COSENZA – Sono un giornalista pubblicista napoletano, iscritto all’Ordine dei giornalisti della Campania. Da molti lustri trascorro le vacanze estive in Calabria, a Marina di Sibari. Se oggi sono vivo e racconto la mia storia lo devo alle eccellenze sanitarie del Sud.
Lunedì 19 febbraio 2024, una data che resterà impressa nella mia memoria per sempre. Mi trovavo da solo a Marina di Sibari, solitamente un luogo vivace ma trasformato in una quiete invernale. Tuttavia quella tranquillità è stata interrotta da un incidente che avrebbe potuto cambiare irrimediabilmente il corso della mia vita.
Stavo calando una rete per materasso dal balcone al primo piano, quando un imprevisto mi ha fatto precipitare da un’altezza di circa cinque metri. Mi sono ritrovato sul patio sottostante, con il viso contro il pavimento e dolori lancinanti che mi facevano temere il peggio. Ho gridato aiuto con tutte le mie forze ma nel deserto invernale di Marina di Sibari sembrava che nessuno potesse sentirmi.
Fortunatamente un angelo custode si è presentato sotto forma di guardia giurata del villaggio. Grazie al suo intervento tempestivo e alla sua prontezza d’animo, è riuscito a chiamare l’ambulanza e a salvare la mia vita.
Mi risveglio il giorno dopo nella rianimazione dell’Ospedale Civile dell’Annunziata di Cosenza, trasportato lì in elicottero, circondato dall’affetto e dalle cure del personale medico e infermieristico. Mi spiegano che sono sopravvissuto per un vero miracolo: una vertebra spezzata che minacciava l’aorta, un arresto cardiaco durante l’operazione. Ma grazie alla loro professionalità e dedizione, sono qui a raccontare la mia storia.
Ho trascorso 18 giorni in ospedale, passando dal pronto soccorso alla camera operatoria, dalla rianimazione al reparto di chirurgia toracica. Sono stato assistito dalle mani esperte di medici, infermieri e operatori socio-sanitari che non hanno mai smesso di muoversi come gli ingranaggi di un orologio. Grazie alla loro straordinaria competenza e umanità, ho superato sfide che sembravano insormontabili.
Voglio ringraziare in modo particolare il dott. Daniele Scarascia, il chirurgo che ha eseguito l’intervento che mi ha salvato la vita, e tutti coloro che hanno contribuito alla mia guarigione. Ma non posso dimenticare che dietro ogni nome c’è un intero team di professionisti devoti al loro lavoro e alla salute dei loro pazienti.
Spesso si parla del Sud come di regioni arretrate nella sanità pubblica, ma la mia esperienza dimostra il contrario. Qui nel Sud, ci sono delle vere e proprie eccellenze, dei veri eroi che lavorano instancabilmente per garantire la salute e il benessere dei loro pazienti.
Come napoletano, mi auguro che storie come la mia possano cambiare il modo in cui percepiamo la sanità del Sud. Che i giovani talenti possano trovare opportunità qui, senza sentirsi costretti a migrare verso il Nord in cerca di migliori prospettive. E che i pazienti possano avere fiducia nelle nostre strutture, senza lasciarsi ingannare dalle sirene di luoghi lontani.
Grazie di cuore a tutti coloro che hanno reso possibile il mio miracolo. La vostra dedizione e il vostro impegno sono la vera linfa vitale del Sud. (giornalistitalia.it)
Carmine Schiavo
Carissimo Carmine, leggo in questo preciso istante del brutto incidente domestico che ha coinvolto la tua squisita persona. Intanto sinceramente felice dei positivi e miracolosi risultati post trauma. Esperienza che sicuramente ti ha segnato e che hai raccontato con grande lucidità e gratitudine verso gli operatori sanitari. La Calabria è anche questa. Tu ci vivi intensamente nei mesi estivi, da molti anni. Hai potuto apprezzare la generosità e la bravura dei calabresi in un ambito dove si vivono sofferenze, viaggi della speranza e sfiducia nelle Istituzioni. Voglio di cuore augurarti una completa guarigione. Un pensiero particolare alla tua meravigliosa famiglia, ai tuoi cari nipotini. Un caloroso abbraccio. A presto.