Il Cdr: “Inaccettabile il piano di riorganizzazione che prevede 38 esuberi su 134 giornalisti”

Periodici Rcs: Cigs al 30%, ma il bilancio è in attivo

MILANO – I giornalisti dei Periodici Rcs ritengono «inaccettabile» il piano di riorganizzazione presentato dall’azienda che prevede una cassa integrazione al 30 per cento, la dichiarazione di 38 esuberi su un organico di 134 giornalisti (direttori compresi) e una condivisione trasversale di servizi tra le diverse redazioni. Con 107 voti su 107 presenti l’assemblea dei giornalisti ha, infatti, respinto al mittente «una richiesta – denuncia il Comitato di redazione – che mette a rischio non solo la qualità dei nostri giornali, ma anche la loro uscita in edicola e la pubblicazione online».
«Tutto ciò – rileva il Cdr – a fronte di un Bilancio del Gruppo in attivo, nella totale assenza di un piano di sviluppo industriale e di nuovi progetti che i giornalisti chiedono da tempo. Progetti in grado di fornire strumenti adeguati per affrontare le sfide degli anni a venire, che diano slancio e assicurino una proiezione verso il futuro alle nostre testate. Obiettivi questi che peraltro rendono indispensabili nuove assunzioni di giornalisti, non certo dei tagli».
Secondo il Cdr dei Periodici Rcs «quello che viene proposto dall’azienda, invece, è una presunta trasformazione digitale che ha come solo fine il perseguimento di logiche di marketing e la presenza sui social. Inutile dire che gli investimenti previsti nei 19 mesi del piano, pari a 1,9 milioni di euro, risultano del tutto inadeguati.

La sede di Rcs a Milano

Se, come è sottolineato nel Bilancio, l’offerta informativa dei Periodici Rcs è sempre rimasta accesa nel drammatico periodo della pandemia, che ancora stiamo vivendo, questo è grazie anche alla professionalità dei giornalisti che hanno garantito uscite puntuali e standard di qualità elevati. Elementi che hanno consentito ai nostri giornali di conseguire, nell’anno passato, una performance di mercato migliore rispetto ai competitor».
«La sola Periodici – incalza il Cdr – non può e non deve pagare una contrazione dei ricavi che incide, come da Bilancio, su tutte le componenti del Gruppo. Sono pretese, quelle di Rcs, che aumentano una volta di più l’intollerabile politica di sperequazione tra giornalisti e management aziendale – cui continuano a essere elargiti consistenti bonus – pretese che risultano ancora più stridenti con la previsione di distribuire dividendi ai soci».
Per tutte queste ragioni il Comitato di redazione dei Periodici Rcs «si impegna a non proseguire alcuna trattativa sindacale finché questo piano di riorganizzazione non verrà ritirato». (giornalistitalia.it)

I commenti sono chiusi.