ISTANBUL (Turchia) – È ripreso a Istanbul il processo contro 26 cittadini sauditi imputati in contumacia per l’uccisione, il 2 ottobre 2018, del giornalista Jamal Khashoggi nel consolato di Riad della metropoli sul Bosforo.
Sotto accusa ci sono i presunti membri e mandanti dello “squadrone della morte” inviato dal Regno per eliminare l’editorialista saudita del Washington Post, diventato scomodo per il principe Mohammed bin Salman (noto come Mbs).
Tra i sospetti, di cui Riad ha negato l’estradizione, ci sono anche due fedelissimi dell’erede designato al trono, l’ex consigliere per i media Saud al-Qahtani e l’ex numero 2 dell’intelligence Ahmed al-Assiri.
Secondo gli investigatori turchi, il corpo del reporter 59enne è stato fatto a pezzi. I suoi resti non sono mai stati ritrovati. Khashoggi si era recato nella sede diplomatica per ottenere i documenti necessari alle nozze con la ricercatrice turca Hatice Cengiz, che oggi era presente in aula e ha rilanciato il suo appello alla comunità internazionale affinché agisca per punire l’erede al trono saudita.
Il processo è ripreso a pochi giorni dalla pubblicazione del rapporto dell’intelligence Usa che accusa bin Salman di aver ordinato di fatto l’operazione in cui è stato assassinato il cronista.
Riad sostiene che il delitto sia avvenuto a seguito di un’operazione non autorizzata e respinge ogni accusa di coinvolgimento dell’erede al trono, evidenziato tuttavia anche dagli esperti dell’Onu.
In aula, il legale di Cengiz ha chiesto che le risultanze dell’inchiesta americana fossero inserite nel dossier dai giudici, che hanno tuttavia respinto l’istanza, ritenendola non pertinente. Il processo è stato aggiornato al prossimo 8 luglio. (ansa)
A Istanbul tra i 26 sauditi imputati per l’omicidio del giornalista 2 fedelissimi del principe