Cig più pesante: i giornalisti vorrebbero incontrare i soci toscani ma l’editore non ci sta

Il Tirreno: sfiducia al direttore e 5 giorni di sciopero

Luciano Tancredi, direttore del quotidiano Il Tirreno

LIVORNO – L’assemblea dei redattori del Tirreno, riunitasi ieri mattina, è stata informata dal Comitato di redazione della volontà dell’azienda di rivedere gli accordi sottoscritti in sede ministeriale appena tre mesi fa (la firma risale al 26 gennaio) tra il Gruppo Sae e i rappresentanti dei giornalisti, della durata concordata di 18 mesi.
Rivelando che «si tratta dell’ennesima richiesta di modifica da parte dell’azienda di impegni formali presi in tavoli istituzionali», il Cdr evidenzia che «nello specifico, sulla scorta della sommaria illustrazione dei conti trimestrali e della proiezione a fine esercizio è stata messa sul tavolo dall’azienda la necessità di innalzamento della percentuale di cassa integrazione passando dall’attuale 18% al 25% per i prossimi dodici mesi. Una decisione che se adottata porterebbe un peggioramento ulteriore del livello salariale, dei carichi di lavoro e avrebbe ricadute devastanti sull’organizzazione delle redazioni e sulla qualità del giornale».
L’assemblea ha, quindi, respinto all’unanimità la richiesta dell’azienda, evidenziando «una serie di criticità, che oltre a quanto detto, mettono in luce l’inaffidabilità della controparte» proclamato lo stato di agitazione che prevede il blocco immediato dell’inserto Toscana Economia, affidando al Cdr un pacchetto di cinque giorni di sciopero.
«Alla luce del quadro sopra esposto e di un articolo uscito nella giornata del 16 maggio su Prima Comunicazione – afferma Il Cdr – nel quale “secondo fonti del Gruppo Sae” emergerebbe la volontà di effettuare una “importante riduzione del personale giornalistico del Tirreno”, i giornalisti all’unanimità chiedono che il Cdr incontri i soci toscani del Gruppo Sae, in particolare Maurizio Berrighi, Luca Santini, Davide Cilli e Stefano Filucchi, insieme al presidente Leonardis, per un confronto utile a fare chiarezza su uno scenario di giorno in giorno sempre più preoccupante per il futuro dei posti di lavoro e della testata».
In questo contesto di difficoltà l’assemblea ha evidenziato «l’assenza fondamentale di uno degli attori centrali, quello che dovrebbe guidare l’organizzazione della redazione, valutarne la tenuta, salvaguardare la qualità, vale a dire il direttore della testata».
A giudizio del Cdr «si tratta dell’ennesima vicenda nella quale, ad un tavolo in cui si decidono le sorti del giornale con ricadute sull’organizzazione, sul lavoro della redazione, sulla riuscita del prodotto che andrà in edicola il direttore sceglie di non presentarsi, un’assenza da qualunque confronto sindacale ma anche dal quotidiano dialogo interno alla redazione che i giornalisti purtroppo devono registrare da troppi mesi».

Alberto Leonardis

Per questo l’assemblea ha deciso di mettere al voto la fiducia al direttore. L’esito del voto su un totale di 47 giornalisti che hanno preso parte alla votazione: 40 hanno votato la sfiducia al direttore, 5 scheda bianca e 2 contrari.
Dal canto suo, l’editore Alberto Leonardis, replicando al Cdr, afferma che «al netto delle vicende di cui discuteremo domani nel corso dell’incontro se si confermerà, escludo totalmente la partecipazione degli azionisti da voi richiesti all’incontro. La vostra richiesta – afferma Leonardis – è totalmente bizzarra e irricevibile. Io sono il presidente ed amministratore delegato di Gruppo Sae e rappresento tutti gli azionisti dell’azienda tra cui vi sono soci toscani e non toscani. Nella sintesi sulla base delle deleghe affidatemi dall’assemblea e dal cda di Gruppo Sae decido io come e con chi incontrare il cdr o altri organismi rappresentativi dei giornalisti e/o del personale poligrafico ed amministrativo».
Il Tirreno ha in organico 69 redattori e una diffusione di circa 19mila copie. (giornalistitalia.it)

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