ROMA – «Una cosa è il dibattito pubblico libero, che tutti rispettiamo, altro è la minaccia, gli insulti e la violenza fisica. Quando si dà un pugno ad un giornalista si è fuori da ogni limite. Bene quindi la risposta perentoria» del ministro degli Interni, Luciana Lamorgese.
Così il ministro della Salute, Roberto Speranza – nel corso della presentazione a Roma, nella sede del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, della campagna “Il vaccino ci salva la vita. Vacciniamoci contro il Covid 19” – ha commentato i recenti atti di violenza ai danni dei giornalisti da parte di persone no vax.
Sul tema sono intervenuti anche il presidente della Federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli, e del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Verna.
«Dobbiamo garantire – ha detto Anelli – due diritti tutelati dalla Costituzione, quello alla comunicazione e quello alla salute. Talvolta l’espressione di verità, che noi riteniamo aderenti alla ricerca scientifica, provocano in alcuni cittadini un senso di smarrimento e a volte anche di repulsione, che però non può essere accettata come espressione di violenza verso giornalisti e medici. La nostra solidarietà va dunque a tutti gli iscritti all’Ordine dei giornalisti. Il diritto al dibattito e a discutere non può essere messo in discussione, mentre è da rigettare quando si usano i termini della violenza».
Verna ha sottolineato quanto sia fondamentale «un’informazione corretta sulla salute» e l’opportunità di «porre qualche regola sul “far web” circa le manifestazioni d’odio. Grazie al ministro Lamorgese per l’attenzione alle aggressioni a medici e giornalisti».
Sono 1.100 le segnalazioni finora registrate dalla Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo) circa i medici che non hanno adempiuto all’obbligo vaccinale contro il Covid-19: «Tra queste – ha evidenziato il presidente della Fnomceo, Anelli – ci sono 750 sospensioni effettive, mentre per altri 350 o erano errori o gli operatori si sono vaccinati. Il Ministero della Salute è stato puntuale nel rispondere sull’applicazione del dl 44 sull’obbligo vaccinale per i sanitari: chi oggi non ha fatto il vaccino non può esercitare una professione sanitaria. La norma lo dice chiaramente e noi la applichiamo».
Purtroppo le procedure «sono gravate da un percorso burocratico non indifferente – rileva Anelli – e comprendo le Asl che devono fare provvedimenti, pur continuando a svolgere anche tutte le altre attività e quindi arrivano con un certo ritardo».
Qualche giorno fa Anelli aveva già rilevato come le radiazioni dei medici contrari ai vaccini fossero bloccate dalla mancanza di questa commissione ministeriale di nomina governativa, ormai scaduta il 31 dicembre scorso e mai rinnovata. (giornalistitalia.it)