Cdr sconcertato dai richiami e dalla sospensione di 9 colleghi del quotidiano Il Tirreno

Giornalisti puniti per aver lavorato di più

LIVORNO – Il Comitato di redazione del quotidiano Il Tirreno ha «appreso con sconcerto dell’irrogazione di otto richiami e di un provvedimento di sospensione dal lavoro di un giorno, per nove colleghi della redazione di Firenze-Prato-Empoli, in merito alla presunta indebita assegnazione di alcuni turni notturni nel reparto durante il mese di settembre».
«Le lettere di contestazione recapitate il 28 ottobre scorso – evidenzia il Cdr – si sono tradotte prima in una risposta scritta, poi in un’audizione, in cui le persone coinvolte, per iscritto e oralmente, hanno fornito circostanziate spiegazioni sulle giornate oggetto della contestazione, fornendo debiti chiarimenti sul perché sia stato necessario ricorrere ai notturni per esigenze legate all’operatività della redazione e dimostrando in buona parte che quelle notti avevano lavorato».
Il Comitato di redazione spiega che «in alcuni rari e specifici casi, laddove è stato rilevato, i colleghi hanno indicato sparuti errori nell’attribuzione del turno notturno a qualcuno di loro, dovuti a meri errori materiali. E che sono stati chiariti e ammessi a dimostrazione di un clima collaborativo e del tutto estraneo a comportamenti intenzionali a detrimento dell’azienda, chiedendo che essi venissero tolti. Peraltro, prima dell’invio delle lettere di richiamo, i colleghi non sono mai stati contattati dall’azienda per poter fornire un chiarimento rispetto alle presunte anomalie rilevate».
Il Cdr ritiene «del tutto sproporzionate le misure irrogate, a maggior ragione dopo i colloqui avvenuti alla presenza di alcuni membri della rappresentanza sindacale, che ha potuto constatare l’estraneità dei colleghi a qualsiasi comportamento artatamente scorretto. È paradossale che vengano fatti richiami e sospensioni in merito a tre notturni contestati a colleghi che – come il resto della redazione – lavorano quotidianamente dalla 10 alle 13 ore al giorno, a fronte di un contratto nazionale che invece prevederebbe 7 ore e 12 minuti, regalando ogni giorno, in silenzio, la propria vita a questo giornale per passione, abnegazione, senso di responsabilità verso i lettori, verso il prodotto e verso il posto di lavoro, senza ricevere ma senza neanche mai aver chiesto un euro di straordinario, come invece lo stesso contratto prevederebbe».
«Se c’era un modo per andare a incrinare quella passione e quel senso di appartenenza al Tirreno e alla sua storia che i giornalisti di questa testata hanno, – sottolinea il Cdr – sicuramente l’azienda, con questi provvedimenti, è riuscita a trovarlo».
A giudizio del Cdr del Tirreno «ci troviamo di fronte a uno schiaffo a una parte della redazione e dunque a tutta la redazione, che conferma ancora una volta la scarsa attenzione alle risorse umane e la non comprensione di quanto sia importante la costruzione di un clima sereno, ancor più in un momento di crisi generale dell’editoria come questo, clima che il Comitato di redazione e la redazione tutta da sempre ricercano, come dimostra l’approccio collaborativo anche nelle ultime due recenti trattative, quella estiva in merito alla riorganizzazione delle edizioni e quella sul piano di tagli del 2023».
Per queste ragioni il Cdr, «oltre a sostenere i colleghi e a dirsi fin d’ora pronto nell’appoggiarli in qualsiasi azione legale dovessero intraprendere, chiede con forza l’immediato annullamento di quello che non può che apparire come un provvedimento di stampo punitivo, all’indirizzo di nove dipendenti di quest’azienda che – come ogni altro giornalista de Il Tirreno – ogni giorno investono all’interno delle redazioni uno sforzo che supera di gran lunga le ore di prestazione previste dal contratto nazionale». (giornalistitalia.it)

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