ROMA – «Oggi scrivere è come guardarmi nello specchio. Vi scopro una me stessa che mi fa paura e che mi affascina. Una persona che potrei essere, che avrei potuto essere o che potrà esserci. Nello scrivere si riflette la mia misteriosissima immagine». Nell’autobiografia “Da me”, pubblicata nel 1993, Catherine Spaak, morta ieri sera a Roma all’età di 77 anni, confessava il suo amore per la scrittura e per il giornalismo che ha rappresentato un’altra tappa fondamentale della sua brillante carriera.
Nata a Boulogne-Billancourt in Francia, il 3 aprile 1945, da una famiglia dell’alta borghesia belga, figlia dello sceneggiatore Charles e nipote dello statista Paul-Henri, Catherine Spaak ha spaziato sempre ad altissimi livelli tra la musica, il cinema, il giornalismo e la televisione. Attrice, cantante, scrittrice, giornalista, conduttrice televisiva, è stata uno dei personaggi più amati nel nostro Paese.
Da attrice ha girato film con i maestri del cinema italiano e accanto ai nostri più grandi attori: Il sorpasso (1962) di Dino Risi; La noia (1963) di Damiano Damiani, tratto dal romanzo di Alberto Moravia; La parmigiana (1963) di Antonio Pietrangeli; L’uomo dei cinque palloni (1963) di Marco Ferreri con Marcello Mastroianni e Ugo Tognazzi; La calda vita (1964) di Florestano Vancini; Made in Italy (1965) di Nanni Loy;
L’armata Brancaleone (1966) di Mario Monicelli, con Vittorio Gassman; Adulterio all’italiana (1966), con Nino Manfredi e La matriarca (1968), con Jean-Louis Trintignant, entrambi di Pasquale Festa Campanile; Una ragazza piuttosto complicata (1969) di Damiani, al fianco di Jean Sorel; Il gatto a nove code (1971) di Dario Argento; Febbre da cavallo (1976) di Steno; Io e Caterina (1980), diretto e interpretato da Alberto Sordi; Claretta (1984) di Pasquale Squitieri.
Dopo una breve apparizione in Le trou (1960; Il buco) di Jacques Becker, nello stesso anno ottiene il primo ruolo da protagonista de I dolci inganni di Alberto Lattuada. Due anni dopo gira La voglia matta di Luciano Salce, in cui è il conturbante oggetto del desiderio di un quarantenne ingegnere di successo, Ugo Tognazzi. Sul set conosce Fabrizio Capucci: dal loro matrimonio sarebbe nata Sabrina, diventata poi attrice di teatro.
Sono di quegli anni anche i prini successi musicali, come Mi fai paura (1964) e Quelli della mia età, cover di Tous les garçons et les filles di Françoise Hardy, L’esercito del surf.
Nel 1968 conosce Johnny Dorelli sul set del musical tv La vedova allegra: dal loro lungo legame è nato il figlio Gabriele Guidi. Dalla metà degli anni Ottanta la Spaak lascia quasi completamente il cinema per dedicarsi alla tv. Conduce Linea Verde nel 1981, poi dal 1985 al 1988 le prime tre edizioni di Forum, è soprattutto autrice e conduttrice del talk show di Rai 3 Harem per 15 stagioni.
Silvia Fumarola ricorda sul quotidiano la Repubblica che a Catherine Spaak piaceva fare la giornalista: «Harem le aveva regalato un’altra popolarità, è stato importante nella sua lunga carriera. Le spettatrici curiose la seguivano, le ospiti – tra le tante, Marina Ripa di Meana, Margherita Buy, Lilli Gruber, Franca Valeri, Catherine Deneuve, Monica Bellucci, Isabel Allende, Ornella Muti – non le dicevano di no.
Nel 1993 la svolta. Harem si apriva all’attualità, alle donne protagoniste della cronaca. L’uomo misterioso, “simpatico guardone” come lo definiva Catherine Spaak, aveva un ruolo più incisivo. L’attrice-conduttrice aveva chiesto alle spettatrici di scrivere. “Abbiamo ricevuto tantissime lettere, i temi più comuni sono sempre legati alla vita privata, ai sentimenti. Le donne hanno ancora poco potere, sono poco ascoltate, per me questa parità di cui tanto si parla non c’è”.
Lo stile ovattato che caratterizzava la trasmissione nasceva “dall’atmosfera che si crea in studio. Io non incontro mai prima le mie ospiti, non anticipo le domande che farò. La voglia di parlare, di raccontare anche le cose più intime, nasce spontaneamente. Succede quasi sempre, ma non credo sia merito mio, penso che chiunque disposto ad ascoltare inviti alla confidenza. Sono una conduttrice attenta, disponibile, mai volgare e per questo molti mi accusano di essere rigida”. Curiosa delle donne, spiegava come l’avessero colpita: “Tutte mi sorprendono in maniera diversa e dicono cose inaspettate. Spesso anch’io mi sorprendo a scoprirmi diversa”».
Nel 2007 è tra i concorrenti di Ballando con le stelle, nel 2013 prende parte alla serie cult Un medico in famiglia, nel 2014 è tra i concorrenti del programma di Rai 1 Si può fare, nel 2015 si mette alla prova con L’isola dei famosi, ma dà subito forfait.
Nel frattempo collabora anche con alcune testate giornalistiche, come il Corriere della Sera, Il Mattino e Tv Sorrisi e Canzoni. Nel 2013 sposa Vladimiro Tuselli.
Nel 2019 torna al cinema con La vacanza di Enrico Iannaccone, presentato ad Alice nella città per la Festa di Roma, interpretando un’ex magistrata in lotta contro l’Alzheimer.
Nel 2020, a pochi giorni dal lockdown, viene colpita da un’emorragia cerebrale: «Non provo nessuna vergogna a parlarne», ha raccontato a Eleonora Daniele a Storie italiane su Rai 1. «Tante persone che hanno problemi di salute – ha spiegato – tendono a nasconderlo. Sei mesi fa ho avuto un’emorragia cerebrale e, successivamente, delle crisi epilettiche dovute alla cicatrice. Voglio che alle persone arrivi un messaggio: se siamo malati non dobbiamo vergognarci. Un’emorragia non fa piacere a nessuno, ma oggi qui con il sorriso, con la capacità di ragionare e di parlare, ma anche di ribellarmi. Non ho perso la mia grinta e il mio coraggio. Dico a tutti che si va avanti». (giornalistitalia.it)