La 61enne vincitrice di The Voice Senior a Giornalisti Italia: “La vita è bellissima a ogni età”

Diana Puddu: “Se amate qualcosa credeteci sempre”

Diana Puddu

ROMA – Diana Puddu si afferma come una delle voci più belle d’Italia grazie al talent show “The voice senior” condotto da Antonella Clerici su Rai 1. Stupisce  e commuove gli italiani che la votano da casa con il 45,06% delle preferenze.

Serena Maffia

Sarda di Quartu Sant’Elena, Diana ha una voce cristallina che fa vibrare gli animi, una voce magica e “curativa”. Nel team di Gigi D’Alessio, in poche ore il video della sua interpretazione di “Ti sento” dei Matia Bazar diventa virale. Ciò che colpisce immediatamente è la sua semplicità: struccata, nel suo tailleur blu, senza fronzoli né cosce al vento, né scollature mozzafiato (come Sanremo ha voluto quest’anno), lei è lì per cantare. Ed è subito amore!
– Ma chi è Diana Puddu, oltre a una mamma e una moglie, come ha voluto presentarsi al pubblico? Quando comincia per Diana la passione per il canto?
«Sono così come mi vedi, una persona semplice che ama cantare. Ho manifestato sin da piccola un profondo amore per il canto, una passione che mi è stata trasmessa da mio padre Gabriele. Durante i suoi lavori di pittura e decorazione delle case, mio padre Gabriele cantava incuriosendo i passanti. Inizio a esibirmi da piccola cantando appassionatamente sopra il tavolo di casa, usando il manico della scopa come microfono davanti allo specchio, prima di debuttare nei primi concorsi canori della regione Sardegna».
– Quali sono stati i tuoi idoli nella canzone ma anche come esempio di vita?

Diana Puddu con il coach del suo Team: Gigi D’Alessio

«I miei idoli sono tanti, sono cresciuta respirando la musica. Ogni periodo della mia vita ha avuto la sua colonna sonora, ricordo per esempio il periodo delle band inglesi come Toto, Supertramp, i Genesis, ancora Amy Stewart, Tina Turner ma anche i Nomadi, Mina, Mia Martini, Marina Rey, Patty Pravo, Caterina Caselli, Loredana Bertè, Elisa, solo per citarne alcuni. La lista è lunga».
– La tua formazione e le tue esperienze musicali?
«Non ho mai frequentato una scuola di canto, ho vissuto la mia crescita artistica sui palchi con leggerezza e passione e forse un pizzico di follia. Ho sempre detto: “datemi un microfono e io canto”. Mi sono sempre messa in gioco senza pensarci troppo, esattamente come ho affrontato il palco di The Voice Senior. Durante l’adolescenza sono entrata nei primi complessi e nell’89 nell’orchestra Pitzianti come voce solista, è qui che ho incontrato mio marito e la mia amica Esmeralda con i quali ho formato un trio. Canto per passione insieme a loro dagli anni ’90, sotto il nome dei New Karalis».

Diana Puddu durante l’esibizione a “The Voice Senior” su Rai 1

– Hai una bellissima energia che avvolge gli altri, sicuramente alla base c’è un grande amore ricevuto che si riversa sul mondo e su chi ti sta accanto. Attraverso la televisione sei entrata nelle case delle persone. La gente ti ama e ti vuole conoscere. Ci racconti un po’ di te, della tua infanzia, della tua adolescenza, della tua vita?

Diana Puddu con il figlio Corrado e il marito Paride dopo la vittoria a “The Voice Senior”

«Grazie, forse è proprio tutto l’amore per la vita, per i miei genitori, i miei fratelli e le mie sorelle, per mio marito, mio figlio ma anche tutti i nipoti, oltre che per la musica che mi ha avvicinata alle persone. Amo la mia famiglia e l’ho sempre anteposta alla carriera. Quando ero piccola ricordo che a casa si facevano sempre le faccende ascoltando musica, mio padre lavorava cantando e così anche io ho sempre fatto tutto cantando come nelle fiabe. Il canto è nelle mie vene sin da che ho memoria. Ho sempre cantato con semplicità sino ad oggi che ho 61 anni. In molti mi avranno ascoltata mentre mi esibivo nelle piazze della Sardegna e nei circoli sardi, prima di vincere The Voice Senior. Da piccola partecipai alla prima edizione del programma di Videolina “Avanti un altro” con Cesare Corda e a “Sanremo Domani” condotto da padre Mariano, ci tengo a ricordare con grande orgoglio che, per permettermi di partire, tutta la famiglia fece una “colletta”. Sono cose che non si dimenticano».
– Che cosa vuol dire per te cantare e utilizzare la canzone per “raccontare” e “trasmettere” agli altri?

Diana Puddu con Antonella Clerici

«Penso che la musica sia un linguaggio universale, uno strumento potente che unisce invece che dividere, che dà gioia, allegria e può essere anche di conforto in alcuni momenti. Quello che voglio trasmettere è proprio l’amore che ho per la musica, infatti, mi piace anche raccontarla oltre che cantarla. Durante le mie esibizioni spendo sempre qualche minuto in più sul palco per parlare del brano prima di iniziare a cantare, mi fa sentire più vicina al pubblico».
– Se tutti volessero scrivere una canzone per te, come accadde a Edith Piaf, di che dovrebbe parlare il tuo album?
«Se tutti volessero scrivere una canzone per me, sarebbe bellissimo. Probabilmente l’album parlerebbe della vita. Il mio primo singolo sicuramente parlerà di rinascita e di occasioni, non posso svelare di più per ora ma sarà un’emozione grandissima poter cantare per la prima volta un inedito. Non vedo l’ora di condividerlo con tutti voi. Nel frattempo dedicherò questi mesi a tutte le donne, con il concerto “In…canto di Donna”, il mio progetto dedicato alle voci femminili del passato. Il 13 maggio sarà la prima data del tour che mi porterà durante l’estate nelle piazze d’Italia. Era un progetto che avevo in mente da qualche anno e finalmente si sta realizzando».
– Il luogo dove ti piacerebbe cantare in Italia e nel mondo?

Diana Puddu

«Ho imparato negli anni che ogni palco, ogni serata ha la sua bellezza. Mi piacerebbe continuare a cantare tra la mia gente qui in Sardegna ma anche nelle tante belle città che abbiamo in Italia e da cui mi scrivono. In molti scrivono anche che sarebbe bello vedermi a Sanremo e visto che sognare non costa niente perché no, sogniamo in grande e poi chissà. L’importante per me è continuare a cantare».
– Diana Puddu è stato un piacere incontrarti, ti salutiamo ma non ti lasciamo andare senza un tuo motto…
«Se amate qualcosa credeteci sempre, non smettete mai. La vita è bellissima e continua anche dopo i 50, 60, 70. Il destino farà la sua parte ma voi non fermatevi. Ho sempre creduto che la musica fosse la mia vita e così è stato, magari il destino mi porterà tante altre novità, ma questo lo scopriremo insieme. Nel frattempo vi aspetto nelle piazze per il mio tour, seguitemi per tutti gli aggiornamenti. Grazie Serena, grazie Giornalisti Italia». (giornalistitalia.it)

Serena Maffia

 

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