ROMA – Il giornalista Aldo Garzia, ex caposervizio esteri del quotidiano ‟il manifesto”, è morto stanotte a Roma. Aveva 67 anni e nel cuore due paesi radicalmente diversi: Cuba e la Svezia. Cronista in Parlamento, ha fatto parte dell’Associazione stampa parlamentare.
Nato il 17 maggio 1954, giornalista professionista iscritto all’Ordine della Lazio dal 24 novembre 1992, Aldo Maria Garzia ha lavorato nelle redazioni di “Pace e guerra” e “il manifesto”, per il quale ha seguito come inviato la prima fase della transizione spagnola a metà degli anni Settanta. Ha diretto le riviste “Palomar”, ‟Aprile mensile” e “aprileonline quotidiano” ed ha collaborato con l’agenzia di stampa Asca. Ha pubblicato numerosi volumi su Cuba, dove è stato corrispondente per alcune agenzie alla fine degli anni Ottanta.
Ha pubblicato, tra gli altri, i libri “Cuba, viaggio nell’identità di un’isola (Teti 1997), “Cuba, appunti di viaggio” (Edizioni Associate 1998), “C come Cuba” (Elleu multimedia 2001), “Zapatero. Il socialismo dei cittadini” (Feltrinelli, 2006), “Olof Palme. Vita e assassinio di un socialista europeo” (Editori Riuniti, 2007); “Ingmar Bergman, The Genius” (Editori Riuniti, 2011).
Autore degli extra dell’edizione dvd di “Buena vista social club” dei Wim Wenders (Elleu multimedia, 2000), ha scritto anche “Fårö”, la Cinecittà di Ingmar Bergman (Sandro Teti editore) e nel 2001 e nel 2003 presentato una sua ricerca su Bergman a Milano, Stoccolma, Parigi e Roma in collaborazione con la Fondazione Bergman di Stoccolma e l’Istituto italiano di cultura di Stoccolma. Per Bim e Q Media, è stato tra i curatori della collana dvd “Il cinema di Bergman” (2005).
L’ultimo saluto ad Aldo Garzia sarà dato lunedì 11 aprile, dalle ore 8 alle 11.40 nella camera mortuaria dell’ospedale San Camillo di Roma, dove è deceduto. Giovedì, invece, si terrà una cerimonia in sua memoria. (giornalistitalia.it)