ROMA – Il metaverso (mondo virtuale) nella Pubblica Amministrazione e il riconoscimento delle figure professionali che operano come esperti di comunicazione e informazione digitale sono stati i due temi al centro della prima parte dell’Assemblea Nazionale di PA Social, prima associazione italiana dedicata alla comunicazione e informazione digitale portata avanti attraverso web, social network, chat, intelligenza artificiale.
L’incontro tenuto a Roma, presenti cento partecipanti da tutta Italia e trasmessa in diretta sulle pagine Facebook, Linkedin, YouTube, Twitch, è partito da un risultato di grande importanza: l’iscrizione dell’Associazione negli elenchi del Mise (Ministero dello sviluppo economico) per il rilascio delle attestazioni professionali ai sensi della legge 14 gennaio 2013, n. 4 “Disposizioni in materia di professioni non organizzate”.
In particolare, sulla questione del riconoscimento delle figure professionali c’è stato un dibattito al quale hanno preso parte Francesco di Costanzo (presidente di PA Social), Mario Morcellini (professore ordinario Università La Sapienza, Roma), Sergio Talamo (direttore Comunicazione Formez PA), Luisa Gabbi (Direttivo PA Social), Angelo Luigi Baiguini (vicepresidente OdG nazionale) e Pier Carlo Sommo (professore a contratto dell’Università di Torino, consigliere nazionale Figec Cisal).
Pier Carlo Sommo, nel suo intervento, ha posto l’accento sul problema dell’indispensabilità dell’attestazione di comunicatore rilasciata ai sensi della legge 4/2013 che sia riconosciuta nei profili previsti nei Contratti di lavoro nazionali statali per i comunicatori pubblici, e anche nella revisione della legge 150/2000.
«Tale titolo – ha sottolineato Sommo – deve essere equiparato, ai fini di carriera, all’iscrizione dei giornalisti al loro Ordine. Aggiungo che attualmente l’unico sindacato dei giornalisti con la possibilità a pieno titolo di sedere direttamente al tavolo delle trattative per i contratti pubblici dell’Aran (agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) è la Figec Cisal. Questo a colmare la grave lacuna che ha impedito una corretta applicazione della legge 150/2000 per quasi 20 anni. Inoltre, è anche indispensabile la presenza della Figec Cisal al tavolo di lavoro di revisione della legge 150/2000 costituito presso il Ministero della funzione pubblica». Tutte le proposte sono state accolte favorevolmente dall’assemblea.
«La rivoluzione digitale che in questi anni ha radicalmente innovato gli strumenti di comunicazione e informazione della PA – ha sottolineato Pier Carlo Sommo – deve portare alla revisione della legge 150/2000 per dare il giusto riconoscimento professionale a giornalisti e comunicatori che già oggi lavorano nelle PA utilizzando i nuovi mezzi digitali».
«Sono ormai molte le affinità professionali tra i giornalisti e i comunicatori. L’informazione e la comunicazione sono tasselli di un unico sistema normativo che va rivisto per dar vita a regole valide per tutti. Una unicità di visione che è nell’essenza istituzionale della Figec». (giornalistitalia.it)
Sembra indispensabile e opportuna questa necessità di adeguare le affinità comunicative in ambito giornalistico. Grazie.