell’Ansa, Francesco De Filippo, e il presidente regionale dell’Odg, Cristiano Degano.
Un lungo e approfondito percorso che, grazie a ricorrenti appuntamenti, spesso con il coinvolgimento di svariati Ordini professionali (quello degli avvocati in primis) ma anche di esponenti dell’imprenditoria e di enti di ricerca, è stato propedeutico alla realizzazione della “Carta di Trieste per l’Intelligenza artificiale” che Studium Fidei ha presentato il 14 maggio scorso e che Figec Cisal propone in tutta Italia facendo tappa il 6 giugno a Polignano a Mare in Puglia. (giornalistitalia.it)
Giuseppe Mazzarino
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Hotel Covo dei Saraceni di Polignano a Mare (4 stelle)