ROMA – «È la Festa di tutti i lavoratori, dei giornalisti e di tutti gli operatori dell’informazione, della comunicazione, dei media, dell’editoria, dell’arte e della cultura che, al pari di tante altre realtà, sono costretti a fare i conti con la coperta sempre più corta dell’occupazione.
Oggi si celebra un diritto sacrosanto, quello al lavoro, che non è un privilegio o un’opportunità concessi su base geografica o per conoscenza personale, ma la prima delle libertà. Per sottrarre le donne e gli uomini al ricatto e all’abisso dell’umiliazione.
Il lavoro per tutti: è questo il primo impegno che chiediamo al Governo di Giorgia Meloni. Il lavoro: e questo è il miglior augurio che, nella giornata del 1° Maggio, rivolgiamo a quanti l’hanno perso, lo stanno perdendo o non ce l’hanno e non vogliono e non devono rassegnarsi all’idea di non trovarlo. Noi ci siamo e saremo sempre al loro fianco. Al fianco di tutti i lavoratori.
L’impegno della Figec Cisal è quello di essere un sindacato moderno. Che include, non esclude. Un sindacato nuovo che si batte per tutelare e difendere i diritti di chi lavora, per dare valore al merito, per dare a tutti un’opportunità, soprattutto a quanti il lavoro non ce l’hanno, ma lo reclamano disperatamente perché l’hanno perso o non l’hanno mai avuto. Perché non c’è libertà senza lavoro, né può essere definito lavoro tutto ciò che viene fatto non solo sotto ricatto e sfruttamento, ma anche senza un’adeguata retribuzione.
Nella Confederazione Cisal, al fianco del segretario generale Francesco Cavallaro, con tutta la Figec – dal presidente Lorenzo Del Boca a tutta la Giunta Esecutiva, il Consiglio Nazionale, i Fiduciari regionali e provinciali – ribadiamo il nostro impegno a non voler lasciare indietro nessuno. Chi ha bisogno deve essere aiutato e chi vuole aiutare, creando lavoro serio, pulito e dignitoso, deve essere messo nelle condizioni di farlo.
La libertà ha un prezzo che ogni democrazia è chiamata a pagare assicurando a tutti lo strumento essenziale per ottenerla: il lavoro. Un costo che si paga ogni giorno, con sacrificio e fatica, subendo spesso amare delusioni per non veder riconosciuti merito e valore.
In questo 1° Maggio un appello lo rivolgiamo soprattutto ai giovani, a coloro i quali guardano ancora con speranza e ammirazione in primo diritto garantito dalla nostra Costituzione: abbiate il coraggio di difendere il vostro diritto al lavoro, la vostra dignità, non chinate la testa davanti al prepotente di turno. E, soprattutto, non lasciate le porte socchiuse, che tanto piacciono agli sfruttatori e alla criminalità. Il precariato è figlio anche del consapevole rifiuto di far valere i propri diritti: il lavoro va pagato e se lo stipendio non viene corrisposto bisogna avere il coraggio di dire basta e denunciare chi costruisce le proprie fortune sulla pelle dei lavoratori. La dignità non ha prezzo. (figec.it)
Carlo Parisi
Segretario Generale Figec Cisal
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