GENOVA – Gli agenti che picchiarono il giornalista del quotidiano, “la Repubblica”, Stefano Origone, durante i disordini dopo il comizio di Casapound, hanno «fatto un uso eccessivo della forza e dei mezzi di coazione a loro disposizione, trascinati dalla foga che ha loro impedito una lucida valutazione della situazione». Lo scrive il giudice per l’udienza preliminare Silvia Carpanini nelle motivazioni della sentenza con cui ha condannato i quattro poliziotti a 40 giorni per lesioni: «Le cariche di alleggerimento furono legittime» e «Origone che si trovava praticamente in mezzo ai manifestanti, è stato confuso con questi».
Anche se il giornalista «non è sicuramente un pericolo, non ha atteggiamenti aggressivi verso le forze dell’ordine non fa nulla per ostacolare l’arresto o per impedire che i manifestanti vengano respinti, ma la sua posizione e l’assenza di qualunque segno o comportamento che lo potesse individuare come innocuo giornalista, hanno sicuramente determinato il convincimento dei poliziotti di trovarsi di fronte ad un manifestante potenzialmente pericoloso e, comunque, da respingere».
«C’è stato – dice il gup – un uso sicuramente eccessivo della forza e delle armi riconducibile però ad eccesso colposo». E, ancora, «risulta necessario dare comunque rilievo all’antigiuridicità della condotta che ha visto gli imputati, appartenenti alle forze dell’ordine e, quindi, primi garanti della legalità, non solo errare nel valutare i presupposti della scriminante, ma anche eccedere pesantemente dai limiti della stessa, infierendo in modo senz’altro incongruo sulla persona offesa, stigmatizzandone comunque la gravità». (ansa)
Le motivazioni della sentenza di condanna dei poliziotti che hanno picchiato il giornalista