Se la normalità diventa notizia in un Paese che nega e calpesta il diritto e ignora il valore

Cristina, Antonietta e il volto bello del lavoro

Antonietta Pozzi e Cristina Poggioli

ROMA – In questo strano Paese, che è l’Italia, nel quale il diritto viene confuso con il favore e la logica del profitto prevale sul buonsenso e l’umanità, la normalità finisce per diventare notizia. E la notizia, soprattutto quando è di quelle belle, è giusto che corra di rete in piazza per tenere accesa la fiamma della speranza di poter vivere nella normalità.

Carlo Parisi

La notizia della settimana, giustamente riportata da tutti gli organi d’informazione, è quella della storia a lieto fine della trentaquattrenne Cristina Poggioli, assunta con un contratto per sostituzione maternità dall’Euroscreen di Sassuolo e rimasta a sua volta incinta.
Al dramma legato al rischio della perdita del lavoro, come purtroppo avviene in molte, troppe, imprese, è invece seguita la gioia di una scelta giusta, civile, umana, dell’azienda che ha deciso di assumerla a tempo indeterminato, non solo per tutelare i suoi diritti di donna e di mamma, ma anche per garantirsi una risorsa valida.
Intervistata da Ylenia Rocco, lo ha spiegato benissimo al quotidiano Il Resto del Carlino la sua datrice di lavoro, Antonietta Pozzi, sottolinenando che l’azienda Euroscreen ha voluto premiare la professionalità e la dedizione al lavoro di Cristina: «Ci è piaciuta molto come persona ed è anche risultata una risorsa valida. Se oggi non l’avessimo assunta sarebbe rimasta a casa senza poter usufruire delle agevolazioni per le mamme lavoratrici. Ci siamo così consultati e abbiamo ritenuto giusto assumerla a tempo indeterminato. Il contratto le sarebbe scaduto il 2 dicembre, continuerà invece a lavorare con noi fino al 23, dopodiché entrerà nel suo periodo di maternità. Per i grandi cambiamenti si parte sempre dai piccoli gesti. Dal punto di vista pratico può rappresentare un problema, ma non lo è se la persona è una risorsa valida. Lei affronterà la sua gravidanza serenamente e noi siamo sicuri che dopo la maternità sarà nuovamente dei nostri».
E Cristina Poggioli, che il lavoro l’ha trovato tramite l’agenzia interinale, è felice: «Mi avevano parlato molto bene di questa azienda. Il lavoro mi è piaciuto sin da subito, ma ad agosto ho scoperto di essere rimasta incinta. Sono già mamma di un bambino di 12 anni, avevo appena trovato questo impiego che mi piaceva molto; la gravidanza non era in programma. Inizialmente temevo di perdere questa occasione e ammetto di essermi trovata in difficoltà, soprattutto nei confronti dell’azienda, perché non avrei più potuto portare a termine la mia missione. Qualche giorno fa, però, sono stata convocata dai miei titolari: mi hanno proposto un contratto a tempo indeterminato. Non me l’aspettavo. Non sono cose che succedono spesso, soprattutto se sei l’ultima arrivata. Sono stata fortunata perché non capita a tutte le donne, a volte si è costrette a scegliere tra maternità e lavoro e non dovrebbe essere così. Oltre all’aspetto economico, c’è il grande aiuto psicologico. La gravidanza comporta sempre un cambiamento, almeno so che rientrerò in un ambiente amico e non sarò costretta a ripartire nuovamente da zero. È importante».
Euroscreen è un’azienda leader nella fornitura di prodotti e tecnologie per la stampa digitale, l’intaglio, la serigrafia, i display ed i tools da applicatore. E, grazie al gesto nei confronti di Cristina Poggioli, è senza dubbio leader anche nella tutela dei diritti dei lavoratori e nell’attribuzione del valore al merito. Concetti purtroppo sconosciuti ai più, ma vivi e solidi nelle imprese vere che credono e investono nel capitale umano rispettando la dignità e la professionalità dei lavoratori.
In fondo, basterebbe poco a questo nostro Paese per essere normale: non dimenticare mai che sotto un grembiule, una tuta, una divisa, c’è una persona; non scegliere mai i lavoratori per il loro aspetto e la loro obbedienza, ma per il loro valore; dare a tutti un’opportunità per dimostrarlo; dare valore al merito; non lasciare indietro nessuno. Perché il lavoro è un diritto e chi lo svolge con serietà, professionalità, scrupolo, passione, dignità, non è un mero numero o un costo da ridurre o da tagliare con un tratto di penna o con un clic. È un essere umano che chiede solo di vivere questo raggio di sole che è la vita senza la paura del buio. (giornalistitalia.it)

Carlo Parisi

Antonietta Pozzi e Cristina Poggioli

 

I commenti sono chiusi.