Viene escluso l’omicidio, ma si continua a indagare. Giovedì l’autopsia. Una storia triste

Pierangelo Repanati, il giallo del giornalista sgozzato

Pierangelo Repanati

LODI – Ha cercato di chiedere aiuto, ma non ha fatto in tempo a dire cosa è accaduto. È morto in una pozza di sangue, con due profonde ferite alla gola, Pierangelo Repanati, 58 anni, giornalista ed ex sindaco di Corte Palasio, appena 1.500 abitanti in provincia di Lodi.
Nato l’11 agosto 1964, era giornalista professionista iscritto all’Ordine della Lombardia dal 14 gennaio 1991. L’ipotesi dell’omicidio, dopo che in paese si era diffusa la notizia di una rapina finita male, è stata subito accantonata: per gli inquirenti è caduto in una porta finestra, procurandosi le ferite con i cocci di vetro.
«Un evento accidentale, con esclusione di condotta volontaria di terze persone», afferma il procuratore Domenico Chiaro, ma le indagini dei carabinieri proseguono «per ricostruire con certezza assoluta la dinamica dell’evento».
La tragedia l’altra sera, intorno alle 22. Ad attirare le attenzioni dei vicini di casa il rumore dei vetri e i lamenti della vittima, che poco prima avevano visto annaffiare il giardino del vecchio casolare. «Mi sono precipitata a vedere cosa fosse successo e ho provato a fargli la rianimazione –
racconta una donna, infermiera, che ha tentato di salvare l’uomo – ma è stato inutile», come il tentativo della vittima di spiegare cosa fosse accaduto.
«Era impossibile capirlo», dice un’altra vicina. Sul posto con i militari dell’Arma, è intervenuto il 118: per Repanati, primo cittadino dal 2004 al 2009, appassionato di cultura, che aveva insistito per far ripristinare la Messa in latino nella vicina Abbazia Cerreto, non c’è stato nulla da fare.
L’idea che il giornalista sia stato aggredito e spinto contro la vetrata, regge per poco. A prevalere è, infatti, l’ipotesi dell’incidente. «I profondi tagli osservati al collo sembrano ricollegabili alla caduta contro una porta finestra che ha determinato la rottura del vetro dello stesso infisso», spiega
il procuratore Chiaro, secondo cui «alla prima analisi della salma non sono stati rilevati segni di colluttazione», anche se «è in corso un più approfondito esame da parte del medico legale – prosegue – intervenuto sul posto e incaricato di svolgere l’autopsia».
Dopo aver osservato la scena, anche le conclusioni del magistrato di turno propendono per l’incidente domestico. Per confermare la dinamica i carabinieri, dopo un confronto in procura sulle prime risultanze degli accertamenti, sono tornati nel pomeriggio sul luogo dell’incidente.
Fino a qualche anno fa l’ex sindaco, che lavorava come consulente in uno studio di Lodi, abitava con l’anziana madre, poi morta. Al piano terra della loro casa il bar gestito dalla famiglia, ormai chiuso, le lettere dell’insegna sbiadite dal tempo. Al bar del paese, dove non si parla d’altro, tutti lo ricordano come una «figura positiva, rispettoso e rispettato».
«Profondamente colpita dalla improvvisa scomparsa di Repanati», l’amministrazione comunale sul suo sito internet si dice «vicina alla famiglia», i concittadini che non riescono a darsi pace. «L’ho visto ieri sera, erano più o meno le 18, mentre venivo qui. L’ho incrociato e ci siamo salutati come sempre, sembrava normale», racconta un avventore, mentre un altro lo ricorda come
«una persona per bene. Non doveva fare una fine così». (ansa)
Repanati è stato ritrovato a petto nudo e con indosso un paio di pantaloncini. Dalla morte della madre, avvenuta tre anni fa, si era isolato diventando un accumulatore seriale di oggetti raccolti nei cassonetti. Una triste storia di solitudine. (giornalistitalia.it)

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