ROMA – Dopo aver raccontato il pensiero e le motivazioni che spingono gli ebrei israeliani a vivere nei territori occupati nel libro “Coloni. Gli uomini e le donne che stanno cambiando Israele e cambieranno il Medio Oriente” (LEG Gorizia, 2021), in questo nuovo lavoro Pietro Frenquellucci, ex caposervizio del Messaggero, rivolge la propria attenzione al composito mondo israeliano che si oppone al fenomeno degli insediamenti nella Cisgiordania, accusati di essere l’ostacolo principale alla soluzione del conflitto israelo-palestinese.
“Israeliani contro. La battaglia per i diritti umani dei palestinesi” (LEG Gorizia, 2023), questo il titolo del nuovo libro, prende spunto dalla Dichiarazione di Indipendenza dello Stato di Israele del 14 maggio 1948 che ha da poco celebrato i 75 anni di vita. In quella occasione, Ben Gurion sottolineò la volontà di Israele di vivere in pace con i suoi vicini, riconoscendo uguaglianza di diritti a tutti coloro che sarebbero stati sottoposti alla sua sovranità. Cosa è rimasto di quei propositi? Chi nel Paese lotta oggi per la loro attuazione? Quanto del concetto di uguaglianza annunciato nel ’48 è pratica reale nei territori conquistati con la guerra del 1967, in particolare nella Cisgiordania? Quali sono le prospettive di Israele, dei palestinesi e dell’occupazione dei territori?
Il tema viene affrontato incontrando direttamente in Israele personalità di alto profilo del mondo del pacifismo e del dialogo. Al centro delle riflessioni quella che viene da tutti ritenuta la vera emergenza nei territori occupati: la tutela e il rispetto dei diritti umani dei palestinesi, non di rado vittime della violenza dei gruppi più estremisti dei coloni. Insieme a questo tema c’è quello delle varie soluzioni politiche del conflitto israelo-palestinese: la nascita di uno Stato palestinese al fianco di Israele, oppure di uno Stato binazionale, o di una confederazione tra Stati o quella ancor più suggestiva di due Stati e una sola patria. A queste ipotesi si contrappone un’unica opzione: il perpetuarsi dell’occupazione della Cisgiordania.
Docenti universitari (tra loro anche il chirurgo israeliano di fama internazionale, Raphael Walden, che ha allestito un furgone sanitario con cui raggiunge i più sperduti villaggi palestinesi della Cisgiordania per curare gli abitanti privi di assistenza), uomini di cultura, ex parlamentari, diplomatici, ufficiali dell’esercito, avvocati, giornalisti descrivono la drammatica situazione nei territori occupati e ricostruiscono la nascita dei movimenti israeliani per la pace e i diritti umani. Nel racconto le ragioni del loro impegno per la tutela dei palestinesi e il tentativo di immaginare le prospettive per il futuro. A dare il loro contributo anche semplici cittadini, dalle più diverse personalità, attivi in alcune delle principali Ong impegnate in questo grande sforzo umanitario, spesso dimenticato. Tra loro un giovane rabbino nato negli Usa che accompagna i pastori palestinesi, durante le giornate e le notti passate sui pascoli della West Bank, per scongiurare gli assalti dei coloni.
Concludono il libro una serie di lunghi incontri-intervista, tra cui quelli con Ehud Olmert, l’ultimo premier israeliano a presentare un piano di pace ai palestinesi (2008), e con Tamir Pardo, ex capo del Mossad, i famosi servizi segreti di Israele, che esprime una durissima critica all’immobilismo della classe politica del suo Paese sul fronte del conflitto israelo-palestinese.
L’autore evita posizioni e commenti personali per lasciare agli intervistati – al loro pensiero, alle loro analisi e alle loro emozioni – il ruolo di protagonisti del libro.
Il volume è arricchito dalla prefazione del giornalista Ugo Tramballi, attualmente Senior Advisor dell’Ispi (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale), Global Correspondent ed editorialista de “Il Sole 24 Ore”. Tramballi è stato corrispondente dal Medio Oriente e da Mosca per “Il Giornale”. Tra i suoi libri “Il sogno incompiuto. Uomini e storie di Israele” (2008) e “L’ulivo e le pietre. Palestina e Israele: le ragioni di chi? Racconto di una terra divisa” (2002). (giornalistitalia.it)
CHI È PIETRO FRENQUELLUCCI
Pietro Frenquellucci, giornalista, ex caposervizio del Messaggero e del Corriere Adriatico, vive nelle Marche. Ha lavorato all’Agenzia Ansa, per la quale ha seguito anche alcune fasi dell’assedio di Sarajevo durante la guerra in Bosnia.
Ha collaborato con diversi quotidiani locali e con il Corriere della Sera. Sin dal periodo universitario, si dedica allo studio dei problemi del Medio Oriente, territorio che ha ripetutamente e a lungo visitato fin dai primi anni Ottanta.
È consigliere nazionale della Figec Cisal e fiduciario di Ascoli Piceno e delle Marche. (giornalistitalia.it)
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