CAMPOBASSO – I telegiornali delle ore 14 delle emittenti televisive molisane Telemolise, Teleregione e Teletrigno sono andati in onda senza servizi, ma con i giornalisti imbavagliati in video per mezz’ora, “per stigmatizzare la legge a sostegno dell’editoria licenziata dalla quarta Commissione consiliare della Regione Molise. Una legge che – a giudizio delle tv molisane – non offre la possibilità di sostenere le emittenti televisive regionali, già penalizzate da un territorio in crisi, in cui le televisioni sono state fortemente penalizzate perdendo progressivamente gli introiti pubblicitari nel corso degli ultimi anni”.
“Senza un adeguato sostegno all’editoria – ricordano – molte emittenti rischiano di chiudere, si rileverà un danno concreto alla pluralità dell’informazione, e un ulteriore colpo inferto al lavoro del personale tecnico e giornalistico già penalizzato da un indicibile precariato”.
Telemolise, Teleregione e Teletrigno ritengono che la legge regionale sull’editoria “va rivista, adeguata alle esigenze di tutti e finanziata adeguatamente” perché “inutile, iniqua, confusa, e non commisurata alle reali esigenze di un settore che tutti, meno il governo regionale molisano, riconoscono di vitale importanza in una società moderna”. Una legge “che lascia fuori aziende con decine di dipendenti regolarmente assunti e con importanti margini di sviluppo e di nuova occupazione, se solo fossero sostenute con misure economiche chiare e interventi efficaci”.
Immediata la replica del presidente della Regione Molise, Paolo Di Laura Frattura. “Penso che mai – ha detto – come per la predisposizione del testo di legge per l’editoria, ci siano state condivisione e partecipazione di tutti. Oggi apprendiamo che rispetto alla proposta di legge approvata in giunta e licenziata dalla commissione consiliare competente ci sono altri problemi, cerchiamo di capire quali e ragioniamo”.
“Fermo restando il valore assoluto dell’informazione e di fronte alla libertà che tutti abbiamo di manifestare contrarietà, mi fa in qualche maniera specie – sottolinea Frattura – prendere atto di una protesta così forte della stampa molisana, considerando che si tratta di una proposta scritta a tante mani con la presenza e il contributo di editori, Ordine e Sindacato dei giornalisti”.
“Apprendo – aggiunge Frattura – che si parla di cambiamenti rispetto al testo approvato dalla giunta, ma nessuno mi indica quali siano. In che cosa sarebbe diverso il testo licenziato dalla commissione? A me non risulta. Sulla proposta che abbiamo scritto, proposta che mostra un chiaro indirizzo politico volto alla tutela dei lavoratori della stampa, da subito abbiamo registrato alcune osservazioni, che restano le medesime formulate durante la fase di stesura. Noi siamo pronti a indagare in Aula alcuni aspetti precisi ma ribadisco che la commissione ha licenziato esattamente il testo condiviso con editori e organismi professionali”.
Il presidente della Regione Molise si augura, quindi, che la protesta possa rientrare per non privare i cittadini di un loro diritto fondamentale, essere informati, come la stampa molisana ogni giorno con professionalità fa”.
La “condivisione” con Ordine e Assostampa sbandierata da Frattura viene, però, smentita dagli istituti di categoria dei giornalisti. “La proposta di legge per l’editoria, licenziata in Commissione, non si discosta da quella in precedenza approvata dalla Giunta regionale, che venne elaborata col concorso di tutti i soggetti che operano nel settore. L’unica variazione, peraltro di rilievo, riguarda – evidenzia l’Odg del Molise – introduzione dell’art 10 bis, il cosiddetto «de minimis» e cioè la cosiddetta «Clausola di salvaguardia comunitaria». Se il presidente Frattura non ne era a conoscenza, come pare di intuire leggendo il suo comunicato, vuol dire che si tratta di un’iniziativa non concordata con la Commissione ma, riteniamo, alla quale si può porre benissimo rimedio.
L’applicazione della Clausola di salvaguardia comunitaria consentirebbe di ottenere al massimo un contributo di 200 mila euro in tre anni: utili a una testata web, praticamente inutili per una tv o per un quotidiano, a riprova dell’importanza, da noi sempre sottolineata, di diversificare l’entità del contributo, secondo la differente tipologia editoriale (tv, giornali, siti web, web tv)”
L’Ordine “fida, dunque, in un proficuo dibattito in Consiglio regionale affinché la Clausola di salvaguardia venga eliminata, per garantire l’assegnazione di contributi effettivamente adeguati; basta applicare l’iter normativo, previsto dalla stessa Unione Europea, in relazione a programmi di sostegno che superino i massimali fissati dal «de minimis», esattamente come la Regione e lo Stato già fanno, ad esempio, proprio con le leggi nazionali a sostegno dell’editoria e delle tv locali.
Per il resto, l’impianto delle legge regionale, così come licenziato in Commissione, resta ancorato alla duplice esigenza di garantire la stabilità delle redazioni e l’emergere del lavoro nero: una legge a sostegno della professione che, nella proposta elaborata dall’Ordine e ripresa dalla Giunta regionale, prevede anche misure per favorire nuova occupazione tra i giornalisti.
Un sostegno finanziario adeguato, per tutti, che tenga conto di queste finalità, solleva in parte gli editori dal peso della crisi, dà certezze economiche ai giornalisti, ne incrementa l’autonomia e reca un buon servizio al pluralismo dell’informazione”.
Protesta dei giornalisti di Telemolise, Teleregione e Teletrigno per mezz’ora in video