Condannata l’azienda. L’avv. Iacovino: “Sconfessato l’accordo sindacale con l’Usigrai”

Rai, “giusto contratto” non può essere capestro

ROMA – Ancora una pesante sconfitta della Rai sotto il profilo giuslavoristico. Il Tribunale del lavoro di Roma ha, infatti, sancito una volta per tutte che se un giornalista supera una selezione interna la Rai è obbligata ad assumerlo e, soprattutto, non può esigere alcuna sottoscrizione di transazione che cancelli diritti pregressi.
Il Tribunale di Roma ha, infatti, accolto il ricorso del dipendente condannando la Rai ad assumere il giornalista a tempo indeterminato con mansione e inquadramento di redattore con decorrenza dal 1° ottobre 2020 e a corrispondergli la giusta retribuzione.

L’avv. Vincenzo Iacovino

La decisione assume notevole rilevanza perché, in linea teorica, potrebbe rimettere in discussione tutte le transazioni firmate per l’assunzione dei 250 giornalisti del “giusto contratto”.
Ma veniamo al caso specifico. Un giornalista, dipendente Rai, dopo essersi collocato utilmente nella graduatoria del cosiddetto “giusto contratto”, ad un certo punto si è visto opporre quale condizione fondamentale alla sua assunzione la sottoscrizione di una transazione tombale di ogni diritto e azione pregressa.
«La pretesa dell’azienda – spiega l’avvocato Vincenzo Iacovino, che ha difeso in tribunale questo giornalista Rai – nasceva da quanto deciso in sede di accordo sindacale tra la Rai e il sindacato Usigrai, gruppo di base della Fnsi, denominato, appunto, “giusto contratto”, che prevedeva l’assunzione di 250 dipendenti col titolo di giornalista, ma con contratti diversi. Dipendenti, insomma, della Tv di Stato che, comunque, nella maggior parte dei casi, hanno svolto di fatto mansioni giornalistiche con possibilità di rivendicazione di inquadramento, differenze retributive e regolarizzazione previdenziale».
La firma della transazione, quindi – sottolinea il noto giuslavorista romano – «permetteva all’azienda di azzerare un conteggio che sarebbe risultato esorbitante per le sue casse, ma con evidenti effetti negativi per chi ha reso attività giornalistica di fatto e per coloro che sono stati esclusi dall’accordo pur avendo stesse prerogative, ma lavorando in programmi non rientrati nell’elenco individuato da azienda e sindacato per l’applicazione dell’accordo stesso, senza alcun criterio ragionevole».
Il dipendente in questione, per non pregiudicarsi diritti pregressi, si è rifiutato di accettare la condizione posta dall’azienda, a suo parere illegittimamente e, vistosi per questo negare il diritto all’assunzione, si è rivolto al Tribunale del lavoro di Roma, assistito dagli avvocati Vincenzo Iacovino e Antonio Rubino, per rivendicare ogni suo diritto.
Sul fronte del contenzioso, invece, per coloro che avevano deciso di fare causa, ci sono già state storiche sentenze che hanno riconosciuto rapporti giornalistici di fatto con condanne per la Rai a pagare ingenti risarcimenti e arretrati.
I legali del giornalista, Vincenzo Iacovino e Antonio Rubino, evidenziano oggi che «il vincitore di una selezione non è tenuto a sottoscrivere alcuna transazione anche se prevista da un accordo sottoscritto dal sindacato. Dall’approvazione della graduatoria, infatti, il concorrente utilmente collocato acquisisce il diritto soggettivo perfetto all’assunzione, diritto che non può essere condizionato né sottoposto ad alcun vincolo anche se derivante da accordo sindacale».
Resta ora da capire con quale criterio sia stato individuato il perimetro dei programmi a cui applicare il giusto contratto, «e come mai – tuona alla sua maniera l’avvocato Iacovino – un sindacato abbia stipulato un accordo prevedendo transazioni per dipendenti che, essendo vincitori di selezione, non devono rinunciare a nulla».
Per Vincenzo Iacovino «la decisione è importante non solo perché sconfessa un inopportuno accordo sindacale, ma anche e soprattutto perché interessa diverse centinaia di giornalisti, considerato che la Rai ha sempre preteso la firma di una transazione tombale da tutti i giornalisti assunti, anche per scorrimento delle graduatorie, a seguito dei concorsi del 2013 e 2015». (giornalistitalia.it)

 

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