ROMA – È venuto a mancare oggi, poco dopo le 10, il collega Gianni Bondini, 77 anni, colonna e storica firma della Gazzetta dello Sport, Premio Saint-Vincent, Stella d’Oro al merito sportivo del Coni e Premio Speciale Ussi nel 2022. È stato un grande giornalista, autore di celebri scoop, dall’arrivo di Diego Maradona a Pietro Mennea fino alle inchieste di politica sportiva.
Per la sua signorilità, la sua pacatezza e il suo garbo è stato sempre apprezzato non solo all’interno della categoria ma – cosa rarissima – anche dalle istituzioni. Era da tempo malato del morbo di Parkinson. Si è impegnato molto anche per il sociale come dimostra il suo infinito amore per la Corsa di Miguel.
Hanno espresso il loro cordoglio il presidente del Coni, Giovanni Malagò, e il presidente della Figc Gabriele Gravina. Per Malagò, che non ha mai smesso di chiamarlo anche in questi anni difficili della malattia, la sua morte è «una bruttissima notizia, una perdita enorme». Per Gravina, invece, «è scomparso un uomo, un professionista di altissimo valore che ha saputo fare della socialità, della curiosità e della voglia di raccontare i segni distintivi della sua vita. La sua firma appassionata ed elegante ha lasciato il segno nello sport italiano».
Ex cronista giudiziario (Unione Sarda e L’Occhio di Maurizio Costanzo), era nato a Roma l’8 gennaio 1946 ed era giornalista professionista iscritto all’Ordine del Lazio da 40 anni, dal 22 giugno 1983.
Negli anni Ottanta chi scrive ha avuto l’onore di trascorrere tante ore proprio assieme a lui, nel “Palazzaccio” di piazza Cavour, per seguire in Cassazione i processi civili e penali di interesse giornalistico. Gianni era un cultore della notizia e dei retroscena ed era particolarmente attratto dalla curiosità, tanto che era proverbiale la sua voglia di raccontare.
È stato commentatore di emittenti radio-tv private (Radioblu, Teleroma 56 e Videuno). Quindi a lungo capo redattore a Roma della Gazzetta dello Sport sotto la guida del grande Mario Pennacchia. Nella sua lunga carriera nella redazione della “Rosea” aveva anche seguito da vicino le vicende legate alla politica federale.
Il mitico direttore della Gazzetta, Candido Cannavò, lo aveva soprannominato il “commissario” o più semplicemente Bond, la sua sigla di battaglia giornalistica. Fu brillante anche in tv, nel famoso “Gol di notte” condotto da Michele Plastino, in quelle domeniche sera che finivano poi in piena notte in tavolate post trasmissione dove fra i suoi compagni di chiacchierate aveva gli amatissimi capitani della Lazio, Vincenzo D’Amico, e della Roma, Agostino Di Bartolomei.
Nel 1997, per le sue inchieste sul doping, ha ottenuto il Premio Saint-Vincent sotto l’Alto patrocinio della Presidenza della Repubblica, mentre nel 2009 la Stella d’Oro al merito sportivo del Coni e lo scorso anno il Premio speciale Ussi. È stato anche direttore responsabile giornale on line Accademiamaestridellosport.it ed editorialista di SportEconomy.it. È autore di “Effetto Mundial” e “100 volte Coni” (Edizioni Absolutely Free 2014).
Pochi giorni fa Bondini aveva rivolto al Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti un accorato e commovente appello alla riapertura dei termini per il ricongiungimento giornalistico dei pubblicisti. Ma, anche se per una manciata di voti, non è stato accontentato.
Sarà possibile dare l’ultimo saluto a Gianni lunedì 24 luglio, dalle ore 11 alle 13, nella Sala Presidenti del Palazzo del Coni, in piazza Lauro De Bosis 15 a Roma.
A sua moglie Lilli giungano le nostre più sentite condoglianze. (giornalistitalia.it)
Pierluigi Roesler Franz
Nei giorni scorsi aveva scritto al Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti
La sua ultima battaglia per il “Ricongiungimento”
Gentili Colleghi, Cari amici,
Per chi non mi conoscesse sono Gianni Bondini, Professionista dal 1982, già caporedattore della Gazzetta dello Sport a Roma. Da alcuni anni non sto benissimo, chi mi conosce lo sa, per via della malattia di Parkinson.
Sono stato sempre un fermo sostenitore dell’uguaglianza, del rispetto e della professionalità della nostra categoria.
Sono qui a chiedervi di trovare una soluzione per tutti coloro i quali sono pubblicisti ed esercitano attività giornalistica in via esclusiva (professionisti di fatto).
Ce ne sono tanti, lo sapete e lo so, e molti vorrebbero entrare, certamente tramite esame, nell’elenco professionisti.
In tutta questa aria riformista, sicuramente giusto visto che sono passati 60 anni, vi prego di non dimenticare tutti coloro i quali, fino ad un anno fa, avrebbero potuto usufruire del “ricongiungimento”.
Non uccidete questi colleghi, non denigrateli, non rendeteli attanagliati ad un elenco che, per diversi motivi, non è quello giusto. Dovrebbero essere professionisti, dategli la possibilità di fare l’esame.
La crisi, la pandemia, i soprusi talvolta subiti… potrei citarne tante di cose.
Pensiamo a loro e diamogli questa possibilità. Non togliamo la possibilità di passare di elenco attraverso il ricongiungimento. Gente a 35/40/45/50 anni di certo non può passare dalle scuole di giornalismo per degli ovvi motivi di mancato guadagno (oltre ad un esborso significativo di denaro). È impensabile.
Almeno per quest’anno riattivate il ricongiungimento. Ma secondo me dovrebbe essere mantenuto con i requisiti certamente, magari come quelli precedentemente usati.
A 77 anni spero di potervi consigliare e di dare voce anche a quei colleghi che chiedono soltanto di poter fare l’esame.
Attendendo una risposta,
Con somma reverenza e profondo rispetto.
Gianni Bondini