NAPOLI – Un appello al presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Verna, e ministro della Giustizia, Marta Cartabia, affinché garantiscano l’esercizio del voto in presenza a tutti i giornalisti in possesso dei requisiti di legge, ma privi di Pec o che non l’abbiano comunicata, viene lanciato da Domenico Falco (vice presidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania e presidente del Movimento Unitario Giornalisti), Alessandro Sansoni (componente del Comitato Esecutivo del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti), Salvatore Campitiello e Massimiliano Musto (consiglieri dell’Ordine dei giornalisti della Campania).
La richiesta scaturisce dalla nota del presidente del Cnog, prot. n. 4642 del 3 settembre 2021, che «nel sollecitare l’invio di alcuni dati necessari allo svolgimento della tornata elettorale, ha, fra l’altro, trasmesso una tabella, dalla quale si evince che la mancanza della Pec costituisce elemento che determina la perdita dell’elettorato attivo e passivo per il rinnovo degli organi professionali».
A giudizio degli esponenti dell’Ordine della Campania «la previsione, riportata in una tabella, è manifestamente illegittima, non trovando il proprio fondamento normativo né nella normativa nazionale di riferimento, né tanto meno nel regolamento recentemente approvato dal Consiglio Nazionale, pubblicato sul bollettino del 15 gennaio 2021».
In particolare, Falco, Sansoni, Campitiello e Musto rilevano che «l’art. 3 del detto regolamento stabilisce che: 1. Sono titolari del diritto di elettorato attivo i professionisti e i pubblicisti iscritti nell’Albo, in regola con il pagamento delle quote dovute all’Ordine; 2. Sono esclusi i giornalisti sospesi dall’esercizio della professione; 3. Sono titolari del diritto di elettorato passivo al Consiglio regionale e al Consiglio nazionale coloro che sono iscritti nei rispettivi elenchi regionali e che abbiano almeno 5 anni di anzianità di iscrizione; 4. Per calcolare l’anzianità di iscrizione si fa riferimento alla data stabilita per la convocazione dell’assemblea elettorale; 5. Per essere eletti al Consiglio nazionale bisogna inoltre essere titolari di una posizione previdenziale attiva presso l’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani (Inpgi); 6. Possono essere eletti come componenti del Collegio dei revisori dei conti del Consiglio regionale, in ragione di 2 professionisti e un pubblicista, gli iscritti che non ricoprano o che non abbiano ricoperto negli ultimi tre anni la carica di consigliere».
I quattro esponenti campani evidenziano che «allo stesso modo, il Dpr 111/1965, come la legge 69/1963, non pongono nessuna limitazione all’elettorato attivo e passivo per i giornalisti (pubblicisti e professionisti) che siano privi (e/o hanno omesso nella comunicazione del relativo indirizzo) di una Pec. Alcun riferimento normativo, poi, può essere rinvenuto anche nella normativa emergenziale adottata dal Governo e dal Parlamento Italiano in relazione alle situazioni emergenziali che stiamo vivendo in questo periodo».
«Alla luce di quanto esposto e con riserva di adire le opportune vie legali», Domenico Falco, Alessandro Sansoni, Salvatore Campitiello e Massimiliano Musto chiedono al Presidente del Consiglio Nazionale di «chiarire e/o rettificare la nota su richiamata, consentendo l’ammissione al voto (quanto meno in presenza), come anche l’elettorato passivo, a tutti i giornalisti (pubblicisti e professionisti) in possesso dei requisiti di legge per l’esercizio del diritto di voto. Insomma, si chiede al Presidente di emendare la tabella 1, consentendo ai giornalisti, privi di pec, di esercitare l’elettorato attivo (quanto meno in presenza) e quello passivo».
«Allo stesso modo, tenuto conto della grave violazione dei diritti e delle prerogative del giornalista, che per la mancanza della pec si vedrebbe privato della possibilità di votare e/o di essere eletto in assenza di una norma di legge che lo preveda», i pubblicisti campani invitano il Ministro della Giustizia a «prendere posizione in merito, garantendo l’elettorato attivo e passivo a tutti gli iscritti in possesso dei requisiti di legge, consentendo agli iscritti (privi della pec e/o che non abbiano comunicato il detto indirizzo) di esercitare il voto in presenza».
In via subordinata, Falco, Sansoni, Campitiello e Musto chiedono al Ministro della Giustizia e al Presidente del Consiglio Nazionale di «prevedere opportune misure per consentire, anche tramite un desk presente nel seggio elettorale, di votare dopo avere avuto l’attivazione di un indirizzo Pec e/o dopo averlo comunicato all’Ordine di appartenenza. Ciò, in analogia con quanto previsto per la morosità, che può essere tranquillamente sanata il giorno del voto, prima di essere ammessi alla votazione». (giornalistitalia.it)