KABUL (Afghanistan) – «Oggi abbiamo ripreso le nostre trasmissioni con le conduttrici». Miraqa Popal, capo della rete afgana di Tolo News, pubblica sul web la foto di una giornalista con il velo che torna a condurre il telegiornale del principale canale informativo afgano e quella di un’altra collega che, in studio, intervista in diretta un medico del team talebano. Ed ancora la foto di una donna con lo hijab, il velo islamico che copre i capelli e il collo della donna, lasciando scoperto il viso, che partecipa alla riunione mattutina in redazione.
Tolo News, il primo canale afghano di notizie, di proprietà di Moby Group, attivo da agosto 2010, risponde, così, al “nuovo corso” del Paese che punta a far ripiombare la donna nel Medioevo. Schiavizzandole, tenendole nell’ignoranza, costringendole a matrimoni precoci e privandole di ogni dignità.
Come riferito ieri da Giornalisti Italia, a Kabul le donne sono, infatti, sparite dalle strade per paura di azioni da parte dei Talebani.
La giornalista afghana Shabnam Bayani, intervistata da al Arabiya, non ha usato mezzi termini nel denunciare che dalle regioni più lontane dalla capitale provengano notizie di donne fatte schiave dopo che i loro parenti maschi sono stati uccisi dai Talebani. Ed ancora: ragazze e adolescenti, tutte minorenni, costrette a sposare combattenti Talebani.
Ed un’altra giornalista afgana, scampata ad un raid notturno, afferma: «Stanno girando per le strade, chiedono alle donne come si chiamano e che lavoro fanno. Ci uccideranno tutte. E se non lo faranno ci ributteranno sotto i burqa, che è un po’ come morire lentamente». (giornalistitalia.it)