BOLOGNA – La Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi) e l’Associazione stampa dell’Emilia-Romagna (Aser) esprimono viva soddisfazione per la sentenza pronunciata dal giudice del Tribunale del Lavoro di Rimini, Lucio Ardigò, in merito al licenziamento di una giornalista della Voce di Romagna accusata dall’azienda – fatto inaudito – di avere rilasciato false dichiarazioni al giudice nell’ambito del procedimento per comportamento antisindacale intentato dall’Aster nei confronti dell’editore della Voce, Giovanni Celli.
Il fatto per cui la collega era stata chiamata a testimoniare riguardava il reintegro di un componente del Comitato di redazione licenziato dall’editore con una ragione pretestuosa, in realtà per essersi fatto portavoce del malessere dei colleghi che non ricevono lo stipendio da molti mesi.
La collega – assistita brillantemente dai legali dell’Aster, avv. Alberto Piccinini del Foro di Bologna e avv. Gianni Scenna del Foro di Rimini, a cui va il plauso del Sindacato dei giornalisti – aveva impugnato il licenziamento avvenuto in data 6 settembre 2014 sostenendo che si era trattato di una ritorsione.
Il giudice stesso, nel suo provvedimento, ha sottolineato che il licenziamento per ritorsione è stato ricondotto dalla giurisprudenza alla fattispecie del licenziamento discriminatorio. Esaminato il ricorso, il giudice Ardigò, ha ritenuto la domanda della giornalista meritevole di integrale accoglimento in quanto «risalta la natura ritorsiva del licenziamento intimato dall’Editrice all’unico scopo di punire la condotta processuale, per altro assolutamente corretta, tenuta dalla lavoratrice nell’ambito della causa ex art. 28 intentata dall’Aster».
Nel dispositivo il giudice dichiara quindi nullo il licenziamento ritorsivo e ordina all’editore di reintegrare la giornalista nel suo posto di lavoro e di risarcirle il danno con la corresponsione di cinque mensilità, oltre ai contributi previdenziali e assistenziali. Condanna inoltre l’Editrice La Voce srl al pagamento delle spese processuali.
Fnsi e Aser sottolineano l’importanza di questa sentenza che dimostra quanto il coraggio dei colleghi coinvolti nel non accettare supinamente i soprusi dell’azienda alla fine abbia avuto giustizia. Sono questi colleghi che, concedendo fiducia al Sindacato, dimostrano l’utilità che esso ancora riveste nella difesa dei diritti dei lavoratori.
Mantenere la schiena dritta, paga. E’ questo il principale elemento di soddisfazione per il Sindacato dei giornalisti, che continuerà a mantenere alta l’attenzione su casi di tale genere e a contrastarli con tutti gli strumenti messi a disposizione dai contratti di lavoro e dalle leggi.
Reintegrata la giornalista accusata dall’azienda. Fnsi e Aser: “Sentenza importante”