PUNTA DEL ESTE (Uruguay) – Si celebra oggi, 3 maggio, la Giornata Mondiale della Libertà di Stampa istituita nel 1993 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, su richiesta dell’Unesco, per riaffermare questa libertà come diritto fondamentale, per difendere i media dagli attacchi alla loro indipendenza e per ricordare tutti i giornalisti uccisi nell’esercizio della loro professione.
Nel 1991, infatti, l’Unesco aveva inteso, così, rispondere all’appello dei giornalisti africani e alla loro storica Dichiarazione di Windhoek sul pluralismo e l’indipendenza dell’informazione. L’Unesco, tuttora fortemente impegnata nella protezione della libertà di espressione e la sicurezza dei giornalisti, quest’anno celebra la Giornata in Uruguay sul tema “Journalism under Digital Siege”, “Il giornalismo sotto l’assedio digitale”, con un focus sull’impatto dell’era digitale sulla libertà di espressione, sulla sicurezza dei giornalisti, sull’accesso all’informazione e sulla privacy.
La conferenza, in programma fino al 5 maggio ed alla quale partecipano oltre mille persone in presenza e circa duemila da remoto, si è aperta ieri con la consegna del “Guillermo Cano World Press Freedom Prize” per la libertà di stampa, assegnato all’Associazione Bielorussa dei giornalisti “Baj”, che era stata candidata da 46 Paesi, tra cui l’Italia, attraverso una iniziativa europea.
«Questo premio – ha commentato il presidente della Baj, Andrei Bastunets – è un sostegno per l’intera comunità del giornalismo indipendente ed un importante riconoscimento ai giornalisti bielorussi impegnati a fornire informazioni veritiere alla società».
La Baj, costituita nel 1995 come organizzazione non governativa di operatori dei media, è impegnata a promuovere la libertà di espressione e il giornalismo indipendente in Bielorussia. Conta oltre 1.300 giornalisti associati ed è membro della Federazione internazionale dei giornalisti (Ifj) e della Federazione europea dei giornalisti (Efj).
Nel 2021, la Corte Suprema della Bielorussia, su richiesta del Ministero della Giustizia di quel Paese, ha ordinato lo scioglimento dell’organizzazione. Questa misura è stata disposta dopo un raid della polizia, sotto il governo di Aleksander Lukashenko, uno dei principali alleati di Vladimir Putin, presidente della Russia.
Nel corso del 2020, nell’ambito delle proteste contro la contestata rielezione di Lukashenko, la Baj ha dichiarato che almeno 540 giornalisti hanno subito un qualche tipo di repressione durante le manifestazioni che si sono svolte quell’anno e che hanno portato all£arresto di circa mille oppositori.
Consegnando il premio Guillermo Cano alla Baj, il presidente Alfred Lela ha sottolineato che con questa scelta «siamo al fianco di tutti i giornalisti di tutto il mondo che criticano, si oppongono e denunciano politici e regimi autoritari, trasmettendo informazioni veritiere e promuovendo la libertà di espressione».
Dal canto suo, il direttore generale dell’Unesco, Audrey Azoulay, in apertura dei lavori ha denunciato i rischi che le nuove tecnologie generano per il giornalismo. «Con la tecnologia digitale – ha, infatti, affermato – i rischi non sono gli stessi del passato. L’informazione non è mai stata così accessibile, ma allo stesso tempo anche tanto insabbiata e persino soffocata».
Evidenziando che «la libertà, che dovrebbe essere un pilastro delle società, è stata invece scossa dalla tecnologia», Azoulay ha osservato che «la sicurezza dei giornalisti che lavorano nelle zone di conflitto e la sostenibilità dei media sono temi importanti quanto l’importanza dell’alfabetizzazione digitale della popolazione per generare cittadini con capacità critiche in un mondo di algoritmi e fotocamere digitali».
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, e l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet, in due videomessaggi trasmessi nel corso della cerimonia di apertura dei lavori, ieri a Punta del Este, si sono soffermati sulle minacce alla professione giornalistica e sottolineando che «senza libertà di stampa non ci sono società democratiche». (giornalistitalia.it)