L’ostaggio britannico da due anni in mano ai jidahisti dice di essere a Kobane

Nuovo video dell’Isis con il giornalista John Cantlie

 John Cantlie

John Cantlie

KOBANE (Kurdistan) – L’Isis ha diffuso un nuovo video con il giornalista John Cantlie, il prigioniero britannico da due anni in mano ai jihadisti. Lo riferisce il Site. Nel filmato di 5 minuti e 32 secondi, intitolato “Dentro Ayn al Islam”, si vede l’ostaggio vestito di nero mentre dice di essere nella città di Kobane, al confine tra Siria e Turchia, “controllata – afferma – dai jihadisti”.
Ieri, invece, era stato diffuso un altro video, il quinto, della serie “Prestami le tue orecchie”, nel quale il prigioniero parla della sua situazione e di quella di altri ostaggi e accusa i governi di Stati Uniti e Gran Bretagna di aver abbandonato i propri cittadini.
Nel video della durata di 6 minuti e 30 secondi distribuito sui social media, Cantlie indossa la tuta arancione dei detenuti di Guantanamo ed è seduto a un tavolo con in mano un foglio di carta. Secondo l’ostaggio britannico, l’Isis ha iniziato una operazione “a lungo termine” per catturare gli occidentali entrati in Siria nel 2013 e poi ha cercato di negoziare con i loro Paesi per il rilascio. Poi parla delle condizioni di prigionia: “Non è così male”, dice.
E ancora: “Viviamo in relativa armonia, possiamo leggere libri, fare dei giochi per passare il tempo”. L’ostaggio legge, quindi, un messaggio sulla questione delle trattative. “Il primo a essere liberato è stato lo spagnolo Marcos Margineres”. Poi dice che i jihadisti hanno ammazzato un russo, di cui si sapeva poco, per lanciare un messaggio: “Non si scherza quando si tratta di negoziati”.
“Gli europei hanno capito e poco dopo sono stati liberati altri due giornalisti spagnoli, quindi 4 francesi alla fine di aprile. Io e altri siamo rimasti ad attendere pazientemente mentre gli altri tornavano dai loro cari”.
Cantlie continua sostenendo che 16 cittadini provenienti da Danimarca, Germania e Spagna e da altri tre Paesi europei sono stati liberati dopo i negoziati, ma gli americani e i britannici sono stati “ostacolati” dai loro rispettivi governi.
“Per noi tutti è chiaro che ci troviamo in grossi guai”, dice. Quindi legge un presunto scambio di email tra le famiglie dei prigionieri e l’Isis dove i familiari si lamentano per il mancato aiuto del governo Usa.
“Ora gli elementi ricorrenti in queste email è che il governo Usa non stava facendo assolutamente nulla per aiutare le famiglie coinvolte in questa trattativa. I mujaheddin ci hanno detto che ai nostri governi non importava di noi e non ci abbiamo creduto. Ci hanno detto che non valevamo nulla e non ci abbiamo creduto. Ci è stato detto che avremmo iniziato a morire e non abbiamo creduto nemmeno a questo”, dice l’ostaggio britannico.
E ancora: “La mente umana ha una incredibile capacità di autodifesa in situazioni difficili. Ma era tutto vero. I nostri governi hanno scelto di non negoziare con lo stato islamico attraverso le nostre famiglie e gli amici. E mentre tutti gli altri soddisfacevano le condizioni per il rilascio, per noi non c’era nessun accordo”.
La diffusione dell’ennesimo video avviene nel giorno in cui, con l’aiuto dei raid della coalizione, le forze curde irachene sono riuscite a riprendere ai jihadisti il controllo della città di Zumar (60 km a nord-ovest di Mosul), mente le forze governative irachene e le milizie sciite loro alleate hanno conquistato una località strategica a sud di Baghdad che da luglio era in mano all’Isis. Tra ieri e oggi, sono stati lanciati 22 raid in Iraq e in Siria, contro le postazioni dello Stato islamico. (Ansa)

 

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