ROMA – Sempre più surreale la vicenda legata all’annullamento delle elezioni del Consiglio dell’Ordine dei giornalisti della Campania e del Collegio dei revisori dei conti. Nonostante la convocazione delle nuove elezioni (26 febbraio, 5 e 19 marzo), il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha firmato ieri il decreto di commissariamento dell’Odg Campania che finirà per far slittare la tornata elettorale.
Commissario è stato nominato l’ex presidente dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia Romagna, Gerardo Bombonato, 71 anni, che – si legge in una nota del Cnog – avrà l’incarico di «provvedere, nelle date fissate dal Consiglio nazionale, ai sensi dell’articolo 8, comma 2 della legge 69/1963, alla convocazione e alla tenuta dell’assemblea per l’elezione del nuovo Consiglio e del Collegio dei revisori dei conti, nonché alla gestione ordinaria e al disbrigo delle pratiche urgenti, fino all’insediamento del nuovo Consiglio dell’Ordine».
Il provvedimento è legato alla sentenza della VII Sezione Civile del Tribunale di Napoli che ha annullato la delibera con la quale il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti ha respinto il ricorso di 28 giornalisti contro l’esclusione di quanti non sono stati ammessi al voto per le elezioni del Consiglio regionale dell’Ordine della Campania, per mancata comunicazione dell’indirizzo di Posta elettronica certificata, pur non essendo stati sospesi dall’Albo professionale.
Ricorso presentato da giornalisti professionisti e pubblicisti, iscritti nei rispettivi elenchi all’Ordine regionale della Campania, che nella tornata elettorale conclusasi il 7 novembre 2021 con la proclamazione degli eletti, non sono stati ammessi al voto in presenza al seggio in quanto, seppur in possesso di regolare Pec non l’avevano comunicata all’Ordine entro cinque giorni prima della data di convocazione per il voto elettorale on line.
Con la sentenza, che ha condannato il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti al pagamento delle spese di lite, quantificate in 9000 euro oltre accessori di legge, il Tribunale di Napoli ha ritenuto che «la tornata elettorale va ripetuta potendosi ritenere il relativo risultato potenzialmente inficiato dalla denunciata irregolarità, già adesivamente vagliata dal Consiglio Nazionale, non potendosi in senso contrario ritenere siffatto vizio ininfluente sull’esito della votazione e/o nell’interesse ad agire degli impugnanti come contraddittoriamente declinato dallo stesso Consiglio nella seconda parte del provvedimento impugnato».
Da ricordare che il Consiglio nazionale dell’Ordine (51 votanti su 54 presenti, 29 sì, 21 no e 1 astenuto) ha deciso di non appellare la sentenza, nonostante avesse respinto – recependo all’unanimità il parere della Commissione ricorsi – il ricorso dei 28 giornalisti campani ritenendo che «le irregolarità riscontrate non hanno falsato il risultato delle operazioni elettorali».
Vengono, quindi, ulteriormente rafforzate le perplessità sull’intera vicenda che, ricordiamo, ha visto comunque vincere senza dubbio alcuno la squadra di Ottavio Lucarelli, Enzo Colimoro, Marisa La Penna e Mimmo Falco, che ha ottenuto 8 dei 9 consiglieri.
I fatti, ricordiamo, evidenziano un’anomalia di non poco conto: la ripetizione delle elezioni solo per il Consiglio regionale. Prevalsa la tesi della ripetizione delle elezioni a causa della privazione del diritto di voto a quanti non hanno comunicato la Pec, ci si chiede infatti perché venga ritenuta, invece, legittima l’elezione dei tre consiglieri nazionali campani eletti dalla medesima platea elettorale. Procedura, va sottolineato per la quale l’Odg campano aveva chiesto indicazioni all’Ordine nazionale che, ribadiamo, aveva respinto il ricorso sia in commissione che in Consiglio nazionale. (giornalistitalia.it)