Il sindacato dei liberi giornalisti Rai replica al Pd che attacca il direttore per un servizio

UniRai: “Al Tg1 la linea non la dettano i partiti”

Gian Marco Chiocci, direttore del Tg1 Rai

ROMA – «Con il servizio di oggi del Tg1 su una manifestazione organizzata dal movimento Gioventù nazionale, definita non politica e elevata a evento patriottico culturale, la Rai ha toccato il fondo». I parlamentari del Pd in commissione di vigilanza della Rai contestano, così, il servizio andato in onda nell’edizione delle 13,30 del Tg1 chiedendo «l’immediata audizione» del direttore Gian Marco Chiocci. Presa di posizione immediatamente contestata da UniRai, il sindacato dei liberi giornalisti Rai, ricordando che “servizio pubblico” non significa dare voce e spazio solo a chi è gradito al Pd.
«Non consentiremo – afferma UniRai – che una segreteria di partito, quella del Pd, possa pensare di condizionare il sommario del TG1 o di qualsiasi altra testata Rai. Raccontare un’iniziativa promossa da un gruppo politico giovanile rientra nelle libertà delle scelte editoriali. L’autonomia e imparzialità dei giornalisti, ancor più dei giornalisti del Servizio Pubblico, non può sottostare ai desiderata di nessun partito».
«La professionalità e correttezza dei colleghi del Tg1 e della direzione Chiocci – rammenta UniRai – è testimoniata dai dati dell’Osservatorio di Pavia e Agcom a disposizione della Commissione di Vigilanza Rai. Da luglio a dicembre non c’è stato un mese in cui al Tg1 l’applicazione della par condicio non abbia riconosciuto un trattamento migliore alle opposizioni rispetto alla maggioranza». (giornalistitalia.it)

Il Cdr del Tg1: “Attacco grave e pericoloso” 

«La politica non dovrebbe permettersi mai di giudicare il lavoro dei colleghi della nostra testata. É una cosa grave e pericolosa. Eppure é accaduta proprio oggi riguardo al servizio che abbiamo mandato in onda sul ricordo di patrioti italiani morti per il nostro Paese».

Elisabetta Abbate

Lo afferma Elisabetta Abbate, presidente del Cdr Tg1, sottolineando che «i membri del Partito Democratico in vigilanza hanno attaccato il Tg1, accusandolo di fare bassa propaganda. Ma propaganda di cosa? Abbiamo dato semplicemente conto di una manifestazione fatta da un gruppo di giovani (Gioventù nazionale) al Cimitero del Verano, per  ricordare cosa voglia dire sacrificarsi per una nobile causa».
Abbate sottolinea che «lo scandalo dei rappresentati dem in vigilanza è, dunque, uno scandalo strumentale,  politicamente arrogante nei confronti del nostro lavoro. E oltretutto non supportato dai fatti. Il Pd ha letto i dati di Agcom e dell’Osservatorio di Pavia sui tempi dei partiti al Tg1? Se proprio non si può fare a meno di interpretare le cose da un punto di vista politico, ebbene, le analisi depositate trimestralmente in Vigilanza, dimostrano incontrovertibilmente che il Tg1 rispetta pienamente l’equilibrio di tutte le rappresentanze».
«Anzi: secondo i tempi di parola corrispondenti al risultato elettorale, il Pd, e le opposizioni in generale – prosegue il presidente del Comitato di redazione del Tg1 –  sono sempre sopra la soglia che dovrebbe essere loro garantita. Se del caso possiamo fare tutti noi un raffronto con gli anni e i governi precedenti, e vedere quanto l’odierno Tg1 sia molto più pluralista del passato. Pluralismo, imparzialità, correttezza, sono il nostro faro nell’attività quotidiana e respingiamo ogni ingiustificato attacco alla nostra testata». (giornalistitalia.it)

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