PALERMO – «“Tutti gli animali sono eguali, ma alcuni sono più eguali degli altri”. Che la celeberrima affermazione di George Orwell valga anche per quel che resta dei giornalisti e dei loro organismi di categoria?». Se lo chiedono i giornalisti Maria Pia Farinella (delegata all’Assemblea Nazionale e fiduciaria Casagit per la Sicilia), Vincenzo Lombardo (consigliere generale dell’Inpgi) e Orazio Raffa (componente del Comitato amministratore dell’Inpgi) in una lettera al presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, Roberto Gueli, ed a tutto il Consiglio regionale, inviata per conoscenza al presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine, Carlo Bartoli, al presidente dell’Inpgi, Marina Macelloni, al presidente della Casagit, Gianfranco Giuliani, e ai consiglieri nazionali siciliani dell’Ordine, Riccardo Arena, Giulio Francese e Santino Franchina.
«Caro presidente Roberto Gueli, responsabile dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, caro Consiglio dello stesso Ordine – scrivono Farinella, Lombardo e Raffa – che buona idea organizzare gli “Stati generali della parola, dell’informazione e dell’editoria” nei giorni scorsi. Ancora migliore se si pensa al contesto.
Alla scelta della località, Taormina, la più celebre in Sicilia, la più turistica e amata. Un successo assicurato, insomma. In pompa magna, va da sé. Ma com’è che avete dimenticato, tra un evento e l’altro, una cena e una passeggiata vista Etna, di inserire nel programma i rappresentanti eletti in Sicilia negli altri organismi di categoria, cioè Inpgi e Casagit? Siete nove i giornalisti eletti nel consiglio presieduto da Gueli, dodici con i revisori dei conti. Gli apostoli dell’informazione siciliana, si parva licet. A nessuno è venuto in mente di segnalare che i cosiddetti “Stati generali” hanno sempre previsto la presenza dei rappresentanti degli altri organismi? Per parafrasare Orwell avete dato la parola a tutti tranne che a tre. Alla fiduciaria della Casagit. A un consigliere generale dell’Inpgi. E ad uno dei cinque componenti eletti nel collegio unico nazionale del Comitato Amministratore della gestione separata dell’Inpgi, peraltro siciliano. In pratica colui che rappresenta in Sicilia e non solo, la platea di giornalisti rimasta dentro il recinto Inpgi dopo la migrazione della gestione principale all’Inps».
«Senza ironia – osservano i tre giornalisti – ci chiediamo se al Consiglio regionale dell’Ordine dei giornalisti sanno cos’è successo nell’ultimo anno all’Inpgi e alla Casagit. Che non si siano accorti di un cambiamento considerato “epocale” da chiunque in questa pur variegata categoria? Eppure si tratta del passaggio dall’Inpgi all’Inps dei giornalisti attivi e pensionati. Con tutto ciò che ha comportato e continua a comportare. Con i problemi che si sono verificati anche in Casagit in seguito al passaggio all’Inps. Adempimenti fiscali, trattamento economico modulato sulla base di tredici mensilità e non quattordici, pensioni, astensioni dal lavoro, invalidità. Eccetera, eccetera. Inpgi e Casagit si occupano di problemi concreti. Dello stato reale dell’informazione e del suo malessere. Lo testimoniano le decine e decine di telefonate e di richieste di aiuto che riceviamo dai colleghi».
«Siamo certi – concludono Maria Pia Farinella, Vincenzo Lombardo e Orazio Raffa – che si tratti di una dimenticanza. Un banale errore di distrazione nel mentre che si organizzavano eventi di alto profilo tra simboli e linguaggi, tra “il pluralismo dei territori e il pericolo delle fake news”. Deve essere andata così. Siamo convinti che chi rappresenta la deontologia professionale e l’unità della categoria in Sicilia, gli stessi che hanno riscosso anche la nostra fiducia elettorale, si siano semplicemente dimenticati di ciò che Inpgi e Casagit rappresentano per i colleghi».
Per la cronaca, il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti ha elargito all’Odg Sicilia un contributo di 9 mila euro per l’organizzazione della manifestazione nell’ambito dei festeggiamenti per i 60 anni dell’Ordine. (giornalistitalia.it)