Marilena Natale si è sentita dire che “i carabinieri potrebbero destabilizzare i vicini”

Affitto negato alla giornalista sotto scorta

Marilena Natale

FORMIA (Latina) – «Sentirsi mortificati, per aver fatto il proprio dovere. Questo mi è accaduto oggi. Sono giorni che contatto persone, a Formia per una locazione. Impresa ardua credetemi. Ma, mai mi sarei immaginata di ricevere un rifiuto perché sono sotto scorta. Dopo aver parlato con un signore, gli spiego tutte le mie esigenze. Lui disponibilissimo, mi spiega tutto. Alla fine quando stiamo per chiudere, gli dico che sono una giornalista e che vivo sotto scorta. Senza nemmeno pensarci due volte, il signore mi risponde, mi spiace ma “non posso affittare la casa, sa i carabinieri possono destabilizzare gli altri ospiti che si possono impressionare”. Io sconcertata ho chiuso la conversazione. Morale della favola a Formia sono ben accetti i Bardellino, Giuliano, gli Esposito, i Bidognetti i Mallardo, ma non Marilena Natale tirate voi le somme!».

Latina, piazza del Popolo

A denunciare l’incredibile episodio è la giornalista Marilena Natale, cronista sotto scorsa a causa delle gravissime minacce ricevute dalla camorra.
Sulla vicenda, riferisce Latina Today, è immediatamente intervenuto il deputato Raffaele Trano (eletto nel Movimento 5 Stelle a Formia e adesso nel Gruppo Misto-Alternativa) denunciando che quello che è successo alla giornalista «è un fatto solo in apparenza meno grave di certe sparatorie o di certi fatti violenti che nell’alveo putrido della criminalità organizzata stanno devastando il Golfo di Gaeta e il Sudpontino. Quotidianamente.

Raffaele Trano

Marilena è una giornalista da molto tempo sotto scorta, una donna e una madre che non ha mai esitato nemmeno per un secondo nel mettere sé stessa e la sua incolumità in pericolo quando si è trattato di raccontare certe storie, di fare certi nomi e denunciare certo fango, come lo chiama lei, che da tempo avvelena e uccide la sua terra, seminando morte e dolori atroci soprattutto tra i più piccoli. Così Marilena, spesso si è fatta anche promotrice di organizzare delle vere e proprie missioni nel nostro Golfo, che conosce benissimo e che spesso frequenta, per portare in gita, in riva al nostro mare, a respirare un po’ di aria pulita, alcuni di questi poveri bimbi affetti da patologie tumorali, contratte appunto in quella Terra dei Fuochi assassina e per questo tristemente nota».
Il parlamentare pontino spiega che «Marilena è stata letteralmente rifiutata da qualcuno che, dopo aver praticamente chiuso l’accordo per noleggiare una villa per qualche giorno, e ospitare questo gruppo di bimbi, appena saputo che Marilena era una giornalista sotto scorta per il genere di attività che faceva, si è tirato indietro perché era sconveniente ospitare Marilena e i suoi piccoli amici, forse perché trattasi di uno dei proprietari immobiliari che in tutto il Sud pontino sono pronti a offrire le proprie case a chiunque, specie se come referenza ha qualche precedente penale, o magari si deve fare i domiciliari».

Marilena Natale

«Qui – sottolinea Raffaele Trano – siamo nel mondo al contrario. Come ha giustamente ricordato Marilena, ci troviamo all’assurdo, al paradosso, alla vergogna, per cui in una piccola città come Formia possono vivere tranquillamente e addirittura convivere alcuni dei boss e delle famiglie più efferate e criminali d’Europa, del mondo, gente spietata e senza scrupoli, coloro che sono unanimemente riconosciuti come gli autori dello scempio di vite umane che quotidianamente si compie nella Terra dei fuochi, avvelenatori di acqua e terra coi loro rifiuti tossici. Costoro possono vivere e continuare a fare i loro sporchi comodi, qualcuno può pure essere vittima di qualche agguato di camorra e la città in silenzio fa finta di nulla, certa politica in primis, anzi qualcuno si affanna pure a riconoscerli solo vittime dei cognomi che portano. Ma se poi una giornalista combattente, che ha rinunciato alla propria vita per raccontare chi sono i criminali e quello che sono capaci di fare, vuole portare le vittime innocenti di quei crimini, a godere di qualche giorno di vita in mezzo a tanto dolore, allora sono questi ultimi a non essere ben accetti». (giornalistitalia.it)

 

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