MOSCA (Russia) – La polizia russa ha perquisito oggi, senza aspettare l’arrivo di un avvocato, l’abitazione della giornalista Marina Ovsyannikova, nota per la sua contrarietà all’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe russe: lo fa sapere la testata indipendente Meduza riportando quanto riferito dal legale della reporter, Dmitry Zakhvatov, all’ong Ovd-Info.
Secondo l’avvocato, la perquisizione è legata a un procedimento penale contro la reporter sulla base di una nuova legge “bavaglio” entrata in vigore dopo l’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe russe che prevede fino a 15 anni di reclusione per la diffusione di informazioni sulle forze armate che dovessero essere ritenute “false” dalle autorità russe.
In base a questa legge, in pratica, chi condanna l’invasione dell’Ucraina rischia pesanti pene detentive in Russia, dove il governo sta rafforzando la censura reprimendo ogni forma di dissenso.
L’avvocato ritiene che le accuse, di matrice ovviamente politica, siano legate a una protesta solitaria di inizio luglio non lontano dal Cremlino durante la quale la giornalista aveva stretto in mano un cartello in cui denunciava la morte di bambini a causa della guerra in Ucraina. Per quella protesta, la giornalista era stata fermata dalla polizia e poi rilasciata, ma con l’accusa di matrice politica di aver “screditato l’esercito” ed era stata condannata a una multa di 50.000 rubli.
Ovsyannikova, 43 anni, è diventata nota in tutto il mondo per essersi presentata a sorpresa in diretta davanti alle telecamere della tv di Stato russa durante il tg mostrando un cartello contro la guerra in Ucraina ordinata da Vladimir Putin. (ansa)