ROMA – «Viviamo in un Paese nel quale il dialogo cede il posto all’insulto e chi non la pensa come te va considerato un nemico da distruggere ad ogni costo. Un Paese nel quale alla povertà culturale, alla mancanza di idee e di progetti si sopperisce con la calunnia e la diffamazione per criminalizzare l’avversario.
Il dibattito di questi giorni sul sedicente bavaglio alla libertà di stampa che rappresenterebbe un emendamento che invoca il pieno rispetto di tre articoli della Costituzione, non è che l’ennesimo esempio di un Paese nel quale gli slogan cedono il posto alla verità oggettiva».
Palazzo San Macuto. Camera dei Deputati. Importante manifestazione per i 150 anni dalla scomparsa di Alessandro Manzoni. Serata ricca di riflessioni e di relazioni con una sala affollata come non mai, e dove il segretario generale della Figec Cisal, Carlo Parisi, che ha patrocinato l’evento, ha spiegato quanto Manzoni diventi attuale in questo delicatissimo momento politico della vita del Paese.
Invitato a portare un suo contributo e a offrire agli studiosi presenti una lettura in chiave “giornalistica” del linguaggio di Manzoni, Carlo Parisi ha spiegato quanto il pensiero di Manzoni sia oggi per il mondo del giornalismo e della comunicazione un monito e un appello alla serenità e al confronto.
«Manzoni, negli anni delle sue profonde riflessioni sulla storia e sul modo di raccontarla – ha spiegato Carlo Parisi – ci ha regalato uno dei saggi storici più significativi della letteratura italiana: la “Storia della colonna infame”. Un episodio realmente accaduto nella Milano del 1630, afflitta dalla peste e sotto la dominazione spagnola. Ovvero il processo sommario e la condanna a morte di diverse persone con l’accusa di essere “untori”. Una storia di interrogatori e torture degli arrestati e di promesse di impunità in cambio dei nomi di altri complici».
Analogie, purtroppo, presenti ai giorni nostri, «soprattutto nei casi in cui – spiega il segretario della Figec Cisal – la pressione dell’opinione pubblica, purtroppo spesso alimentata dalle fake news, reclama il mostro da sbattere in prima pagina indipendentemente dall’assurdità delle accuse. La storia dal punto di vista degli ultimi, narrata dal Manzoni, deve indurci seriamente a riflettere sia sul processo dei giudici che sugli aspetti etici e deontologici della professione giornalistica che – ci ammonisce Manzoni – non sono certo immuni al libero arbitrio nelle azioni umane».
Carlo Parisi ha ricordato anche Leonardo Sciascia che definiva i giudici della Colonna infame “burocrati del male”, «perché pur avendo gli strumenti culturali per rendersi conto dell’innocenza degli arrestati e dell’infondatezza delle accuse hanno preferito non usarli».
Non a caso, il giornalista e scrittore siciliano denunciava che la tentazione e il ricorso alla giustizia sommaria, farcita da ignoranza e informazioni mistificate, sopravvivono pericolosamente in una società ingiusta, fondata sul sopruso e sulla violenza, in cui le masse sono oppresse e i potenti agiscono spesso nell’illegalità. «Cattivi governi e potenti di turno – ammoniva Sciascia – sempre alla ricerca di scuse e capri espiatori per giustificare e mistificare le proprie nefandezze».
Lo stesso discorso – ha osservato Parisi – vale «per i giornalisti che antepongono lo scoop ad ogni costo al rispetto della persona». Un Manzoni, dunque, che diventa maestro di giornalismo, 150 anni dopo la sua morte.
«La storia è una guerra contro il tempo, in quanto chiama a nuova vita fatti ed eroi del passato», diceva Manzoni. A 150 anni dalla sua morte – ha concluso Carlo Parisi – nulla è cambiato. Anzi».
Ad aprire i lavori di “Manzoni 150”, nella Sala del Refettorio di Palazzo San Macuto, alla Camera dei Deputati, è stato l’ideatore del progetto Pierfranco Bruni, presidente della Commissione “Città Capitale del Libro” istituita dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.
Bruni ha letto il messaggio del Presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana, per il quale «l’occasione del 150° anniversario della scomparsa di Alessandro Manzoni ripropone all’attenzione di un largo pubblico la figura di uno dei padri della letteratura italiana, che tutti abbiamo imparato a conoscere e amare già sui banchi di scuola. Grazie alla continua revisione linguistica, rese il suo capolavoro, I Promessi Sposi, un romanzo universale e punto di riferimento della cultura italiana.
«Manzoni – questo il messaggio del presidente Fontana – è stato uno degli scrittori che ha maggiormente sostenuto i valori della religione cristiana. Attraverso i suoi personaggi e i loro dialoghi, egli ebbe, infatti, anche il merito straordinario di evidenziare la forza della fede, consentendo al lettore di riconoscere non solo il male, rappresentato, per esempio, dalla sopraffazione di uomini su altri uomini, ma anche di stupirsi di fronte alla potenza del perdono. Al centro dell’opera manzoniana ci sono gli umili, le persone semplici, che la storia sembra ridurre a vittime dei potenti. Gli umili di Manzoni sono, però, portatori di una profonda saggezza e di umanità».
Quanto basta per trasformare un evento letterario così importante anche in una grande agorà politica dove valori e principi diventano la mission degli studiosi presenti.
«Per Manzoni – evidenzia Fontana – è, inoltre, importante l’idea di comunità, in cui gli individui sono legati dalla solidarietà e dal senso di appartenenza a un unico contesto di valori. Sono temi eterni quelli che l’opera di Manzoni ci offre con il respiro della più alta letteratura. Il modo come li affronta è parte integrante della nostra identità. Vi giunga, quindi, il mio sincero augurio per il pieno successo dell’iniziativa».
Dopo Fontana, sono seguiti i saluti istituzionali di Luciano Lanna, presidente del Centro per il Libro e la Lettura del Mic, del sindaco di San Lorenzo del Vallo Vincenzo Rimoli (il primo comune insieme a Milano a Patrocinare il Progetto Manzoni 150) e di Anna Maria Tripodo, dirigente alla cultura della Città Metropolitana di Messina.
Presente l’intera Giunta comunale del Comune di San Lorenzo del Vallo, in provincia di Cosenza, guidata dal sindaco e dagli assessori, l’attrice Floriana La Rocca ha letto alcuni brani del Manzoni. Sono seguiti gli interventi di Maria Teresa Alfonso, Rosita Paradiso, Arianna Angeli, Ippolita Patera, Franca De Santis, Pasquale Motta, Franco Antonio Pinardi, presidente dell’Accademia Tiberina e segretario generale della Confederazione Giudici Tributari.
«Presentare “Manzoni 150” alla Camera dei Deputati – ha dichiarato Stefania Romito aprendo i lavori – ha costituito un momento di grande condivisione di quei valori fondanti che costituiscono la base della nostra esistenza. Quegli stessi valori di cui Manzoni si è fatto portatore non solo nelle sue opere ma nell’intera esperienza esistenziale. Il progetto, ideato e coordinato scientificamente da Pierfranco Bruni, si prefigge la finalità di scardinare gli stilemi precostituiti intorno alla figura di Manzoni offrendo nuovi ambiti di indagine. Il volume “Alessandro Manzoni. La tradizione in viaggio” (Solfanelli Editore) di cui sono curatrice, va in questa direzione. Un plauso a tutti i saggisti che hanno preso parte alla stesura del volume per aver saputo andare oltre le visioni confermate. Un ringraziamento sentito va al presidente Fontana che ci ha permesso di poter vivere un’esperienza unica e indimenticabile. Lo studio è composto di 33 saggi con esperti della cultura letteraria e filosofica. Un incontro straordinario che aperto nuove indicazioni proprio tra l’antico e gli studi moderni».
Presenti all’evento anche le delegazioni di alcune delle scuole che hanno aderito al progetto: il Brutium di Cosenza, il Casalini di San Marzano di San Giuseppe Taranto, il Liceo di Manduria e l’Istituto Mazzatinti di Gubbio.
Pierfranco Bruni riconosce che «Manzoni è il punto di riferimento tra Otto e Novecento con tutta la sua opera sino agli scritti filosofici che mettono in evidenza una forte cristianità». D’altronde, il suo, è anche il pensiero espresso dal Presidente della Camera nel suo intervento di saluto.
Un evento, insomma, che ha posto naturalmente in essere l’interesse per un Manzoni da rileggere. Prossimo appuntamento – annuncia Pierfranco Bruni – il 2 febbraio prossimo a Gubbio. (giornalistitalia.it)
Pino Nano
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