CITTÀ DEL MESSICO – Ancora un giornalista ucciso in Messico, tra i Paesi più pericolosi al mondo per la stampa. Il reporter Fredid Roman è stato freddato a colpi di arma da fuoco lunedì pomeriggio a Chilpancingo, capitale dello stato meridionale di Guerrero.
Si tratta del quindicesimo giornalista assassinato nella nazione finora quest’anno, un dato che già consegna al 2022 il drammatico primato per il maggior numero di omicidi di cronisti in un solo anno dal 2000, secondo i dati dell’ong Articulo 19.
A gettare ulteriori ombre sull’uccisione di Roman è il fatto che poche ore prima della sua morte il giornalista aveva pubblicato un post su Facebook relativo al caso della scomparsa di 43 studenti avvenuta nel 2014 a Guerrero.
Una vicenda considerata tra le peggiori nella storia del Messico in tema di diritti umani e tornata sotto i riflettori la scorsa settimana, quando la commissione d’inchiesta istituita per far luce sull’accaduto ha definito l’episodio un “crimine di Stato” che avrebbe coinvolto agenti di varie istituzioni.
Roman ha avuto una lunga carriera come giornalista in diversi media ed è stato direttore del giornale La Realidad, che ha smesso di pubblicare diversi anni fa. Secondo quanto ricostruito dal quotidiano La Jornada, il cronista è salito a bordo del suo veicolo dopo aver lasciato il suo ufficio lunedì pomeriggio, quando due persone su una motocicletta lo hanno raggiunto e hanno aperto il fuoco su di lui più volte. All’arrivo dei soccorsi, Roman era già morto a causa delle gravi ferite riportate.
Nel suo ultimo lavoro pubblicato su Facebook relativo al caso dei 43 “desaparecidos”, il giornalista ha menzionato un presunto incontro tra quattro funzionari al momento della scomparsa degli studenti, tra i quali l’ex procuratore generale Jesus Murillo Karam. Quest’ultimo è stato arrestato la scorsa settimana insieme a militari, poliziotti e narcotrafficanti dopo la pubblicazione del rapporto della commissione d’inchiesta relativa al caso. Non è chiaro se l’articolo del giornalista sugli studenti scomparsi o il suo lavoro in generale abbiano avuto un ruolo nella sua morte.
La Procura di Guerrero ha riferito che una delle piste di indagine seguite potrebbe essere correlata all’omicidio del figlio di Roman, avvenuto il primo luglio scorso, ma non a causa del suo lavoro giornalistico.
Il presidente Andres Manuel Lopez Obrador ha deplorato l’omicidio di Roman e ha assicurato che il suo governo sta lavorando al caso. Ma quella contro i giornalisti in Messico sembra essere una violenza senza fine: secondo Reporter Senza Frontiere, dal 2000 oltre 150 cronisti sono stati assassinati nel Paese, e la maggior parte di queste uccisioni rimane impunita.
In base ai dati di Articulo 19, durante l’attuale amministrazione López Obrador, da dicembre 2018, in Messico sono stati registrati oltre 2.000 attacchi contro la stampa, inclusi più di 40 omicidi. (ansa)
Stefano Intreccialagli