Cdr e Assemblea del quotidiano Domani: “La libertà di stampa non è in vendita”

Vietato parlare di Eni: “Dateci 100 mila euro”

ROMA – In risposta a un articolo dedicato al procuratore generale di Milano, Francesca Nanni, Eni ha deciso di chiarire la sua posizione in una lettera inviata al direttore del Domani nella quale si dissentiva per un breve passaggio dell’articolo che toccava la società del Cane a sei zampe. Lo rende noto l’autore dell’articolo sul Domani, Alfredo Faieta, evidenziando che, «parallelamente, la società ha inviato una lettera di diffida al quotidiano. La missiva dopo aver affermato che Eni sarebbe vittima da tempo di una campagna stampa diffamatoria di Domani si chiudeva con una richiesta a dir poco inusuale. Ovvero quella di pagare 100mila euro a Eni “entro dieci giorni dal ricevimento della lettera”».
«L’Eni – denunciano, infatti, il comitato di redazione e l’assemblea dei redattori – ha chiesto al quotidiano Domani di versare centomila euro come risarcimento per un articolo pubblicato martedì 27 luglio. Altrimenti, scrivono gli avvocati dell’azienda, “abbiamo già ricevuto mandato di agire a tutela della nostra assistita nelle sedi giudiziarie ritenute più opportune”.
La richiesta è inusuale non solo perché l’azienda chiede un risarcimento immediato “entro dieci giorni dal ricevimento della lettera”. Ma anche perché precisa che questo pagamento non esaurisce le richieste di Eni che, in ogni caso, si riserva il diritto di chiedere ulteriori danni».
Per Eni l’articolo pubblicato il 27 luglio sarebbe diffamatorio poiché sottolinea che la motivazione con cui i giudici hanno assolto la società nel suo lungo e complicato processo per corruzione internazionale «riconosce la possibilità di una tangente ma punta il dito contro i pm che sarebbero stati incapaci di portare le prove piene per la condanna».
«In altre parole, – sottolineano il comitato di redazione e l’assemblea dei redattori di Domani – per la società sarebbe diffamatorio riportare o analizzare qualunque parte della sentenza che non sia la formula dell’assoluzione “perché il fatto non sussiste”. Un’idea curiosa della libertà di stampa, che di sicuro non appartiene ai giornalisti e alle giornaliste del quotidiano Domani.
Ricevere questo tipo di attenzioni da parte della più potente e ricca società del Paese non è facile, soprattutto per un giornale appena nato. Ma allo stesso tempo è un segnale che quel giornale sta facendo bene il suo lavoro. Se il giornalismo non scomoda ricchi e potenti non è un giornalismo libero».
Il comitato di redazione e l’assemblea dei redattori di Domani esprimono solidarietà al collega Alfredo Faieta, autore del pezzo pubblicato martedì 27, e a tutti gli altri colleghi che hanno lavorato a questo caso e a vicende simili. (giornalistitalia.it)

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