Vercellese in lutto per la scomparsa di un uomo che credeva nel valore delle persone

Addio al giornalista Carlo Fizzotti

Carlo Fizzotti

GATTINARA (Vercelli) – Lutto nel mondo del giornalismo vercellese. A 68 anni, stremato da una malattia che lo tormentava da tempo, si è spento Carlo Fizzotti, pubblicista, responsabile dell’ufficio stampa dell’azienda sanitaria e prima ancora – dal 2014 al 2019 – portavoce del sindaco di Vercelli Maura Forte (Pd).
Carlo Fizzotti era un gattinarese doc. In città lo conoscevano tutti e lo apprezzavano perché era sempre disponibile a dare consigli. Si era occupato di giornalismo con una serie di collaborazioni. Nel 2000 aveva fondato un’agenzia di comunicazioni: la “Owl Comunicazioni”. È stato un fondatore del Rotary Club di Gattinara e ne è stato anche presidente.
È stato tra i divulgatori del vino di Gattinara e di Ghemme che ha propagandato su riviste specializzate e con interventi du cortometraggi e documentari. Del resto, i suoi articoli hanno sempre avuto come filo conduttore il promuovere il territorio e il suo paesaggio.
Carlo Fizzotti era appassionato di politica, non solo quella locale ma anche quella americana. Una cosa Fizzotti apprezzava della politica d’oltreoceano: che le persone venivano scelte per la loro capacità e non per il loro credo politico. Gli sarebbe piaciuto anche da noi e s’infastidiva quando vedeva che gli incarichi andavano attribuiti ai “fedeli” e ai “fedelissimi” senza un minimo riscontro con le abilità personali.
Per i colleghi era semplicemente un amico sincero e leale. Sapeva dare consigli senza apparire invadente e senza dare l’idea di voler dare lezioni. Era ironico con gli altri, ma sapeva mettere in discussione anche se stesso. La battuta sempre pronta. Il sorriso aperto. La voglia di scherzare che gli si leggeva in faccia, sempre con la battuta pronta. E, tuttavia, non si lasciava mettere i piedi in testa. Se serviva sapeva essere anche duro e spigoloso.
Lascia la moglie Chiara, il fratello Paolo e il figlio Luca. Ha lasciato scritto che accettava un rosario in suo suffragio, ma che non desiderava si celebrasse il funerale. Per lui, una benedizione, direttamente al cimitero era sufficiente. Hanno rispettato le sue volontà. (giornalistitalia.it)

Riccardo Del Boca

I commenti sono chiusi.