Grazie all’estensione dei crediti alle coproduzioni, mentre nelle sale italiane fatica

Il cinema italiano cresce all’estero

ROMA – Cresce il cinema italiano all’estero grazie all’estensione dei crediti alle coproduzioni, agli investimenti delle piattaforme, al rilancio di Cinecittà: ma all’interno il cinema fatica in sala (e di conseguenza, in prospettiva, che succederà sul piccolo schermo?).
Nel 2021 sono andati in sala oltre 50 film co-prodotti da Italia e altre nazioni (erano appena 26 nel 2017) con un valore generato pari a 60 milioni di euro (nove milioni nel 2017). I titoli italiani che hanno avuto una distribuzione all’estero nel 2021 sono stati 118, oltre il doppio rispetto ai 52 del 2017, il valore economico generato è di 114 milioni di euro (30 milioni di euro dei 2017).
Se a questi dati si sommano i circa 14 milioni di euro all’anno prodotti dalla library storica degli oltre 4000 film italiani dal 1930 al 2016, anche questi valorizzati negli utilizzi delle piattaforme, la ricerca di eMedia per Anica presentata al Mia a Roma, stima che l’industria italiana del cinema abbia potuto contare nel 2021 su quasi 130 milioni di euro che arrivano dal business con l’estero.

Nicola Borrelli

Piattaforme ma non solo, dall’intervento di Nicola Borrelli, direzione generale cinema e audiovisivo del Ministero della Cultura, risulta che nel 2018 gli investimenti esteri in co-produzioni attirate dal tax credit erano stati pari a 140 milioni di euro, nel 2021 sono più che raddoppiati in valore (310 milioni di euro), con ben 217 progetti in co-produzione supportati. E le coproduzioni, con le relative forme di incentivazioni studiate, non accennano a diminuire, nel 2021 il Ministero ha ricevuto domanda per finanziare 900 film italiani.
Il Made in Italy cinematografico va bene dunque, per fiction e documentari, meno per l’animazione, come risulta dalla discussione successiva, e si può migliorare, per esempio nella distribuzione all’estero.
Bene anche la nuova Cinecittà, dove non ci sono solo gli italiani a produrre, e non solo cinema, anche tv, ma soprattutto gli stranieri.
Il cinema rilancia quindi all’estero, grazie all’infrastrutturazione (studios di Cinecittà), l’apporto delle piattaforme e non ultimo, grazie al sostegno ottenuto con l’estensione del tax credit, di cui beneficia tutto il settore audiovisivo.
Bene fuori, male in casa: i dati della internazionalizzazione non risolvono i problemi interni della sala, i cui risultati rimangono importanti per la programmazione televisiva. Tv che ad oggi rimane un finanziatore primario del cinema domestico. (giornalistitalia.it)

I commenti sono chiusi.