L’esilarante corsa a rivendicare i meriti sul passaggio dell’Inpgi 1 all’Inps

Inpgi, le verità variabili dei duri e puri

Giovanni Innamorati

ROMA – Leggendo in queste ore l’esultanza con cui i vertici della Fnsi, dell’Inpgi e i principali esponenti di Controcorrente hanno salutato la decisione del governo (Legge di Bilancio, articolo 28) di far assorbire l’Inpgi 1 dall’Inps, ho subito telefonato per fissare un appuntamento a una UVA, una Unità di valutazione dell’Alzheimer.
La mia demenza senile, infatti, mi induceva a ricordare che i vertici dell’Istituto, della Fnsi e di Controcorrente osteggiassero la soluzione a cui è stato costretto il governo per fronteggiare il default di Inpgi.
Per scrupolo ho aperto l’archivio elettronico dell’Ansa, la DEA, ho compulsato qua e là qualche dichiarazione dei nostri vertici sindacali, e ho disdetto l’appuntamento all’UVA. La mia memoria non mi ingannava, sono i nostri eroi a pensare che i giornalisti italiani possano essere presi per il naso impunemente. Vediamo.
Il 24 giugno il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, in audizione in Parlamento, si dice pronto a far assorbire l’Ingi dal suo Istituto. «Le affermazioni di Tridico – dichiara lo stesso giorno il segretario della Fnsi Raffaele Lorusso – sono di una gravità inaudita. Evidentemente Tridico, oltre al patrimonio dell’Istituto, ha messo nel mirino la professione giornalistica che da più parti si punta a indebolire rendendola insignificante».
«L’unica soluzione strutturale in grado di ripristinare l’equilibrio economico-finanziario della gestione – dichiara la presidente dell’Inpgi Marina Macelloni – è esattamente costituita dall’ingresso di nuovi contribuenti».

Il Ministero del Lavoro in via Veneto

Ancora: «Noi abbiamo sempre sostenuto – afferma un comunicato di Controcorrente del 26 giugno – che la soluzione è fare entrare nella platea di contribuenti Inpgi tutte le figure professionali che svolgono mansioni assimilabili a quella giornalistica, nuove professionalità del web incluse». Il 30 giugno in una conferenza stampa davanti al ministero del Lavoro in via Veneto, Lorusso, Giulietti e Macelloni ripetono gli stessi concetti.
Ed eccoci alla manifestazione del 7 ottobre davanti a Montecitorio, Macelloni spiega: «Sul tavolo ci sono due ipotesi: una, che è quella che abbiamo proposto noi, è l’allargamento della platea che consentirebbe di tenere l’istituto in piedi e autonomo esattamente come è oggi; l’alternativa, che proporrà il governo, è lo scioglimento dell’istituto con l’assorbimento dentro l’Inps e noi siamo qua per dire che non lo vogliamo».
“O l’Inpgi o il diluvio”. Ecco il prospetto preparato dall’Inpgi che la maggioranza sindacale faceva circolare nelle scorse settimane:

Ah, ecco. Se Lorusso, Giulietti e compagni fossero il presidente della Juventus al posto di Andrea Agnelli, lo scorso giugno sarebbero andati a festeggiare lo scudetto dell’Inter, cercando di convincere tutti che a quello avevano lavorato i bianconeri sin da inizio campionato. E i neroazzurri adesso non rosicassero. (giornalistitalia.it)

Giovanni Innamorati
Candidato al Consiglio nazionale dell’Odg
con la lista “Riforma & Dignità”

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