ROMA – Nonostante l’ultimo capitombolo dell’Inpgi, che chiude i battenti a fine mese per dissesto finanziario, le pensioni dei giornalisti professionisti salvate dal governo Draghi saranno puntualmente pagate dall’Inps a partire dal prossimo 1 luglio. Mentre le pensioni di oggi e di domani sono state messe al riparo da terremoti come quelli del passato, è successo che lo Statuto del nuovo Inpgi, ex gestione separata Inpgi 2, non è passato mercoledi 15 giugno, al setaccio del voto richiesto a maggioranza qualificata del Consiglio generale anche esso a fine carriera.
Bocciato perché non si è ispirato allo spirito e alla lettera della legge istitutiva (bilancio statale 2022). Allo stato dei fatti la forzatura delle regole del gioco rischia di compromettere il nuovo corso delle garanzie previdenziali di 46mila colleghi, in maggioranza free lance sottopagati, ma anche professionisti collaboratori (compresi 2 mila pensionati) che hanno versato fior di contributi per avere un assegno integrativo.
Ormai siamo vicini alla fine di giugno e la presidente collega Marina Macelloni e la sua squadra, responsabili delle scelte malfatte, non hanno più né spazi né tempi per ravvedersi e per uscire dall’impasse. Così la parola spetta ai ministeri vigilanti che indicheranno, ci si augura, la via maestra per comporre uno Statuto a misura degli interessi e delle attese specie dei lavoratori autonomi e indipendenti, oggi la parte più debole della categoria.
Fra pochi giorni, quindi, 15 mila giornalisti professionisti a contratto Cnlg e 10mila pensionati ex Inpgi 1 saranno scaricati e deportati all’Inps senza tanti complimenti. L’Inpgi, ridotto pelle e ossa, se ne sbarazza con un respiro di sollievo. Tanto rammarico, invece, nei colleghi la cui vita e le cui aspettative sono state legate al loro centenario istituto di previdenza, peraltro nato in piedi sulle proprie gambe con una mutua sanitaria integrativa più tardi Casagit. Transiteranno all’Inps armi e bagagli, i buchi della bancarotta, come predisse la presidente Macelloni.
Ancora diversi i nodi da sciogliere in extremis per favorire un passaggio senza troppi traumi di tanti pensionati disinformati e in ansia.
La certezza è che dal prossimo mese di luglio saranno garantite dall’Inps le pensioni incrementate dei ratei mensili della 14ª (non prevista dal loro sistema previdenziale).
Si consiglia di accreditarsi presso il sito internet MyInps per controllare la regolarità delle prestazioni e l’assistenza anche fiscale. Lo scopo è quello di verificare che siano in possesso del tuo Iban per i pagamenti e che trascrivano i tuoi cedolini sul sito web.
Risolti i rapporti con la Casagit. I contributi restano immutati ma, a differenza di quanto faceva l’Inpgi, dopo luglio non saranno più prelevati dall’Istituto e versati dall’Inps a Casagit. Dovrà quindi farlo direttamente il socio, attivando l’addebito bancario mensile dal conto corrente (è la soluzione più comoda e sicura) o pagando Mav che sarà inviato da Casagit. Anche il contributo per il nucleo familiare o per il coniuge non a carico potranno essere pagati con addebito bancario o Mav, seguendo le istruzioni diramate dai fiduciari. Di certo, l’assistenza sanitaria sarà garantita senza interruzioni.
Ricordarsi di registrare da quest’anno sul 730 l’Inps come sostituto d’imposta al posto del’Inpgi con il codice fiscale 80078750587, fra l’altro comunicazione fondamentale per i conguagli del prossimo luglio. La trattenuta sindacale sarà fatta dall’Inps che ne è obbligata per legge, ma il servizio è a spese del sindacato.
Restano in alto mare a fine corsa (scadenza il 30 giugno) alcune questioni delicate del trapasso che sono state affidate a una commissione paritetica Inpgi/Inps.
A parte che non è ancora pronto il decreto per il passaggio di una selezione del personale Inpgi, è in predicato il destino dell’ex Fissa i cui arretrati sono attesi da 2000 colleghi aventi diritto. Non si sa che fine farà il fondo di perequazione per i pensionati indigenti sostenuto dai contrattualizzati e caldeggiato dall’Ungp. Niente di deciso sulle forme di assicurazione infortunistica e dei fondi di assistenza/solidarietà sociale finora gestite dall’Inpgi.
Per chi pensionato continua a svolgere attività giornalistica, se non è già associato, occorre che si iscriva al nuovo Inpgi. (giornalistitalia.it)
Romano Bartoloni