SAN MARINO – «Posto che la Consulta per l’informazione sostiene il rispetto della legge e l’obbligo di iscrizione nei registri previsti dalla normativa per chi intenda svolgere e svolga la professione giornalistica a San Marino, come previsto dalla legge 211/2014, desta non poca preoccupazione il clima di ostilità alla libertà di espressione, di opinione di critica e al diritto di cronaca che si respira nel Paese».
È durissima la denuncia del Direttivo della Consulta per l’informazione di San Marino dopo l’ultimo episodio innescato da un esposto di un Segretario di Stato, che ha dato origine a un procedimento giudiziario, che potrebbe essere definito “a strascico”, nei confronti di tutti coloro che abbiano firmato articoli o interventi su un organo di informazione, anche privati cittadini, accusandoli di esercizio abusivo della professione.
«Non si può non rilevare – afferma la Consulta – come un approccio improntato a denunce sistematiche verso chi esprime liberamente la propria opinione – approccio che mai si era registrato prima d’ora in maniera così massiccia in Repubblica e da parte di soggetti istituzionali – generi un clima intimidatorio capace di frustrare, sopire e ledere il rapporto dei cittadini-lettori con i mezzi di informazione».
«Auspicando che l’intento non sia quello di mettere a tacere le voci critiche», la Consulta per l’informazione di San Marino «ritiene tuttavia pericoloso che possa anche solo essere ingenerato il dubbio che, ad esprimere opinioni si debba affrontare un procedimento giudiziario con tutto quanto ne consegue».
Pertanto la Consulta rinnova l’invito da un lato «al rispetto della normativa vigente in materia, dall’altro al rispetto del diritto di cronaca, di opinione e di critica». (giornalistitalia.it)
La Consulta per l’informazione denuncia: “Si tenta di mettere a tacere le voci critiche”