TORINO – Nel futuro di Banca Intesa San Paolo non c’è più Rcs. Il Piano d’Impresa 2014-2017 prevede, infatti, da un lato una “solida e sostenibile creazione e distribuzione di valore”, ma dall’altro la cessione delle partecipazioni minoritarie.
In particolare, la vendita del portafoglio attraverso cessioni e deal strutturati:
entro il 2017 dell’intero portafoglio di partecipazioni “non-core”, pari a circa 1,9 miliardi di valore di libro a fine 2013 (escluso il Merchant Banking). Intesa San Paolo ha, tra gli altri, partecipazioni in Rcs, Telecom, Alitalia, Ntv Italotreno e Risanamento spa.
Nell’ultimo trimestre 2013 era già stata dismessa la partecipazione in Generali (valore di libro di circa 360 milioni di euro) e nel primo trimestre 2014 sono già state dismesse le partecipazioni in Pirelli, Sia e Union Life (valori di libro rispettivamente di circa 35, 80 e 145 milioni), per un valore di libro complessivo di circa 620 milioni e una plusvalenza totale di circa 320 milioni.
La decisione è contenuta nel capitolo “Capital Light Bank”, ovvero Business Unit di nuova costituzione per la riduzione delle attività non-core, ed è figlia della scelta di puntare su una “gestione proattiva degli altri asset non strategici, con il rafforzamento dei team dedicati e la riduzione proattiva del portafoglio velocizzando il recupero del valore”.
Il Piano d’Impresa 2014-2017 prevede la cessione delle partecipazioni minoritarie