ROMA – Ultimo giorno per presentare le candidature per il consiglio di amministrazione Rai e la corsa per il vertice di Viale Mazzini si accende. I nomi di amministratore delegato e presidente si sapranno probabilmente nella seconda metà di maggio, al più tardi all’inizio di giugno, quando il premier Mario Draghi e il ministro Daniele Franco dovrebbero affrontare i nodi delle nomine alle partecipate, ma intanto l’iter per gli altri cinque membri del consiglio è partito ed alcuni dei giochi sembrano già fatti.
A Camera e Senato spetterà l’elezione di due nomi per parte: le candidature si chiudono stasera, ma la pubblicazione dei nomi è attesa per giovedì prossimo, dopo la creazione di una lista unica delle due Camere. La votazione dovrebbe avvenire a fine maggio o nei primi giorni di giugno e in parallelo si procederà all’elezione del rappresentante dei dipendenti Rai.
Come sempre è sul vertice che si concentrano le attenzioni. Le indiscrezioni vedono alla guida della tv pubblica un tandem composto da un uomo e da una donna, come avvenuto nelle passate consiliature, e un amministratore delegato che conosca già la macchina e possa velocemente traghettarla verso il futuro multimediale, anche alla luce della sempre più forte concorrenza della grandi piattaforme.
Il ministero ha incaricato una società di cacciatori di teste per individuare le figure idonee. Un nome caldo resta quello di Tinny Andreatta, che tornerebbe dopo una parentesi in Netflix. Un’ipotesi che trova, però, resistenze nel centrodestra tra le cui fila c’è chi ricorda la recente approvazione della clausola di non concorrenza in Commissione di Vigilanza, per limitare uscite e rientri di manager. Forte resta la candidatura anche di Paolo Del Brocco, ad di Rai Cinema che godrebbe di un sostegno trasversale, mentre un altro ex come Carlo Nardello, che ha seguito l’ex dg Luigi Gubitosi a Tim, si è chiamato fuori dalla partita nelle scorse settimane.
Tra gli esterni, ma con meno chance, circolano anche i nomi Fabio Vaccarono di Google Italia, Andrea Castellari, già alla guida di Viacom, e Elisabetta Ripa di Open Fiber. Restano in lizza gli interni Alberto Matassino e Marcello Ciannamea, probabilmente più per il ruolo di dg. Per la presidenza le ipotesi che si fanno sono i giornalisti Ferruccio De Bortoli e Paola Severini Melograni, oltre all’economista Alberto Quadro Curzio.
Per la corsa ai quattro consiglieri di nomina parlamentare si sarebbero fatti avanti almeno 150 candidati. Si va verso alcune conferme, come quella di Giampaolo Rossi per Fratelli d’Italia, unico a rappresentare l’opposizione. La Lega potrebbe puntare ancora su Igor De Biasio, ma deve trovare un’intesa con Forza Italia.
Sul fronte Movimento 5 Stelle, non si è candidata l’uscente Beatrice Coletti, così come l’ex vicedirettore di Repubblica Giovanni Valentini, che sembrava poter essere sostenuto dai pentastellati. La scelta potrebbe cadere, quindi, su un esperto in materia di media. Il Pd non può rieleggere Rita Borioni, che ha già svolto due mandati e dovrebbe orientarsi sempre su una donna: in pole c’è l’ex parlamentare Silvia Costa, ma i dem potrebbero convergere anche sull’ex assessore del comune di Roma Flavia Barca o sull’ex giornalista Rai Daniela Tagliafico.
I giochi sembrano fatti a livello interno dove l’Usigrai, caduta la proposta rivolta alle altre rappresentanze sindacali interne di una candidatura unitaria, ha deciso di convergere sull’uscente Riccardo Laganà. (ansa)