Entro l’anno ddl sulla riforma per “cambiare verso” alla gestione dell’informazione

Luca Lotti: “Fuori i partiti dalla Rai e modello Bbc”

Luca Lotti

Luca Lotti

277-0-rai-cavalloSANSEPOLCRO (Arezzo) – Fuori i partiti dalla Rai: a rilanciare il progetto di riforma del Governo, che arriverà “da qui a qualche mese”, è il sottosegretario Luca Lotti dal palco della festa di Italia dei Valori a Sansepolcro. “Vogliamo che i partiti non entrino più nel sistema Rai perché l’organizzazione Rai che rispondeva a un’organizzazione partitica e parlamentare di qualche anno fa crediamo non sia più necessaria”, sottolinea il sottosegretario all’Editoria, tra i fedelissimi del premier Renzi, aggiungendo che il nuovo management dell’azienda dovrà anche “cambiare verso” alla gestione dell’informazione.
Il dossier, come ricorda Lotti, è sulla scrivania del sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli. L’obiettivo è avviare il percorso entro l’autunno, per arrivare a un via libera prima del rinnovo della convenzione con Viale Mazzini che scade nel 2016, ma che si vorrebbe anticipare al 2015. E in tempo per consentire il rinnovo dei vertici, in scadenza la prossima primavera, con il nuovo sistema.
“La Rai è un’azienda che sta nel mondo delle comunicazione e deve rispondere ai criteri che regolano quel mondo”, rimarca Lotti, trovando d’accordo anche il segretario nazionale Idv, Ignazio Messina, convinto che sia “necessario rivedere un sistema di informazione pubblica che si scolli dalle logiche partitiche e mantenga la propria naturale indipendenza”.
Il modello al quale guarda il governo è quello della Bbc: la bozza di riforma, affidata a un ddl da varare entro l’anno, punterebbe su un consiglio di sorveglianza di nomina istituzionale chiamato ad indicare cda e amministratore delegato.
Lotti prende, invece, le distanze dalle ipotesi di abolizione del canone Rai circolate in questi giorni: “Credo si sia arrivati alla fantasia, non c’è alcun programma scritto, nessun chiaro disegno di riforma ancora e allora tutti si sentono in dovere di scrivere cose sentite, spifferate nei corridoi”, dice rispondendo a una domanda del presidente dell’Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino.
Si lavora piuttosto a una riforma del canone, condensata in un decreto legge che dovrebbe anche rivoluzionare il sistema di finanziamento alle tv locali e all’editoria. Il provvedimento potrebbe essere varato nei prossimi giorni, per arrivare a un via libera entro ottobre e consentire così di pagare la tassa con il nuovo sistema già nel 2015.
Obiettivo, azzerare l’evasione del canone (che si aggira attorno al 25%), ridurre di decine di euro l’ammontare a carico dei cittadini (attualmente è pari a 113,50 euro) e, allo stesso tempo, incrementare il gettito (circa un miliardo e 700 milioni), grazie a un contributo, seppur marginale, legato a giochi e lotterie.
Intanto il M5S, con un post di Roberto Fico e Alberto Airola sul blog di Beppe Grillo, rivendica di aver “imposto” alla Rai “meccanismi più trasparenti” e di aver “riportato all’attenzione di tutti il dibattito sull’informazione”: un tema su cui rilancia il confronto a #Italia5stelle il 10, 11, 12 ottobre 2014 al Circo Massimo, a Roma.
“Ancora una volta Fico confonde il proprio ruolo istituzionale con quello di agitatore politico”, replica dal Pd il capogruppo in Vigilanza, Vinicio Peluffo. Incalza Gero Grassi: “Invece di vantarsi, Fico faccia funzionare la commissione”. (Ansa)

I commenti sono chiusi.